Ci sono delle aree del mondo, chiamate Zone Blu (o Blue Zones), dove la concentrazione di centenari e ultracentenari è sopra la media. Queste vengono studiate dai ricercatori per capire quali sono i fattori che determinano la longevità delle diverse popolazioni, tra diete specifiche, tratti comuni o stili di vita particolari. A coniare il termine furono il demografo belga Michel Poulain, ricercatore dell’università di Tallinn in Estonia, e l’epidemiologo sardo Gianni Pes, dell’università di Sassari, nel 2000: ad oggi, secondo gli esperti, le Zone Blu sono quattro: Ogliastra-Barbagia, due aree regionali e prevalentemente montuose della Sardegna, l’isola di Ikaria in Grecia, l’arcipelago di isole di Okinawa in Giappone, e la penisola di Nicoya in Costa Rica.
In Sardegna, a Villagrande Strisaili, un paesino di 3mila persone nell’Ogliastra, sono stati registrati 47 centenari. A Seulo, un paesino vicino, sono stati registrati 21 centenari su 800 abitanti: dati che i ricercatori hanno definito ‘straordinari’. Oltre a guardare l’età anagrafica, i ricercatori hanno osservato la qualità della vita in queste località: tra gli abitanti delle Zone Blu, infatti, si è notata una quasi completa inesistenza di malattie tipiche della vecchiaia, come la demenza senile. In queste zone, gli anziani svolgono ancora un ruolo nella comunità, mantenendo delle relazioni forti, un fattore che sembrerebbe influire. Anche se il fattore che può spiegare una percentuale così elevata di longevi in queste aree non è ancora stato trovato, la dieta sembrerebbe influire. È stato notato, infatti, che ci sono alcuni elementi tipici presenti in tutti i regimi alimentari delle Zone Blu. Questi centenari, infatti, prediligono una dieta prevalentemente vegetale, con un consumo quasi quotidiano di legumi: consumano minimamente gli zuccheri aggiunti, e assumono quotidianamente le proteine di origine animale in quantità moderate. Inoltre, l’alimentazione si basa quasi esclusivamente sull’autoproduzione: tendenzialmente, consumano quantità moderate di cibo.
Le Zone Blu finora individuate, sottolineano gli esperti, sono aree caratterizzate da un forte isolamento geografico. Proprio quest’aspetto permetterebbe ai centenari di mantenere un evidente vantaggio genetico di popolazione: le persone che vivono in luoghi ‘isolati’, tendono a scegliere dei partner del proprio territorio. Da qui, la genetica di base viene mantenuta di generazione e generazione, senza troppe alterazioni e variazioni. Cosa emerge? Che il buono stato di salute, e la longevità, non sono solo dovuti a dei buoni geni, ma anche a delle buone abitudini e a dei comportamenti salutari.
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