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Alimentazione

Vuoi acquistare il pane al supermercato? Ecco quali errori devi evitare

Se ci avete mai fatto caso, al supermercato il pane è spesso situato nella parte più distante dall’ingresso, ma perché?

Questo posizionamento strategico è frutto di una precisa strategia di marketing chiamata store layout optimization: se chiedi ai responsabili del marketing, ti diranno che è per evitare che il pane venga schiacciato o danneggiato da altre spese durante il trasporto, ma in realtà c’è di più dietro questa decisione.

Come scegliere il pane al supermercato: qualche consiglio

Il pane è un prodotto che molti di noi acquistano quasi quotidianamente, diventando spesso una scusa per una visita rapida al supermercato, magari al ritorno dal lavoro.

La geniale mossa di posizionare il pane lontano dall’entrata costringe i clienti a percorrere tutto il negozio prima di raggiungerlo. Sappiamo che per ragioni di salute dobbiamo privilegiare il consumo di farine integrali rispetto a quelle raffinate che, sebbene non siano propriamente veleno, sono un ingrediente da limitare il più possibile perché si tratta di solo amido che non è poi così diverso dal mangiarsi zucchero a cucchiaiate.

Come scegliere il pane al supermercato – Pexels @Marianna OLE – Saluteweb.it

Molto importante è non pensare che la dicitura multicereali significhi integrale, eppure tendiamo ad associare alla ricchezza di cereali una maggiore salubrità, illudendoci che un’etichetta così possa garantire benefici nutrizionali superiori.

In realtà, la dicitura “multicereali” indica semplicemente la presenza di più tipi di cereali, ma non necessariamente nella loro forma integrale e senza nulla dirci della quantità reciproca.

Gli ingredienti indicati in etichetta, per legge, sono ordinati secondo la quantità, quindi il primo ingrediente è quello presente in maggiore quantità nel prodotto. Quindi quando si legge pane rustico ai multicereali per esempio, non sarà così rustico come pensi, perché potrebbe contenere questi ingredienti:

  1. Farine (frumento, segale)
  2. Acqua
  3. Pasta madre naturale (acqua, farina di segale integrale, farina di segale)
  4. Semi di lino (4,3%)
  5. Fiocchi d’orzo
  6. Semi di girasole (3,5%)
  7. Fiocchi d’avena
  8. Estratto di malto (malto d’orzo, acqua)
  9. Sale
  10. Sciroppo di caramello
  11. Lievito
  12. Addensante: farina di semi di guar
  13. Sciroppo di zucchero invertito
  14. Glutine di frumento
  15. Fiocchi di segale

Cosa può avere di rustico lo sciroppo al caramello, un addensante che non ha nulla a che vedere con il pane, lo sciroppo di zucchero e il glutine di frumento. Ecco allora che vi diamo 5 regole d’oro per scegliere il pane al supermercato:

  • Quando si tratta di scegliere il pane dal punto di vista nutrizionale, l’elemento fondamentale da considerare è l’uso di farina integrale. La mera presenza di termini come “multicereali” non offre garanzie nutrizionali se questi cereali sono stati raffinati.Infatti, se dai cereali si rimuove tutto tranne l’amido, non importa se si tratta di farro, segale, orzo, grano o vattelapesca: il valore nutrizionale sarà simile e soprattutto minimo. È essenziale anche verificare che la percentuale di farina integrale usata nella ricetta non sia insignificante, perché a quel punto è come se non ci fosse. Confrontare il contenuto di fibra tra prodotti diversi può aiutare a farsi un’idea.

 

  • In una dieta equilibrata, non ci sono alimenti completamente proibiti: occasionalmente, concedersi del pane bianco con Nutella o un prodotto da forno con una lista di ingredienti  infinita e oscura non rappresenta un problema.Tuttavia, è fondamentale la consapevolezza, non lasciarsi ingannare dalle apparenze. Anche se un prodotto è etichettato come “multicereali” o presenta un invitante colore scuro simile alla farina integrale, questo non cambia la sua natura di junk-food se la composizione è principalmente di ingredienti poco salutari. Riconoscere questi prodotti per quello che sono ci aiuta a fare scelte consapevoli, mantenendo tali indulgenze come piacevoli eccezioni piuttosto che regole nella nostra alimentazione.

 

  • È chiaro che alcuni termini come “multicereali” o “ricco di fibre“, pur essendo semanticamente e legalmente corretti, vengono talvolta utilizzati per migliorare l’immagine di prodotti con scarse qualità nutrizionali.Come consumatori, possiamo contrastare queste pratiche scegliendo di non supportare prodotti che, oltre a essere cibo spazzatura, vengono  anche commercializzati con tecniche evidentemente borderline. Invece, possiamo decidere di acquistare prodotti che, pur non eccellendo dal punto di vista nutrizionale, sono venduti con maggiore trasparenza, incoraggiando un marketing più etico.

 

  • Ricordiamo che il vero pane richiede solo 4-5 ingredienti essenziali e, se preparato correttamente con lievito madre, può durare quasi una settimana. Questa longevità permette di acquistarlo meno frequentemente, offrendoci la possibilità di scegliere un panettiere di qualità, anche se non si trova proprio sulla nostra strada quotidiana.Optare per un fornaio che utilizza metodi artigianali non solo assicura un prodotto superiore dal punto di vista nutrizionale, ma anche più soddisfacente al gusto.

 

  • È importante, infine, sottolineare che seppur un po’ nascosti tra gli scaffali, esistono prodotti di buona qualità. Un esempio lampante è il pane di segale non lievitato e confezionato, che potrebbe sembrare poco invitante a prima vista, ma che sorprende per la sua semplicità. Spesso, la lista degli ingredienti si limita a soli 2-3 elementi essenziali, dimostrando che meno è davvero più quando si tratta di qualità alimentare.
Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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