Vitamina D, come integrarla naturalmente

Come evitare una carenza di vitamina D? Come è possibile integrarla naturalmente? In cosa consiste questo ormone essenziale per il corpo umano?

Sono tutte domande alle quali proveremo a rispondere in questo articolo, cercando di spiegare quale sia il ruolo giocato dalla vitamina D all’interno dell’organismo umano e perché sia così importante.

Conoscere questo ormone è, infatti, indispensabile per capire come evitare di scontrarsi con una sua carenza e quando ricorrere a un processo di integrazione naturale.

Che cos’è la vitamina D?

La vitamina D è un ormone liposolubile che si accumula nel fegato e contribuisce allo svolgimento di diverse funzioni all’interno dell’organismo umano.

Viene sintetizzato nella cute per effetto dei raggi solari, ma può anche essere assunto attraverso la dieta, nutrendosi di alcuni alimenti specifici, come uova, pesci grassi, latte e derivati, fegato, verdure a foglia verde scuro o – in particolar modo – olio di fegato di merluzzo.

La vitamina D è coinvolta direttamente nel funzionamento del sistema immunitario, di quello endocrino e dell’apparato cardiovascolare, svolgendo un’attività essenziale nella regolazione dell’assorbimento di fosforo e calcio nel tratto gastrointestinale.

È fondamentale anche per il processo di ossificazione e aiuta a mantenere bilanciato il livello di calcio che circola nel sangue e nei liquidi extracellulari con quello che si deposita nelle ossa.

La vitamina D si suddivide, poi, in due forme principali: la vitamina D2 (l’ergocalciferolo) e la vitamina D3 (il colecalciferolo).

La vitamina D2 si trova nelle piante, mentre la vitamina D3 è di origine animale e, nell’uomo, si produce a livello della cute, attraverso l’azione dei raggi UVB sulla provitamina D3 già presente nell’epidermide umana.

Quest’ultimo viene poi convertito nella sua forma attiva, il calcitriolo, dopo un passaggio in fegato e reni.

Cesto colmo di uova, con della verdura a fianco
Foto | Pexels @RodolfoClix

La carenza di vitamina D

Per via del suo contributo attivo in molte fasi diverse all’interno dell’organismo umano, la vitamina D resta, dunque, un elemento fondamentale per l’uomo.

Per questo, una sua carenza potrebbe portare all’insorgere di alcuni disturbi.

Secondo medici esperti, una carenza di vitamina D potrebbe essere associata alla nascita di problematiche come diabete, infarto, malattia di Alzheimer, asma, sclerosi multipla e depressione, sebbene queste relazioni debbano essere indagate ancora più approfonditamente dalla comunità scientifica.

Solitamente, bassi livelli di vitamina D non portano a sintomi particolari o gravi, anche se talvolta, negli adulti, si possono riscontrare dolori muscolari cronici.

Da cosa deriva, però, una carenza di vitamina D?

Solitamente da una scarsa esposizione al sole.

Chi passa la maggior parte del proprio tempo in luoghi chiusi o vive in Paesi in cui le ore di luce sono ridotte in parecchi mesi dell’anno o è anziano ha più possibilità di manifestare una carenza di vitamina D.

Cesto pieno di bietole legate a mazzetti
Foto | Pexels @StellaSchafer

Come integrare naturalmente la vitamina D

La soluzione che gli esperti consigliano per integrare naturalmente la vitamina D è quella di esporre per dieci o quindici minuti al giorno viso, mani e braccia al sole.

Un’attività che si consiglia di fare quando la quota di raggi UVB è maggiore, ovvero tra le 10:00 e le 15:00, sia in primavera che in estate che in autunno.

In alternativa, questa esposizione di viso e arti può essere svolta anche al mattino o nel tardo pomeriggio, sebbene la luce sia ridotta e meno ricca di raggi UVB.

Se siete soliti svolgere attività all’aperto nell’arco della giornata, il vostro fabbisogno giornaliero di vitamina D dovrebbe essere soddisfatto in automatico.

In caso contrario, potreste ricorrere all’assunzione anche di specifici alimenti, come quelli sopra elencati, o all’utilizzo di appositi integratori di vitamina D.

Ciò potrebbe essere di particolare aiuto soprattutto per i neonati poco esposti alla luce del sole (o affetti da malattie specifiche) e per gli anziani (in cui la capacità di sintetizzare il colecalciferolo si riduce).

Ovviamente, in questi casi, gli integratori devono essere prescritti da medici specialisti e solo dopo aver svolto gli esami richiesti.

È, infatti, assolutamente da evitare una cura fai-da-te, la quale potrebbe creare solo danni e complicazioni.

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