La campagna di immunizzazione slitta al 28 ottobre. Non solo. Al momento, i ritardi accumulati nella produzione taglieranno fuori un terzo dei bambini interessati
Soltanto il 75% dei bambini, tre su quattro, sarà immunizzato al virus respiratorio sinciziale con il nuovo farmaco. Nei prossimi giorni, come riporta anche il Corriere della Sera, inizierà la commercializzazione (e la distribuzione) in Italia di Nirsevimab. Si tratta del nuovo anticorpo monoclonale disponibile per l’immunizzazione passiva contro l’infezione da virus respiratorio sinciziale (VRS o RVS in inglese) nei neonati prodotto da Sanofi Winthrop Industrie. L’azienda produttrice lo aveva già confermato (sempre) al Corriere della Sera: la campagna di immunizzazione slitta al 28 ottobre. Non solo. Al momento, i ritardi accumulati nella produzione taglieranno fuori un terzo dei bambini interessati.
Insomma, non una buonissima notizia. A dare la comunicazione ufficiale ci ha pensato l’azienda stessa, Sanofi, attraverso un comunicato: “Pur in assenza di indicazioni storiche sui fabbisogni di prevenzione delle singole Regioni, l’azienda ha riservato al Paese dosi utili a garantire circa il 75% della copertura dell’intera coorte nazionale di nascite, basandosi sui dati scientifici di efficacia e di impatto epidemiologico”, l’informazione dell’azienda dopo l’allarme delle Regioni che hanno scritto a ministero Salute e Aifa sulla disponibilità del medicinale.
“Come comunicato alle Istituzioni, alle Autorità e alle Regioni allo stato attuale e per gli impegni già assunti, Sanofi non è nelle condizioni di rispondere alle procedure pubbliche di acquisto regionali in atto e a quelle che potranno essere indette nelle prossime settimane, pur continuando a profondere sforzi per mettere a disposizione dosi aggiuntive”, ha continuato l’azienda. Naturalmente, per il futuro immediato, Sanofi, “in linea con quanto richiesto dalle principali società scientifiche auspica l’inserimento di nirsevimab nel Calendario nazionale di immunizzazione, allegato al Piano nazionale di prevenzione vaccinale (Pnpv) 2023-2025, e che l’Italia per la stagione 2025-2026 possa mettere in atto una programmazione efficiente e uniforme su tutto il territorio italiano, con manifestazione dei fabbisogni entro marzo 2025, così che questo innovativo strumento di immunizzazione possa essere implementato al meglio anche per i neonati e bambini nel nostro Paese”.
E ancora: “L’iter per l’introduzione di nirsevimab sul territorio nazionale è iniziato nel 2023, e Sanofi ha sempre lavorato con l’obiettivo di assicurare produzione e fornitura necessarie per garantire il più ampio accesso possibile a questo innovativo anticorpo, condividendo con le autorità nazionali e regionali la necessità di pianificare i fabbisogni per tempo, in particolare entro i primi mesi del 2024». Ma «in un contesto di crescente domanda globale, in cui i tempi per la produzione di nirsevimab sono cruciali, la prima procedura pubblica di acquisto in Italia è stata pubblicata solo a fine giugno 2024, molte altre a settembre e alcune non sono ancora state pubblicate» (QUI l’indagine di Corriere Salute). L’anticorpo monoclonale «serve a prevenire le malattie del tratto respiratorio inferiore causate dal virus respiratorio sinciziale, riducendo in questo modo anche la pressione sul sistema sanitario e sui costi associati”, ha concluso.
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