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Virus Nipah, cos’è e come curarsi?

Virus Nipah. Due termini associati l’uno all’altro per la prima volta oltre vent’anni fa e che ora sono tornati a spaventare l’India e, di rimando, il resto del Mondo.

Ancora alle prese con gli effetti provocati dalla pandemia di Covid-19, la Terra potrebbe essere minacciata da una nuova epidemia: quella dovuta proprio al virus Nipah (indicato anche con la sigla NiV, ndr).

Si tratta di un agente patogeno che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (la OMS, ndr) ha già incluso nel proprio piano prioritario di ricerca e sviluppo per le malattie a rischio pandemico, a dimostrazione della potenziale pericolosità di questo virus a livello globale.

Che cos’è il virus Nipah?

In ambito medico e scientifico, il virus Nipah viene indicato come l’agente scatenante di un’omonima malattia zoonotica, la quale si caratterizza soprattutto per l’emersione di sintomi quali febbre ed encefalite, in associazione con una malattia respiratoria.

Si tratta di un virus isolato per la prima volta nel 1999, a seguito di alcuni focolai epidemici riscontrati in Malesia e che, in quell’occasione, provocarono la morte di almeno cento persone.

Immagine | Unsplash @JoshuaOlsen – Saluteweb.it

Fu riscontrato come la maggior parte dei decessi coinvolse degli allevatori di suini, motivo per cui vennero abbattuti oltre un milione di esemplari di questo animale, così da contenere il virus.

Lo stesso si era, però, già diffuso anche a Singapore, dove alcuni lavoratori di un allevamento di suini erano entrati in contatto proprio con alcune bestie importate dalla vicina Malesia. Altri undici decessi vennero, quindi, registrati anche in questo Stato.

Al 2001 risalgono, invece, le prime epidemie del virus Nipah in India e Bangladesh, zone in cui questa malattia è diventata ormai una costante.

Sebbene sporadici, circa venti sono i casi registrati in tutto il Mondo e che hanno comportato un innalzamento del livello di guardia.

La già citata OMS ha indicato, infatti, tra il 40% e il 75% il tasso di mortalità del virus Nipah, lasciando intendere come questo agente patogeno non debba essere assolutamente sottovalutato.

Ad oggi non esiste ancora una cura risolutiva contro tale virus e neppure un vaccino.

Per questo, è importante ampliare la conoscenza della malattia, così da informare chiunque sui rischi ai quali si va incontro e quali attenzioni e rimedi poter attuare per cercare di proteggersi o curarsi.

Da un punto di vista clinico, il periodo di incubazione della malattia varia da quattro a venti giorni, con il virus Nipah che provoca febbre, malessere, mal di testa, cefalea, nausea, vomito, mal di gola e mialgia.

Talvolta, a questi sintomi più comuni si uniscono anche una sensazione di disorientamento e vertigini.

Nei casi più gravi, i pazienti sviluppano un’encefalite, la quale può essere poi complicata dalla presenza di convulsioni e da uno stato di coma.

La malattia da virus Nipah può comportare, inoltre, anche una polmonite atipica, la quale può evolvere in una sindrome da distress respiratorio acuto.

Una serie di infezioni asintomatiche e casi di recidive vengono, poi, spesso registrati anche a distanza di settimane o mesi dal primo ricovero, mentre dei postumi neurologici sono stati riscontrati in oltre il 20% delle persone che sono sopravvissute all’encefalite di Nipah.

In questi soggetti si sono registrate anche convulsioni persistenti, oltre che alterazioni dell’umore e della personalità.

Purtroppo, la malattia da virus Nipah è spesso difficilmente distinguibile da altre malattie febbrili, complicanza che rende più arduo per i medici diagnosticare con precisione e tempestivamente questo disturbo.

Solitamente, i serbatoi del virus sono i pipistrelli della frutta (lo Pteropus, ndr), i quali possono infettare gli uomini attraverso l’esposizione diretta alle loro feci e alla loro saliva o anche per via di cibi contaminati.

I pipistrelli in questione possono anche trasmettere il virus ad altri animali, come i maiali, i gatti, i cani e i cavalli, i quali sviluppano così una malattia respiratoria che trasmettono a loro volta agli esseri umani.

Riscontrata la presenza di un contagio, i soggetti colpiti devono quindi essere isolati.

Come proteggersi e curarsi

Come anticipato in precedenza, non esiste ancora un vaccino specifico a contrasto del virus Nipah e, dunque, neppure una cura.

Per evitare la trasmissione del virus, è fondamentale isolare i soggetti malati e adottare tutte le precauzioni più importanti, come l’indossare delle mascherine chirurgiche, delle visiere facciali, dei doppi guanti, dei camici e dei sopra-camici chirurgici.

Immagine | Unsplash @VikiMohamad – Saluteweb.it

Per questo motivo, il nuovo focolaio recentemente riscontrato in India ha portato le autorità del luogo a chiudere le scuole in ben sette paesi del distretto di Kozhikode, nello stato meridionale del Kerala, così da limitare le possibilità di contagio tra i bambini.

Non solo. Anche le attività di ufficio sono state limitate, così come la circolazione sui trasporti pubblici ed è iniziata anche una massiccia fase di test e screening.

Questo è, infatti, il quarto focolaio di virus Nipah registrato negli ultimi cinque anni, un numero che inizia a preoccupare.

Secondo quanto riportato in un recente rapporto dalla FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, il 75% delle malattie infettive presenti oggi sulla Terra è di origine animale e quella provocata dal virus Nipah rientra tra queste.

Come spiegato in precedenza, si tratta, infatti, di una malattia zoonotica e, stando alle ultime stime pubblicate sulla nota rivista di settore Science, questo tipo di malattie è cresciuto fortemente negli ultimi trent’anni.

Nel 2018 la rivista ha sottolineato come 1,7 milioni di virus sconosciuti siano presenti in mammiferi e uccelli, di cui circa 800.000 sarebbero in grado di infettare gli esseri umani.

A favorire la propagazione di queste malattie è l’aumento dei viaggi internazionali, l’alterazione degli ecosistemi provocata dall’uomo e l’allevamento industriale su larga scala.

Purtroppo, curarsi da tali malattie è spesso molto complicato.

Per esempio, oggigiorno non esistono ancora dei farmaci specifici a contrasto del virus Nipah, sebbene siano in fase di studio la ribavirina e alcuni anticorpi monoclonali, oltre che un vaccino a mRna prodotto da Moderna, in collaborazione con il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (il NIAID, ndr), organismo facente parte del National Institutes of Health (l’NIH, ndr) degli Stati Uniti d’America.

Il miglior modo per curarsi è prevenire il contagio, cercando di ridurre le occasioni di esposizione al virus e curando la propria igiene.

Marco Garghentino

Brianzolo dal 1996, ho sempre pensato che la comunicazione sia la principale arte che l’uomo ha sviluppato nei secoli. Amo lo sport, conoscere il Mondo ed essere informato. Ogni vita ha una storia e spesso vale la pena raccontarla.

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