Avete mai sentito parlare di vigoressia?
Si tratta di un disturbo che colpisce in particolar modo gli uomini, ma che può riguardare pure le donne, provocando anche danni gravi.
Approfondiamo insieme la conoscenza di questo tema, indagandone cause e possibili cure.
La vigoressia, nota anche in ambito medico come bigoressia o dismorfia muscolare, rappresenta un disturbo psicologico caratterizzato da una percezione distorta del proprio corpo e che porta a sviluppare l’eccessiva preoccupazione di essere troppo magri e poco muscolosi.
Si manifesta attraverso un’ossessione smodata per il fitness e il culturismo, spesso accompagnata dall’uso eccessivo di integratori alimentari e, nei casi più gravi, anche di steroidi anabolizzanti.
Le persone affette da vigoressia mettono sempre l’esercizio fisico al centro della loro vita, finendo spesso così il relegare la vita sociale e il lavoro in secondo piano.
Ogni pensiero e azione quotidiana ruotano attorno all’aspetto fisico e all’alimentazione, con una particolare attenzione per il bodybuilding.
Parliamo di un disturbo che ha quindi origini multifattoriali, spesso influenzate da fattori biologici, sociali e psicologici.
La diagnosi accurata richiede quindi l’intervento di uno specialista dei disturbi psicologici, che valuterà i sintomi alla luce dei criteri diagnostici del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.
Il grande problema che accompagna questo disturbo è quello di non riuscire a convincere il paziente della necessità di ricevere aiuto.
La consapevolezza e il riconoscimento della condizione costituiscono, infatti, passi cruciali verso il recupero, ma il passo più complicato è proprio il portare chi soffre di vigoressia a riconoscere di avere un problema.
Alcuni esperti considerano la vigoressia un sottotipo di dismorfofobia, rientrante nei disturbi ossessivo-compulsivi, mentre altri la associano più strettamente ai disturbi del comportamento alimentare, come l’anoressia nervosa o la bulimia.
L’epidemiologia della vigoressia evidenzia una predominanza nei maschi, specialmente tra gli adolescenti e i giovani adulti, anche se parliamo di una condizione che riguarda pure le donne.
Si tratta, infatti, di un disturbo sempre più rilevante nel panorama dei disturbi mentali legati all’immagine corporea e che si manifesta spesso come il risultato di molteplici fattori anziché essere riconducibile a una singola causa.
È ciò che dicono gli esperti, i quali concordano sul fatto che sia una combinazione complessa di elementi biologici, psicologici e sociali a contribuire all’insorgenza della vigoressia.
Elementi come:
Viste le cause più comuni, passiamo ora ai sintomi che caratterizzano la vigoressia.
Questo disturbo si manifesta, infatti, attraverso una serie di comportamenti caratteristici, quali:
Chi soffre di vigoressia è portato a compromettere, anche seriamente, la propria qualità di vita quotidiana.
L’uso indiscriminato di steroidi anabolizzanti può, infatti, causare seri effetti collaterali, tra cui atrofia testicolare, ginecomastia, ipertrofia cardiaca e psicosi.
La priorità data all’allenamento può portare poi all’isolamento sociale e alla perdita del lavoro, con l’isolamento sociale e la disoccupazione che possono contribuire, a loro volta, alla depressione e al rischio di pensieri suicidi.
Non solo. L’eccessivo allenamento e le diete iperproteiche possono indebolire anche l’apparato muscolare e danneggiare i reni nel lungo termine.
Per questo, è importante che chi soffre di vigoressia si sottoponga a delle cure per trovare una soluzione a quello che è un grosso problema, cominciando così a stare meglio.
Nello specifico, la gestione della vigoressia richiede un approccio multidisciplinare, con coinvolgimento di professionisti esperti nei disturbi mentali, soprattutto quelli legati ai comportamenti ossessivo-compulsivi.
La terapia consigliata prevede una combinazione di psicoterapia cognitivo-comportamentale, terapia farmacologica e, possibilmente, coinvolgimento della famiglia.
Come anticipato in precedenza, l’ostacolo principale nel trattamento della vigoressia è spesso la negazione del problema da parte del paziente.
Alcuni soggetti possono reagire infatti con rabbia e isolamento, complicando il percorso terapeutico.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale mira quindi a identificare e gestire i comportamenti problematici e i pensieri distorti associati alla preoccupazione eccessiva per la magrezza o la tonicità muscolare.
Inoltre, aiuta a individuare i fattori scatenanti che portano ai comportamenti patologici.
I farmaci utilizzati sono gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, ma devono essere prescritti da un medico e associati alla psicoterapia, così da massimizzarne i benefici.
La psicoterapia familiare coinvolge l’intera famiglia nel supporto al paziente durante il percorso terapeutico (è importante che la famiglia comprenda il disturbo e impari come supportare efficacemente il proprio caro).
Alcuni consigli pratici per chi soffre di vigoressia includono limitare l’esercizio fisico a un’ora al giorno, interrompere l’uso di steroidi e integratori per il fitness ed eliminare strumenti che favoriscono il conteggio delle calorie e il monitoraggio dell’attività fisica dai dispositivi personali.
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