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Cura di sé

Varicocele, una condizione da non sottovalutare: quel che bisogna sapere

Il varicocele è una delle patologie più frequenti che si riscontra a livello dell’apparato riproduttivo maschile. Scopriamo insieme di cosa si tratta.

Il varicocele, una condizione da non sottovalutare

Il varicocele è la dilatazione anomala delle vene testicolari, che deriva da un reflusso patologico di sangue il cui flusso, attraverso la vena interessata, proviene dall’addome e si dirige verso il testicolo.

Il varicocele è perlopiù una condizione idiopatica, ossia che insorge a causa di fattori non definibili e riconoscibili. In rare circostanze, tuttavia, può essere anche una condizione secondaria a tumori con sede addominale o pelvica.

Le cause del varicocele e come affrontarlo – Shutterstock @ciobanetre – Saluteweb.it

Nella maggior parte dei casi, il varicocele è asintomatico, mentre più raramente è responsabile di disturbi quali gonfiore e dolore scrotale e può sfociare in complicanze come l’atrofia testicolare e l’infertilità maschile.

In genere per la diagnosi di varicocele, è fondamentale combinare un accurato esame obiettivo a un’ecografia scrotale: quest’ultima indagine è l’esame di conferma diagnostica.

Se non causa sintomi e non altera la fertilità del paziente, il varicocele non necessita di alcuna cura specifica. Al contrario, se è sintomatico o se è responsabile di infertilità, richiede una terapia apposita, la quale è di tipo chirurgico.

Ma cosa può provocare il varicocele? Gli esperti sono soliti riconoscere l’esistenza di due tipologie di varicocele: quello idiopatico e quello secondario.

Tipico di adolescenti e giovani adulti, il varicocele idiopatico è la dilatazione delle vene del plesso pampiniforme non associata ad alcuna particolare condizione di salute anomala e per la quale sono sconosciute le cause scatenanti. Il varicocele idiopatico è la tipologia più comune di varicocele.

Particolarmente frequente nelle persone di età superiore ai 40 anni, il varicocele secondario è, invece, la dilatazione delle vene del plesso pampiniforme che scaturisce dalla presenza di un tumore addominale o pelvico (il tumore maggiormente associato a queste forme di varicocele è il carcinoma renale, un tumore del rene).

Attualmente, il preciso meccanismo con cui s’instaura il varicocele non è chiaro. A riguardo, tuttavia, gli esperti hanno formulato due teorie, una a spiegazione dell’insorgenza del varicocele idiopatico e una a spiegazione dell’insorgenza del varicocele secondario.

Secondo la teoria formulata per spiegare il fenomeno del varicocele idiopatico, quest’ultimo scaturirebbe da un malfunzionamento del sistema di valvole presente sulla parete interna delle vene del plesso pampiniforme.
Il malfunzionamento di tali valvole, infatti, permetterebbe al sangue di tornare indietro, rispetto alla direzione prevista, e sostare nei vasi venosi coinvolti (vene del plesso pampiniforme), causandone quella dilatazione che si osserva tipicamente in presenza di varicocele.
Secondo la teoria formulata per spiegare il fenomeno del varicocele secondario alla presenza di un tumore in sede addominale o pelvica, la dilatazione delle vene del plesso pampiniforme sarebbe dovuta alla compressione esercitata dallo stesso tumore a carico delle vene site a monte (in particolare, la vena renale sinistra e le vena cava che si trovano nell’addome) e al rallentamento della circolazione sanguigna che ne consegue.

La compressione delle suddette vene e il conseguente rallentamento della circolazione di sangue al loro interno, infatti, causerebbe una stasi sanguigna lungo le vene del plesso pampiniforme tale da indurne la dilatazione anomala tipica del varicocele.

Attualmente, c’è ancora poca chiarezza in merito ai fattori di rischio del varicocele, anche se alcuni studi hanno dimostrato che l’alta statura sarebbe una caratteristica favorente. Tuttavia, poiché non tutte le persone molto alte soffrono di varicocele, tali evidenze suscitano alcune perplessità che andrebbero chiarite con ulteriori ricerche.

Quanto è comune e quanto c’è da preoccuparsi

Il varicocele è molto comune; secondo stime recenti, infatti, ne soffrirebbe un uomo ogni 8 e riguarderebbe circa il 15% della popolazione maschile adulta. I soggetti maggiormente colpiti da varicocele sono gli individui di età compresa tra i 12 e i 28 anni.

Il varicocele può interessare le vene sia del plesso pampiniforme destro che del plesso pampiniforme sinistro. Tuttavia, è molto più frequente a sinistra, in quanto la rete venosa presente su questo lato compie un percorso più tortuoso, che favorisce l’insorgenza del varicocele.

Il varicocele destro e il varicocele bilaterale (cioè a carico delle vene di entrambi i plessi venosi pampiniformi) sono alquanto rari.

Varicocele, quando c’è da preoccuparsi? – Ministero della Salute https://www.salute.gov.it/ – Saluteweb.it
Nella maggior parte dei casi, il varicocele è asintomatico, cioè non causa alcun sintomo e segno rilevante. Più raramente, è responsabile di una sintomatologia che comprende:
  • Gonfiore in sede scrotale, in prossimità del testicolo, e
  • Fastidio o dolore allo scroto.

Il dolore da varicocele è solitamente un dolore sordo (ossia persistente), che:

  • Aumenta d’intensità, quando il paziente è stato in piedi a lungo durante la giornata o è stato impegnato in un’estenuante attività fisica
  • Aumenta alla sera
  • Si riduce d’intensità, quando il paziente si corica a pancia in su.

È da segnalare che, in alcune rare circostanze, il dolore da varicocele assume le caratteristiche di una sensazione acuta, anziché sorda.

In presenza di dolore e gonfiore anomalo allo scroto e di una differenza di dimensioni tra i due testicoli, è bene contattare immediatamente il proprio medico curante, per un approfondimento della situazione.

Come affermato in precedenza, il varicocele è spesso asintomatico e solo raramente rappresenta un disturbo importante. Tuttavia, quando si accompagna ai disturbi sopraccitati merita una valutazione medica accurata. Una trascuratezza, infatti, potrebbe tradursi, in una fase avanzata della malattia, in varie complicanze.

Dalle forme più severe di varicocele possono scaturire complicanze, quali:

  • Atrofia testicolare. In medicina, il termine atrofia fa riferimento a una riduzione della massa di un tessuto o di un organo, riduzione che è provocata dalla diminuzione del volume cellulare (cioè delle cellule che costituiscono il tessuto o l’organo colpito). Alla luce di ciò, l’atrofia testicolare è una riduzione della dimensione di uno o entrambi i testicoli. Attualmente, non è ben chiaro come il varicocele causi l’atrofia testicolare, esiste però una teoria più che attendibile, secondo cui la complicanza in questione dipenderebbe da un ristagno di sangue lungo le vene del plesso pampiniforme, indotto dallo stesso varicocele; questo ristagno di sangue, infatti, determinerebbe l’accumulo di tossine e prodotti di scarto dannosi per il testicolo, e rappresenterebbe un ostacolo alla circolazione arteriosa deputata a mantenere in vita le cellule testicolare
  • Infertilità maschile. Complice probabilmente lo stesso ristagno di sangue che causa l’atrofia testicolare, il varicocele può essere causa di un aumento della temperatura attorno ai testicoli, tale da pregiudicare la formazione dello sperma e la capacità di movimento degli spermatozoi. È doveroso precisare che il varicocele è responsabile di infertilità maschile soltanto in un numero ridotto di pazienti: secondo le statistiche, infatti, solo 2 uomini su 10 con varicocele lamentano problemi di fertilità.

Nei più giovani, il varicocele potrebbe compromettere lo sviluppo del testicolo. Il mancato sviluppo del testicolo dovuto al varicocele rappresenta una condizione da sottoporre subito alle attenzione di un medico esperto in materia (urologo o andrologo).

Varicocele: come si cura?

In presenza di varicocele idiopatico (caso più comune), l’adozione di un trattamento e il tipo di cure adottate dipendono sostanzialmente dalla sintomatologia; infatti:

  • Se il varicocele è asintomatico e non impedisce al paziente di condurre una vita normale, non è previsto alcun tipo di trattamento;
  • Se il varicocele causa dolore sporadico, il medico potrebbe indicare dei rimedi conservativi utili a limitare la sintomatologia;
  • Infine, se il varicocele si accompagna a dolore scrotale persistente, riduzione della fertilità e/o atrofia testicolare, è indispensabile ricorrere alla chirurgia o alla radiologia interventistica.

In presenza di varicocele secondario, invece, la cura è in funzione della causa e consiste in un intervento chirurgico di asportazione della massa tumorale situata a livello pelvico o addominale.

In linea teorica, l’asportazione del tumore dovrebbe ripristinare il flusso sanguigno venoso lungo il reparto scrotale e addominale, così da annullare le dilatazioni a carico del plesso pampiniforme.

Come anticipato, il varicocele idiopatico richiede il trattamento chirurgico quando:

  • Causa dolore scrotale persistente
  • È associato a una riduzione della fertilità e/o ad atrofia testicolare.

Diverso è, invece, il caso del varicocele secondario alla presenza di una neoplasia: in tali frangenti, la chirurgia – nello specifico l’intervento di asportazione del tumore – rappresenta la terapia di prima linea.

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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