Il vaiolo delle scimmie, o monkeypox, è una malattia virale che si è originata in Africa occidentale negli anni ’50. Nonostante abbia una diffusione limitata, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha recentemente classificato il monkeypox come una malattia emergente e ha istituito un piano d’azione per monitorarne e prevenire la diffusione. In questo articolo, esploreremo le caratteristiche del vaiolo delle scimmie, i suoi sintomi e perché è importante conoscerli.
Vaiolo delle scimmie: tutto ciò che devi sapere sulla malattia
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato il Vaiolo delle Scimmie (o Monkeypox) come nuova urgente questione di salute pubblica. Anche se non è paragonabile al Covid-19, le peculiarità della malattia emerse negli ultimi mesi hanno riscosso molta attenzione.
Il Vaiolo delle Scimmie è una patologia causata dal Monkeypox virus (MPV), simile al virus del vaiolo umano, presente principalmente tra le scimmie. Questi due virus sono considerati correlati stando a quanto dichiarato dagli esperti, in quanto discendono entrambi dal vaiolo bovino.
l MPV fu riscontrato per la prima volta nel 1958 in Europa, in scimmie provenienti dal Sud-Est asiatico. Nei decenni seguenti sono stati riportati alcuni approfondimenti. La malattia, benché comune principalmente tra le scimmie, può infettare l’uomo a causa della sua abilità di contagiare specie diverse.
Proprio di questo si tratta nei recenti episodi. Non è una malattia nuova, ma la maggior parte dei casi antecedenti a questa strana “impennata” in Europa e Stati Uniti è stata documentata in Africa negli ultimi anni.
Il più grande focolaio di MPXV registrato finora è stato in Nigeria nel 2017, con 146 casi presunti e 42 confermati.
Da maggio sono stati segnalati 23 mila casi, la malattia si diffonde prevalentemente tramite contatto sessuale e fisico ravvicinato.
Secondo l’ultimo rapporto rilasciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il 22 luglio, ci sono stati casi registrati in 75 nazioni, prevalentemente causati da un contatto indiretto con animali infetti o con individui che hanno viaggiato in aree ad alto rischio. Circa 12.000 di questi casi si sono verificati in Europa, con l’Italia riportando 479 infetti, di cui 146 a seguito di viaggi internazionali.
Recentemente, si sono registrati i primi decessi fuori dall’Africa. Tra questi, un uomo di 41 anni in Brasile, due giovani spagnoli in un paese con oltre 4.000 casi e un 22enne in India. Negli Stati Uniti, sono stati riportati circa 5.000 casi e sia San Francisco che lo Stato di New York hanno dichiarato lo stato di emergenza sanitaria.
La trasmissione da persona a persona è molto difficoltosa
La modalità principale di infezione avviene tramite lo scambio di droplets durante la fase acuta, necessitando però di un contatto ravvicinato e duraturo. Può includere contatti diretti con la pelle o lesioni, incluso il contatto sessuale, o l’interazione con oggetti contaminati come vestiti, lenzuola o attrezzi.
Al momento, non sono stati approvati trattamenti specifici, tuttavia, il farmaco antivirale tecovirimat (autorizzato dalla FDA per curare il vaiolo) insieme ai medicinali antivirali cidofovir e brincidofovir, hanno provato la loro efficienza sia in vitro che nei test sperimentali. Ma, nessuno di questi medicinali è stato sperimentato o usato per curare la malattia. Considerato che l’MPV è un virus simile al vaiolo umano, l’uso del vaccino per il vaiolo potrebbe essere vantaggioso per prevenire anche il vaiolo delle scimmie. Fino ad ora, l’Unione Europea ha acquistato 160 mila dosi del vaccino chiamato Imvanex, da somministrare a coloro che potrebbero entrare in contatto con il virus a seguito di un’esposizione diretta con una persona infetta.
Vaiolo delle scimmie: i sintomi che devi conoscere
Le prime indicazioni di vaiolo delle scimmie solitamente iniziano tra 6 e 13 giorni, anche se il periodo di incubazione può variare da un minimo di 5 a un massimo di 21 giorni. La malattia è sistemica e i primi segni si manifestano con diversi sintomi come:
- febbre,
- dolori muscolari,
- mal di testa forte,
- dolore alla schiena,
- stanchezza estrema e mancanza di energia,
- aumento del volume dei linfonodi e eruzione cutanea con bolle e pustole.
A differenza di altre malattie simili come la varicella, il morbillo e il vaiolo, l’ingrossamento dei linfonodi è uno dei sintomi distintivi del vaiolo delle scimmie. Questa fase iniziale della malattia dura fino a 5 giorni e coincide con l’invasione del virus.
L’eruzione cutanea che contraddistingue il vaiolo delle scimmie generalmente compare 1-3 giorni dopo l’inizio della febbre e degli altri sintomi.
La manifestazione più evidente è sul viso (nel 95% dei casi) e sugli arti (75% delle occorrenze), piuttosto che sul torso.
L’eruzione cutanea progredisce da macule (macchie piatte di colore rosso), a papule (lesioni rigide leggermente sollevate) e vescicole (piene di un liquido trasparente), evolvendosi in pustole (piene di un liquido di colore giallastro) e croste che si disidratano e cadono.
- Gli effetti delle lesioni possono variare enormemente, spaziando da una manciata a centinaia.
- In situazioni più critiche, queste lesioni possono unirsi fino a creare ampie zone di pelle distaccata.
- Le mucose orali e oculari possono anch’ esse essere interessate.
- Nell’attuale epidemia, le lesioni genitali sono più frequenti.
Da tener presente che alcune varianti del vaiolo delle scimmie possono manifestarsi in modo subclinico (senza sintomi).
La durata del Vaiolo delle scimmie?
Nella maggior parte dei casi, la malattia provocata dal vaiolo delle scimmie è lieve, benigno e autolimitante, con sintomi che persistono da 2 a 4 settimane dopo il contatto.
Tuttavia, può essere più pericolosa in individui con un sistema immunitario debole, nei bambini e nelle donne incinte.
Strategie per la prevenzione
Uno degli aspetti chiave nella difesa della nostra salute è la prevenzione della trasmissione zoonotica, ovvero l’origine delle infezioni umane da contatti con animali. Evitare il contatto non protetto, soprattutto con animali malati o defunti, è essenziale. Questo include carne, sangue e altre parti animali. La regola d’oro è chiara: ogni alimento contenente carne o parti di animali deve essere cucinato accuratamente prima di finire nel nostro piatto.
Ma la prevenzione non si ferma qui. La trasmissione da persona a persona è un’altra sfida da affrontare. Un sistema di sorveglianza attento e l’identificazione rapida di nuovi casi sono le fondamenta per contenere un’epidemia. Durante periodi di emergenza sanitaria, lo stretto contatto con pazienti affetti da vaiolo delle scimmie emerge come il principale rischio di contagio. Questo rischio si intensifica soprattutto per gli operatori sanitari e i membri delle famiglie coinvolte.
Difendiamo la nostra salute riducendo i contatti rischiosi, cucinando con attenzione e mantenendo una vigilanza costante per proteggere noi stessi e coloro che ci circondano.