Si tratta del primo contagio causato da questo ceppo avvenuto al di fuori dell’Africa. Il ministro della salute svedese ha rassicurato sul basso rischio di infezione
In Svezia è stato diagnosticato il primo caso della variante più pericolosa del vaiolo delle scimmie (clade 1b) registrato al di fuori dell’Africa. L’ha annunciato l’Agenzia svedese per la sanità pubblica tramite un comunicato stampa. “Credo che la situazione sia seria, ma non c’è motivo di allarmarsi: il rischio di infezione è basso”, ha dichiarato Jakob Forssmed, il ministro della salute svedese. “Siamo ben preparati e i servizi sanitari dispongono di buone procedure in materia. È una malattia conosciuta e abbiamo già i vaccini in magazzino”.
Vaiolo delle scimmie, l’Oms ha dichiarato lo stato di emergenza internazionale
Mercoledì 14 agosto, appena un giorno prima del caso diagnosticato in Svezia, l’Oms ha dichiarato lo stato di emergenza internazionale per il vaiolo delle scimmie. La decisione, annunciata dal direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus e arrivata al termine di una lunga riunione del comitato di emergenza chiamato ad analizzare i rischi connessi all’epidemia, è legata soprattutto a due fattori. Il primo è l’elevato numero di contagi registrato nella Repubblica Democratica del Congo, dove nella prima metà del 2024 si sono verificati 14mila casi e 524 decessi, superando il bilancio dell’intero 2023.
Il secondo fattore è il rilevamento del clade 1b, che ha causato dei contagi persino nei Paesi vicini alla Repubblica Democratica del Congo nei quali non era mai stata diagnosticata la malattia. I timori di una possibile diffusione del virus in altri continenti sono stati confermati da quanto avvenuto in Svezia. Inoltre, nel corso dell’ultimo mese sono stati segnalati circa 90 casi di infezioni dovute al ceppo 1b del vaiolo delle scimmie in quattro Paesi confinanti con la Repubblica Democratica del Congo che non avevano mai segnalato la malattia in precedenza: Burundi, Kenya, Ruanda e Uganda.
Quanto è pericolosa la variante clade 1b?
Variante mutata del clade I, la versione più letale del virus Mpox, il clade 1b è stato individuato per la prima volta a settembre 2023 tra le lavoratrici del sesso nella città mineraria di Kamituga, nella provincia del Sud Kivu della Repubblica Democratica del Congo. I ricercatori hanno dichiarato che, a differenza di quanto avvenuto nel caso dei precedenti focolai, il nuovo ceppo è stato in parte trasmesso per via sessuale, anche tra eterosessuali. Inoltre, la diffusione del virus è avvenuta anche attraverso dei contatti meno intimi tra le persone. L’Oms ha spiegato che il clade 1b causa delle malattie più gravi rispetto al clade II e porta alla morte in circa il 3,6% dei casi, con un rischio maggiore per i bambini e i neonati.
Vaiolo delle scimmie, Bassetti: “Ora faremo tutti molta più attenzione, ma senza allarmismo”
Intervistato dall’agenzia Ansa, Matteo Bassetti, il direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova, ha dichiarato che in seguito al contagio avvenuto in Svezia “di questa situazione ne parleremo, senza fare allarmismo ma facendo una seria preparazione al problema”. L’esperto ha spiegato che i test sono già disponibili e sono gli stessi usati nel 2022, quando per la prima volta sono stati segnalati casi di vaiolo delle scimmie in Paesi nei quali la malattia non era endemica. “Cambia il target, ma siamo attrezzati e l’abbiamo già conosciuto. Oggi però le manifestazioni cliniche sono differenti, la malattia è più grave e più virulenta e per questo bisogna essere attenti e fare diagnosi precoci”.
“Ora faremo tutti molta più attenzione, con questa variante clade 1 è cambiata l’epidemiologia del vaiolo delle scimmie. Prima era riferita a persone più a rischio, ora riguarda target molto più ampi. Si allarga lo spettro di questa malattia ad altri soggetti. Bisogna sensibilizzare tutto il mondo, non si tratta più di un problema che riguarda solo al Repubblica Democratica del Congo”, ha concluso Bassetti.
I vaccini sono disponibili?
Nel 2022, quando c’è stata una diffusione globale del vaiolo delle scimmie, sono stati distribuiti con rapidità dei vaccini nelle regioni più ricche del mondo, come l’Europa e il Nord America, senza però pensare anche ai Paesi africani più colpiti dalla patologia, molti dei quali sono rimasti sprovvisti di vaccini. Per correre ai ripari, martedì scorso Jean Kaseya, il responsabile del CDC per l’Africa, ha annunciato un accordo con l’Unione Europea e l’azienda farmaceutica Bavarian Nordic per la fornitura e la distribuzione di 200 mila dosi di vaccino contro il vaiolo in tutto il continente.
Le dosi di vaccino, che richiedono due iniezioni per persona, non saranno sufficienti a coprire l’intera popolazione africana, tuttavia Kaseya ha annunciato che in futuro arriveranno altre 10 milioni di dosi. Ha poi sottolineato che se l’Africa avesse ricevuto prima le dosi di vaccino e il supporto necessario, ora il numero dei contagi non sarebbe così elevato.
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