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Vaiolo dell’Alaska, quali sono i sintomi e come si trasmette

Negli Stati Uniti è stato segnalato il primo decesso dovuto a un virus recentemente scoperto, chiamato Vaiolo dell’Alaska. Non è chiaro come l’uomo anziano deceduto abbia contratto il virus, ma i funzionari sanitari ipotizzano che il contagio potrebbe essere stato causato da un gatto randagio. L’uomo, residente nella remota penisola di Kenai, è stato ammesso in ospedale lo scorso novembre ed è morto alla fine di gennaio, come riportato in un bollettino pubblicato venerdì scorso dagli enti sanitari locali. L’uomo stava affrontando una battaglia contro un tumore ed era immunocompromesso a causa della terapia farmacologica, una condizione che potrebbe aver contribuito al peggioramento della sua salute. Il Vaiolo dell’Alaska, noto anche come Alaskapox, è legato al vaiolo bovino, al vaiolo dei moscerini e al vaiolo delle scimmie. Ma vediamo tutte le sue caratteristiche, i sintomi e le modalità di trasmissione.

Tutto quello che bisogna sapere a proposito del Vaiolo dell’Alaska

Il vaiolo è una patologia di origine virale, estremamente contagiosa, nota per essere stata una delle malattie più gravi che abbia mai colpito l’umanità. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato eradicata l’infezione naturale: non si sono verificati casi di vaiolo dal 1977, grazie alla diffusione su vasta scala del vaccino. Attualmente, la principale preoccupazione epidemiologica riguarda il rischio di bioterrorismo. Il vaiolo si caratterizzava per la comparsa di un esantema vescicoloso-pustoloso, associato a gravi sintomi sistemici.

Il vaiolo dell’Alaska è stato identificato per la prima volta in una donna nel 2015 ed è una malattia infettiva causata dal virus Alaskapox (appartenente al genere Orthopoxvirus), lo stesso genere di virus che include il Variola (causatore del vaiolo, eradicato) e il virus del vaiolo delle scimmie (Monkeypox), che ha recentemente scatenato focolai in varie parti del mondo, compresa l’Italia. Tutte queste varianti del vaiolo provocano lesioni cutanee, gonfiore dei linfonodi e sintomi simili all’influenza. Dunque, nonostante condividano il nome e la “famiglia di appartenenza”, il Vaiolo dell’Alaska è diverso dal Vaiolo classico, motivo per cui, nonostante quest’ultimo sia stato eradicato, è possibile la presenza del primo.

Vaiolo dell’Alaska | Pixabay @Peddalanka – Saluteweb

Per quanto riguarda l’uomo deceduto negli Stati Uniti, egli “risiedeva da solo in una zona boschiva e non ha riferito di aver viaggiato di recente né di aver avuto contatti stretti“, si legge nel bollettino sanitario. Il documento spiega che l’anziano aveva riferito che si era preso cura di un gatto randagio a casa sua. Anche se l’animale è in seguito risultato negativo al virus, è stato spiegato che “cacciava regolarmente piccoli mammiferi e spesso graffiava il paziente“. Da qui l’ipotesi che il gatto avesse il virus sugli artigli. Il bollettino medico, infatti, riportava un graffio “notevole” vicino alla zona dell’ascella dove era stato notato il primo sintomo di Vaiolo dell’Alaska, una lesione rossa.

I sintomi del Vaiolo dell’Alaska

I segni clinici dell’infezione possono comprendere eruzioni cutanee, linfonodi gonfi e dolori muscolari o articolari. Dal 2015, sono stati riportati sei casi di infezione virale alle autorità sanitarie dell’Alaska. Tutti i soggetti coinvolti risiedevano nell’area di Fairbanks, distante oltre 483 km dalla penisola di Kenai, e nessuno ha presentato sintomi gravi. I pazienti hanno manifestato una sintomatologia lieve e si sono ripresi senza necessità di ricovero ospedaliero. Gli esperti hanno precisato che solo le persone con compromissione del sistema immunitario potrebbero essere più suscettibili al rischio.

Modalità di trasmissione del virus

Non è ancora chiaro il meccanismo di trasmissione del virus. Non ci sono, infatti, segnalazioni di contagio diretto tra esseri umani, ma gli studiosi suggeriscono che l’infezione potrebbe essere di origine animale. Secondo il bollettino sanitario, come già affermato in precedenza, l’uomo deceduto viveva da solo in una zona boschiva e non aveva riportato recenti viaggi o stretti contatti con altri individui. Tuttavia, aveva menzionato di aver accudito un gatto randagio presso la propria abitazione. Sebbene l’animale sia risultato negativo al virus, si è ipotizzato che potesse trasportare il virus sulle unghie, poiché era solito cacciare piccoli mammiferi e graffiare frequentemente il paziente. Il bollettino medico ha evidenziato un graffio “significativo” nelle vicinanze dell’ascella, dove è stato osservato il primo segno di Vaiolo dell’Alaska, una lesione cutanea rossa.

Ancora non è chiara la modalità esatta di trasmissione della malattia dagli animali all’uomo né da quanto tempo sia presente. Il virus è endemico tra le popolazioni di piccoli mammiferi dell’Alaska, e infetta regolarmente arvicole e toporagni dal dorso rosso, oltre ad altri roditori come gli scoiattoli rossi. Sebbene finora siano stati confermati solo sette casi, gli esperti ritengono che molte persone negli anni abbiano cercato assistenza medica per lesioni cutanee, credendo di essere state punte da insetti o morse da ragni, ma in realtà avevano contratto il vaiolo dell’Alaska. Joe McLaughlin, epidemiologo e capo della Sezione di Epidemiologia dell’Alaska presso il Dipartimento della Salute dell’Alaska, afferma: “È molto probabile che il virus sia presente in Alaska da centinaia, se non migliaia di anni. Quello che è cambiato è la maggiore consapevolezza dei medici e la comprensione che il virus è più diffuso di quanto si pensasse“.

Gatto | Pixabay @darkbird77 – Saluteweb

Gli altri pazienti identificati fino ad ora con il vaiolo dell’Alaska erano in possesso di un cane o un gatto, e le autorità sanitarie stanno investigando per comprendere il ruolo degli animali domestici nella trasmissione del virus.

Finora non sono stati confermati casi di trasmissione diretta da persona a persona, ma gli esperti ritengono che il vaiolo dell’Alaska potrebbe essere contagioso come il vaiolo delle scimmie. Ciò significa che potrebbe diffondersi attraverso il contatto ravvicinato con una persona infetta, il contatto con i fluidi corporei, in particolare quelli provenienti dalle pustole, e tramite le goccioline respiratorie nell’aria.

Come prevenire il contagio

Le autorità sanitarie hanno consigliato alle persone residenti nella zona e affette da lesioni cutanee di coprire accuratamente l’area interessata con una benda per prevenire la possibile diffusione del virus. Altri suggerimenti includono il lavaggio accurato delle mani e l’evitare di condividere indumenti che potrebbero essere venuti a contatto con le lesioni. Si raccomanda anche di lavare indumenti e lenzuola separatamente dagli altri articoli domestici. Le autorità sanitarie hanno inoltre esortato i cittadini dell’Alaska a seguire le precauzioni sanitarie federali quando sono in prossimità di animali selvatici al fine di evitare potenziali infezioni da Alaskapox.

Federico Liberi

Sono laureando in Psicologia dei processi sociali all’Università di Roma “La Sapienza”. La mia più grande passione insieme alla scrittura è il calcio, ma mi piace rimanere informato sullo sport a 360 gradi oltre che sull’attualità e la politica. Nel 2020 è stato pubblicato su Amazon un mio saggio sulla Programmazione Neuro-Linguistica

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