Apollinaire Yumba, ministro della salute ha dichiarato: “Un team di epidemiologi è stato inviato nella zona. Invito la popolazione a non farsi prendere dal panico e a limitare gli spostamenti. L’ingresso e l’uscita da questa zona sanitaria devono essere limitati, dobbiamo evitare di salutarci stringendoci la mano, lavarci le mani regolarmente“
Una malattia sconosciuta ha colpito la Repubblica Democratica del Congo, causando la morte di almeno 143 persone in poco più di un mese. L’epidemia, che si è sviluppata nella provincia di Kwango, ha colpito soprattutto i più giovani: tra le vittime, infatti, molti sono bambini e adolescenti. Le autorità locali non sono ancora riuscite a identificare con certezza la causa della malattia, che sembra avere sintomi simili a quelli di un’influenza, ma con un esito letale molto più grave. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha inviato una squadra di esperti epidemiologici nella zona per cercare di identificare il patogeno responsabile.
I primi casi e i sintomi
I primi casi sono stati segnalati il 24 ottobre nella zona di Panzi, una regione a circa 700 km dalla capitale Kinshasa, già in difficoltà per la scarsità di risorse mediche. Tra i sintomi più comuni ci sono: febbre alta, mal di testa, tosse, mancanza di respiro e anemia, con una ridotta ossigenazione nel sangue. Secondo Apollinaire Yumba, ministro della Salute, “la società civile e il medico responsabile della zona sanitaria di Panzi hanno segnalato la perdita di 67 vite“. La cifra totale delle vittime potrebbe essere molto più alta: “Un totale di 376 persone sono state colpite, e le stime sui decessi sono tra le 67 e le 143“, ha aggiunto il ministro. Non è chiaro come il decesso sopraggiunga e la comunità locale teme che l’epidemia possa aggravarsi.
Yumba ha anche aggiunto: “Un team di epidemiologi è stato inviato nella zona, e invito la popolazione a non farsi prendere dal panico e a limitare gli spostamenti. L’ingresso e l’uscita da questa zona sanitaria devono essere limitati, dobbiamo evitare di salutarci stringendoci la mano, lavarci le mani regolarmente“.
I decessi sono avvenuti principalmente nelle abitazioni private, dove le persone non hanno ricevuto un’adeguata assistenza sanitaria. Questo ha sollevato preoccupazioni in merito alla diffusione della malattia, tanto che le autorità locali hanno esortato la popolazione a “stare lontani dai cadaveri per scongiurare ulteriori infezioni”. L’invito alle precauzioni è stato reiterato anche dal governo, che ha messo in campo un’azione urgente per limitare la propagazione del virus.
L’OMS, che sta collaborando con le autorità congolesi, ha dichiarato: “Stiamo raccogliendo campioni da analizzare in laboratorio per cercare di comprendere la natura della malattia“. In questo contesto, le indagini scientifiche sono cruciali per identificare la causa dell’epidemia, che finora sembra colpire in modo diverso dalle tradizionali malattie infettive conosciute.
Le gravi sfide sanitarie in Congo
Il Paese sta affrontando anche altre gravi sfide sanitarie. Negli ultimi mesi ha lottato contro il virus Mpox (vaiolo delle scimmie), che ha già provocato più di mille morti. Inoltre la circolazione del virus Marburg, che causa febbri emorragiche simili all’Ebola, è un altro motivo di allarme. Tuttavia, la sintomatologia di questa nuova malattia non sembra essere legata a patogeni da Filoviridae, come nel caso delle febbri emorragiche.
Le autorità congolesi hanno invitato la popolazione ad adottare misure di prevenzione per contenere il contagio. “Evitate gli assembramenti, segnalate casi sospetti e decessi insoliti, e lavatevi regolarmente le mani“, hanno raccomandato.