L’ulcera è una complicanza che si può sviluppare a seguito di un intervento chirurgico e che può comportare gravi rischi per il paziente.
Notizia di questi giorni è stata il ricovero in ospedale di Federico Leonardo Lucia, noto rapper italiano conosciuto con lo pseudonimo di Fedez, il quale è stato colpito da alcune ulcere anastomotiche, emerse a seguito di un’operazione chirurgica a cui si era sottoposto nel marzo del 2022, per la rimozione di un tumore neuroendocrino del pancreas.
Questo evento ci dà, quindi, la possibilità di approfondire la conoscenza di una condizione rara, ma che può verificarsi in seguito a un intervento.
Ulcera anastomotica, di cosa si tratta?
L’ulcera anastomotica può essere una complicanza grave e immediata derivante da un’operazione chirurgica.
Nello specifico, oggi osserveremo il caso in cui tale condizione si verifica a seguito di un intervento gastro-duodeno-digiunale.
Si tratta di una condizione abbastanza rara e che viene spesso causata da un’infezione da Helicobacter pylori.
A volte, le ulcere anastomotiche possono, però, essere provocate anche dall’assunzione di antinfiammatori non steroidei.
Il termine “anastomotica” indica che tale tipologia di ulcera si è sviluppata nell’esatto punto in cui è avvenuta l’anastomosi, ovvero un tipo particolare di sutura che permette di collegare due parti dello stesso viscere o due viscere diverse, così da farle comunicare tra loro.
Un procedimento abbastanza frequente negli interventi di chirurgia gastro-intestinale.
Per comprendere meglio di cosa stiamo parlando, molto utili possono tornare le dichiarazioni rilasciate da Massimo Falconi a Il Corriere della Sera, in un’intervista in cui il Direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia del pancreas e dei trapianti all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano che si è occupato dell’asportazione del tumore di Fedez ha spiegato cosa è successo in questi ultimi giorni al cantante:
“L’ulcera si è formata nel punto in cui abbiamo cucito. Nel nostro caso, avevamo asportato la maggior parte del duodeno, cistifellea, testa del pancreas e anche un pezzo di intestino. Pur avendo eliminato diversi organi e viscere, viene comunque ricostruita la continuità tra i diversi segmenti dell’apparato digerente. Può capitare che si formi, però, un’ulcera proprio dove viene effettuata la sutura. Si tratta di un evento relativamente raro, un’ulcerazione che si forma in prossimità dell’anastomosi, ovvero dove noi chirurghi abbiamo cucito”.
Ecco spiegato, quindi, cos’è un’ulcera anastomotica, condizione che porta alla formazione di una soluzione di forma ovale o rotondeggiante, la quale si presenta come un continuo dei tegumenti e dei tessuti di rivestimento delle cavità interne e che interessa anche il tessuto connettivo sottostante.
Una complicanza, come detto, rara, ma non impossibile da trovare a seguito di un intervento di chirurgia gastrica e la cui risoluzione spontanea è molto improbabile.
Per questo, l’emersione di un’ulcera anastomotica potrebbe comportare il doversi sottoporre a nuovi interventi chirurgici, così da porre rimedio a questa spiacevole complicanza.
Le ulcere provocano, infatti, dei sintomi dolorosi, i quali possono presentarsi sotto forma di fastidi addominali, difficoltà di alimentazione e, più raramente, ematemesi (vomito di sangue, ndr) o melena (emissione attraverso le feci di sangue digerito, ndr).
Ne consegue che le ulcere possono provocare delle emorragie, potenzialmente molto pericolose per il paziente che ne soffre.
Il sanguinamento gastrointestinale (emorragia, ndr) è, infatti, una complicanza delle ulcere che si può verificare anche in assenza di dolore.
Come fare quindi a capire se si è colpiti da un’emorragia interna? Sintomi di un’ulcera sanguinante possono essere del vomito di colore rosso intenso o di coaguli di colore marrone-rossastro, così come di sangue parzialmente digerito (la già citata ematemesi, ndr) o l’emissione di feci nere (melena, ndr) o, ancora, visibilmente sanguinolente (ematochezia, ndr).
Questa perdita di sangue può, quindi, causare un senso di affaticamento marcato, oltre che una riduzione della pressione sanguigna quando ci si alza in posizione eretta, copiosa sudorazione, un senso di sete e svenimento.
Se persistente, il sangue nelle feci può portare, invece, all’anemia.
Cosa fare in caso di ulcera anastomotica?
Prima cosa da fare nel caso in cui si avverta uno dei sintomi sopra indicati è quella di recarsi immediatamente da un medico specialista, così da capire se si è in presenza di un’ulcera ed, eventualmente, anche di un’emorragia.
Il medico, attraverso l’utilizzo di un endoscopio (una sonda di esplorazione flessibile, ndr), può effettuare quella che viene definita in ambito medico come endoscopia superiore.
Ciò gli permette di verificare se nel corpo del paziente è presente un’ulcera sanguinante e capire, così, come procedere.
Sempre attraverso l’endoscopio, il medico ha la possibilità di cauterizzare l’ulcera, ovvero distruggerla mediante il calore, oppure può iniettare nell’area interessata una sostanza in grado di provocare la coagulazione dell’ulcera sanguinante.
Nel caso in cui sia impossibile individuare con precisione e certezza la fonte dell’emorragia e quest’ultima non risulti grave, il medico potrebbe anche sottoporre il paziente a una cura a base di farmaci utili a impedire la produzione di acido.
Questi possono essere dei bloccanti dei recettori dell’istamina-2 (H2) o degli inibitori della pompa protonica.
Alla persona colpita da ulcera vengono, poi, somministrati spesso anche dei liquidi per via endovenosa a digiuno, così da riuscire a mettere a riposo il tratto digerente.
Qualora queste cure non dovessero rivelarsi particolarmente efficaci o l’emorragia dovesse presentarsi in uno stato grave, un’ulteriore soluzione potrebbe essere quella di ricorrere a un intervento chirurgico o a trasfusioni di sangue.
Le ulcere anastomotiche possono, quindi, guarire in circa un mese di tempo, ma, purtroppo, possono anche ripresentarsi.
Anche dopo aver curato con efficacia il paziente, non è escluso che un medico possa riscontrare la ricomparsa di un’ulcera nella stessa area a distanza di qualche tempo.
Fondamentale per ridurre questo rischio è, allora, seguire scrupolosamente le indicazioni fornite dai medici a seguito dell’intervento chirurgico iniziale al quale si è stati sottoposti.
Ciò riguarda sia la terapia farmacologica che la corretta alimentazione.
Consigli che, a volte, possono sembrare superflui e che, invece, sono estremamente importanti.
Per questo, è sempre fondamentale rivolgersi a dei medici specialisti affermati e comprendere i pericolosi rischi ai quali si potrebbe esporre la propria salute e la propria vita nel caso in cui non si seguissero le loro indicazioni mediche.