Il calcio continua a omaggiare Gianluca Vialli, scomparso il 6 gennaio a Londra all’età di 58 anni per un tumore al pancreas. La data dei funerali dell’ex attaccante di Cremonese, Sampdoria, Juventus e Chelsea, che si terranno nella capitale inglese in forma privata, come da desiderio del campione e della sua famiglia, non è ancora stata fissata. Sta di fatto che il male che ha stroncato la vita di Vialli resta un nemico difficile da combattere. In passato hanno perso anche la vita Luciano Pavarotti e Giacinto Facchetti, terzino sinistro della Grande Inter di Helenio Herrera, giusto per citare due nomi. Non si può fare molto per prevenirlo, non esistono test in grado di scovarlo precocemente e all’inizio, purtroppo, questa malattia non dà sintomi particolari. I primi segni evidenti, infatti, compaiono quando ha già iniziato a diffondersi.
I numeri sono impietosi: a cinque anni dalla diagnosi è vivo soltanto il 10% dei pazienti, anche se negli ultimi anni si sono fatti progressi. E Vialli, al quale è stato diagnosticato nel 2017, rientra proprio nel 10% appena citato. Il tumore al pancreas è una neoplasia che colpisce una ghiandola molto importante per l’organismo umano. Il pancreas, infatti, si trova tra stomaco e colonna vertebrale e ha due componenti: un’esocrina che è responsabile della produzione di enzimi rilasciati nell’intestino utili alla digestione degli alimenti; un’endocrina che è impiegata nella formazione e il rilascio nel sangue di ormoni fondamentali come l’insulina e il glucagone, che sono importanti per il controllo dei livelli di zucchero.
Come si combatte? Anche per il tumore al pancreas, la chemioterapia è l’arma più importante nell’affrontare un tumore del pancreas. Negli ultimi 20 anni l’efficacia e la sicurezza della chemioterapia sono migliorate grazie all’aumento dei farmaci disponibili e al loro utilizzo in combinazione. Ogni anno in Italia si registrano circa 14mila nuovi casi di tumore del pancreas, la maggior parte dei quali in persone fra i 60 e gli 80 anni. Le cause spesso sono legate a fumo e chili di troppo (soprattutto l’obesità): queste due cose aumentano il rischio di ammalarsi, così come la pancreatite cronica (uno stato d’infiammazione permanente fra le più gravi conseguenze di un abuso cronico di alcol) e l’essere portatori di una mutazione dei geni BRCA.
Quali sono i sintomi? È fondamentale non trascurare la comparsa improvvisa del diabete in un adulto, dolore persistente nella zona dello stomaco o a livello della schiena al punto di passaggio tra torace e addome, importante calo di peso non giustificabile, steatorrea (cioè feci chiare, oleose, poco formate, che tendono a galleggiare), comparsa di trombi nelle vene delle gambe o diarrea persistente non spiegata da altre cause.
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