Tumore al cervello: studi presentano nuova terapia in grado di rallentare la malattia

Durante il Congresso della Società americana di oncologia clinica (Asco), sono stati presentati alcuni studi che sembrano dare nuovi segnali di speranza riguardo le possibilità di sopravvivenza delle persone colpite da tumori al cervello, come glioma e glioblastoma, tra i più temuti e difficili da trattare.

La ricerca, che arriva dagli Stati Uniti, ha posto l’attenzione sull’efficacia di un nuovo farmaco e dei campi elettrici nel ritardare la progressione della malattia e la morte. Il primo studio, Indigo di fase 3, ha dimostrato che vorasidenib, il farmaco a bersaglio molecolare, sarebbe in grado di funzionare nei pazienti con glioma di grado 2 con mutazioni Idh, presenti in oltre 8 pazienti su 10. Il secondo studio, conferma invece buoni risultati per la terapia Ttfields, che prevede l’utilizzo di campi elettrici che inibiscono la divisione delle cellule tumorali.

Tempi più che raddoppiati tra il momento della diagnosi e la progressione della malattia

Il glioma, che insorge soprattutto in età pediatrica, (10 casi all’anno in Italia) e il glioblastoma, più frequente negli adulti (1.500 persone colpite ogni anno in Italia) sono tra i tumori cerebrali più temuti e complicati da trattare e la ricerca continua a lavorare per combatterle.

Il recente studio ha coinvolto 331 pazienti tra 16 e 71 anni di età, che avevano subito un intervento chirurgico ma nessun altro trattamento. I risultati hanno confermato un rallentamento piuttosto rilevante (tempi più che raddoppiati) tra il momento della diagnosi e la progressione della malattia. Questi risultati “rappresentano un significativo passo avanti nel trattamento e hanno il potenziale per rivoluzionare la cura di questa malattia”, ha detto il primo autore Ingo Mellinghoff, del Memorial Sloan Kettering Cancer Center.

Ricercatrice
Foto | unsplash @nationalcancerinstitute – Saluteweb.it

Il nuovo farmaco ha ritardato la progressione della malattia, la nuova molecola prende di mira le mutazioni genetiche di due geni, IDH1 e IDH 2. “Questi due geni sono stati identificati meno di 10 anni fa e regolano il metabolismo cellulare. Quando sono alterati, viene prodotto un enzima IDH ‘sbagliato’ che interferisce con alcuni meccanismi promuovendo la proliferazione cellulare. Aumenta, infatti, la sintesi di un onco-metabolita, il 2-HG (2-idrossiglutarato) che favorisce la crescita tumorale. Il nuovo farmaco agisce bloccando gli enzimi IDH alterati e impedisce loro di innescare questa cascata di eventi”, spiega Giuseppe Lombardi, neuro-oncologo presso l’Istituto Oncologico Veneto (Iov) di Padova, tra i 5 centri italiani che hanno preso parte alla sperimentazione internazionale guidata dal Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York.

Il periodo di sopravvivenza “è stato di 22,2 mesi per i pazienti che hanno ricevuto Ttfields rispetto a 17,3 mesi di quelli che non l’hanno ricevuta” ha detto Matthew Ballo, medical director al West Cancer Center & Research Institute di Memphis, ritardando in modo significativo il trattamento successivo.

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