La triptorelina è un farmaco antineoplastico che opera riducendo la secrezione ormonale, portando alla diminuzione dei livelli di testosterone nel corpo. È comunemente impiegata nel trattamento dei sintomi del tumore alla prostata in fase avanzata. Negli ultimi tempi, però, questo farmaco è diventato estremamente conosciuto per via del suo impiego nei pazienti con disforia di genere. Ma per quale motivo viene utilizzato in questo campo? Per quale motivo ultimamente se ne sta parlando tanto? Che cos’è esattamente la disforia di genere? Ecco tutte le risposte a queste domande.
Prima di parlare di triptorelina è assolutamente necessario definire la disforia di genere. La disforia di genere è una condizione caratterizzata da un profondo e persistente disagio derivante dalla discrepanza tra l’identità di genere e il sesso biologico.
Il sesso si riferisce alle caratteristiche biologiche che distinguono tra maschi e femmine, come cromosomi sessuali, gonadi, genitali esterni e caratteristiche sessuali secondarie sviluppate durante la pubertà. Il genere, invece, è definito da fattori culturali, sociali e psicologici che determinano i comportamenti tipici associati all’uomo e alla donna, e comprende l’identità di genere, che è il senso personale di appartenenza a uno specifico genere.
Mentre per la maggior parte delle persone il sesso biologico coincide con l’identità di genere, per alcune persone c’è una discrepanza tra i due. Queste persone, chiamate transgender, possono identificarsi con un genere diverso dal loro sesso biologico. L’incongruenza di genere, o transgenderismo, non è considerata una malattia, ma può causare notevole disagio psicologico e sociale.
Nella Classificazione statistica internazionale delle malattie e dei problemi correlati (ICD-11), l’incongruenza di genere è stata spostata dal capitolo delle malattie mentali a quello della salute sessuale. La disforia di genere, come definita nel DSM-5, può provocare ansia, depressione e difficoltà di adattamento sociale o lavorativo. Alcune persone affette da disforia di genere possono desiderare trattamenti ormonali e/o chirurgici per adattare il proprio corpo alla loro identità di genere.
Esistono varie terapie disponibili per assistere coloro che soffrono di disforia di genere. Questi trattamenti sono personalizzati: ciò che può aiutare una persona potrebbe non essere efficace per un’altra. Ad esempio, per alcuni individui, la modifica del proprio ruolo di genere può essere sufficiente, con il sostegno di uno psicologo o di uno psichiatra. Altri potrebbero avere bisogno di interventi più invasivi, come trattamenti ormonali o chirurgici, per alleviare il proprio disagio.
Uno dei trattamenti ormonali più conosciuti viene effettuato proprio con la triptorelina. Ecco di cosa si tratta.
La triptorelina è un medicinale utilizzato per interrompere lo sviluppo puberale nei casi di pubertà precoce. La sua prescrizione è limitata ai bambini di età inferiore a 8 anni per le ragazze e 10 anni per i ragazzi, ed è soggetta all’approvazione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) su diagnosi e piano terapeutico forniti da strutture specializzate, come indicato nella nota AIFA 51. L’uso della triptorelina negli adolescenti affetti da disforia di genere, per bloccare una pubertà normale, è considerato “off-label”, ovvero al di fuori delle indicazioni specifiche del farmaco. Tuttavia, con la determinazione n. 21756/2019, l’AIFA ha incluso la triptorelina nell’elenco dei farmaci finanziati interamente dal SSN, in conformità alla legge 648/96, per l’impiego in casi selezionati di disforia di genere, previa conferma diagnostica da parte di un’équipe specialistica multidisciplinare, quando il supporto psicologico, psicoterapeutico e psichiatrico non sia sufficiente.
“La triptorelina, un inibitore temporaneo e reversibile della pubertà, rappresenta un trattamento vitale per i giovani transgender e gender diverse, prescritto solo dopo un’accurata valutazione multiprofessionale. Il suo obiettivo non è quello di castrare chimicamente in modo definitivo, né di influenzare l’orientamento sessuale o l’identità di genere, ma piuttosto di fornire ai giovani e alle loro famiglie il tempo necessario per prendere decisioni ponderate e mature, prevenendo il rischio di stigma sociale, autolesionismo e suicidio“, hanno dichiarato 12 società scientifiche in una nota congiunta.
“Gli adolescenti transgender e gender diverse (Tgd) hanno un’identità di genere che non corrisponde al sesso assegnato alla nascita. Queste persone adolescenti possono provare una profonda sofferenza a causa dell’incongruenza di genere, sia dal punto di vista psicologico che fisico“, spiegano gli esperti. “Per ridurre tale disagio e consentire agli adolescenti di esplorare il proprio percorso di affermazione di genere, è stato proposto l’utilizzo di farmaci come gli analoghi del GnRH (GnRHa), che sospendono temporaneamente la progressione delle modificazioni puberali e sono stati a lungo impiegati nella terapia della pubertà precoce“.
Insomma, le comunità scientifiche sembrano essere concordi sull’utilità di questo farmaco per le persone con disforia di genere. Ma vediamo anche i possibili effetti collaterali e le controindicazioni all’uso di triptorelina.
L’assunzione di triptorelina può influenzare i livelli di alcuni ormoni e causare diversi problemi, tra cui il prolungamento dell’intervallo QT, un lieve aumento del rischio di ictus o problemi cardiaci più gravi, elevati livelli di zuccheri nel sangue e possibili interferenze con alcuni test di laboratorio.
Tra gli effetti collaterali più comuni si annoverano diarrea, mal di testa, vertigini, vampate di calore, stitichezza, nausea, disfunzioni sessuali, perdita di appetito, insonnia, affaticamento, vomito e disturbi gastrici.
In presenza di effetti collaterali come orticaria, rash, prurito, sensazione di oppressione al petto, difficoltà respiratorie, gonfiore del viso, della bocca, delle labbra o della lingua, mal di schiena, dolori ossei, dolore al petto, urine scure, presenza di sangue nelle urine, svenimenti, palpitazioni, mal di gola, febbre, brividi, difficoltà o dolore durante la minzione, sonnolenza, vertigini, crampi alle gambe, aumento improvviso di peso, gonfiore alle mani, alle caviglie, alle gambe o ai piedi, sintomi di infarto o ictus, problemi alla vista, è fondamentale rivolgersi tempestivamente a un medico per valutare la situazione.
L’uso della triptorelina è sconsigliato durante la gravidanza e l’allattamento al seno. Può compromettere le capacità di guida e l’abilità nel manovrare macchinari pericolosi, soprattutto se associato all’assunzione di alcol o altri farmaci.
È importante informare il medico prima di assumere triptorelina riguardo a:
– eventuali allergie al principio attivo, eccipienti, altri farmaci, alimenti o sostanze (in particolare al GnRH – ormone di rilascio delle gonadotropine);
– l’uso di altri farmaci, integratori o erbe medicinali, soprattutto quelli che possono aumentare i livelli di prolattina nel sangue o causare prolungamento dell’intervallo QT;
– pregresse o attuali patologie delle vie urinarie, disturbi midollari, anomalie di crescita ossea, irregolarità cardiache, problemi vascolari, diabete, alterazioni degli elettroliti;
– pregressi episodi di ictus o condizioni di gravidanza e allattamento.
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