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Trasfusioni di sangue anti-age: funzionano contro l’invecchiamento?

Le trasfusioni di sangue anti-age sono lo scambio di plasma intergenerazionale, cioè l’infusione di plasma (porzione liquida priva di cellule del sangue – da una persona giovane a una più anziana con l’intenzione di creare un beneficio per la salute.

In inglese, per riferirsi alla pratica si parla di young blood transfusion, che può essere meglio reso con infusione di plasma da giovani donatori.

Le trasfusioni di plasma funzionando sull’invecchiamento?

Da tempo si è creato un vero e proprio business al riguardo al punto che, nel 2019, la Food and Drug Administration degli USA (FDA) ha messo in guardia i consumatori dal ricevere infusioni di plasma da giovani donatori affermando che si trattava di una pratica che non ha benefici clinici provati e guidati da studi adeguati.

Foto | Unsplash @National Cancer Institute – Saluteweb.it

Alcune aziende, startup e cliniche in diversi stati americani, li stavano proponendo come presunto trattamento per combattere l’invecchiamento e una serie di patologie correlate quali perdita della memoria, morbo di Parkinson, demenza, sclerosi multiplamalattie cardiache.

I presunti benefici delle trasfusioni di sangue anti-age trovano la loro origine in una ricerca condotta sui topi intitolata Ageing research: Blood to blood e pubblicata su Nature nel 2015.

Lo studio in questione prevedeva alcuni esperimenti parabiotici sui topi: nel topo più anziano venne trasfuso il sangue di un topo più giovane e nel ricevente (topo più vecchio) vennero riscontrati alcuni miglioramenti in termini cognitivi e motori, così come un pelo più lucente.

Ciò avrebbe suggerito l’esistenza di fattori di ringiovanimento – ad oggi ancora in corso d’identificazione – che invertirebbero le menomazioni legate all’età in più tessuti di più organi, tra i quali cervello, cuore, pancreas, ossa, muscolo scheletrico e alcune differenze significative nei livelli di alcune proteine plasmatiche che potrebbe promuovere processi biologici riparativi o inibire la degenerazione patologica.

Ma quindi, ciò che si è verificato sui topi è possibile che si verifichi anche nell’uomo? Un gruppo di startup scientifiche sta cercando di scoprire i segreti della parabiosi e di usarli per affrontare le malattie legate all’invecchiamento.

Identificando i fattori nel plasma che cambiano con l’età, mirano a creare terapie che integrino ciò che è benefico nel sangue giovane o inibiscano ciò che è dannoso nel sangue vecchio.

In ogni caso, nessun team di ricerca sostiene che l’alterazione di uno o più fattori del sangue sarà l’unica risposta al rallentamento o all’inversione dell’invecchiamento, ma si concentra sul fatto che il sangue ha il potenziale vantaggio di attraversare vari meccanismi di invecchiamento, permettendo a molti di essi di essere modulati contemporaneamente.

Nel frattempo, i dubbi sulla pratica restano ancora molti e tanti aspetti restano da chiarire: fino ad ora, non ci sono prove scientifiche reali che dimostrino come tali trasfusioni di plasma abbiano benefici clinici negli esseri umani.

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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