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Tracheotomia, cos’è e perché viene eseguita

Quando l’apporto di ossigeno è insufficiente, e la respirazione è alquanto complicata, si pratica la tracheotomia, una manovra chirurgica alla trachea. E prevede due fasi importantissime e ben distinte: la dilatazione (apertura) temporanea della parete tracheale cervicale mediante un’incisione della cute a livello della trachea; collocamento di una speciale cannula tracheale in grado di garantire il passaggio dell’aria dall’esterno verso i polmoni e viceversa. Una manovra che garantisce al paziente una corretta ventilazione al paziente, quando a causa di edemi, neoplasie o altri fattori non è in grado di respirare correttamente in modo naturale. In sostanza, si può definire come un estremo tentativo salvavita. Infatti, la tracheotomia è uno degli atti chirurgici più antichi sinora documentati, eseguita essenzialmente per garantire un’adeguata respirazione alla persona in difficoltà.

Operazione chirurgica | pixabay @sasint

In cosa consiste?

Oggi la tracheotomia è un intervento (abbastanza) semplice da eseguire per una mano esperta. Inutile aggiungere che eventuali errori durate l’esecuzione della manovra possono dare origine a complicanze di varia entità. Inoltre, eseguire una tracheotomia non significa soltanto dare origine a una nuova via di passaggio dell’aria per ottimizzare la respirazione: incidere la parete tracheale significa anche alterare la fisiologia respiratoria e modulare l’anatomia cervicale. La trachea è, infatti, un condotto fibrocartilagineo flessibile ed elastico molto simile a un cilindro appiattito nella sua porzione posteriore. La sua funzione è quella di veicolare l’aria dall’esterno verso bronchi e polmoni (fase inspiratoria) e viceversa (fase espiratoria).

Tracheotomia o tracheostomia?

Spiegato tutto questo, però, non bisogna assolutamente confondere la tracheotomia con la tracheostomia. La prima, come abbiamo già accennato, è un’apertura temporanea della trachea (dopo la rimozione della cannula, il foro creato si chiude spontaneamente, ripristinando così la respirazione naturale), mentre la seconda è un’apertura permanente della trachea. Viene eseguita mettendo in comunicazione la breccia tracheale (si tratta dello squarcio creato) ai margini della cute nei quali è stata eseguita l’incisione: in questo modo, il lume tracheale è direttamente collegato con l’ambiente esterno.

Perché viene eseguita?

Perché i dottori decidono di eseguirla su alcuni pazienti? Può essere eseguita in tutte le occasioni in cui l’aria non riesce a giungere nei polmoni in quantità sufficiente. Una situazione non facile per chi soffre di questa condizione, con continui rischi di crisi respiratorie, alcune delle quali possono essere anche fatali per la vita del paziente. Per questo, in base a quanto sta accadendo, l’intervento di tracheotomia può essere realizzato sia in condizioni di urgenza sia di non urgenza.

Tracheotomia | pixabay @bluebudgie

Come, ad esempio, una presenza di muco o altre secrezioni nella trachea; ostruzione delle alte vie aeree a causa di traumi facciali, infezioni, stenosi (restringimento), angioedema; ostruzione delle vie aeree a causa di paralisi ai muscoli della gola o neoplasie; necessità di ventilazione continua nei pazienti con insufficienza respiratoria cronica: grave apnea ostruttiva del sonno nei pazienti intolleranti alla cosiddetta terapia CPAP (Continuous Positive Airway Pressure, che consiste nell’utilizzo di erogatori a pressione positiva); prevenzione dell’ostruzione bronchiale indotta da insufficienza respiratori; gravi ustioni della cavità orale; stenosi croniche della laringe e della trachea; prevenzione dell’aspirazione del contenuto gastrico; altre situazioni che rendono impraticabile l’intubazione endotracheale.

Redazione Saluteweb

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