È il secondo tipo di cancro più diffuso in Italia (sono state 50.500 le nuove diagnosi nel 2023) e i casi nelle persone giovani, anche prima dei 50 anni, sono in aumento
Il mondo del calcio è in apprensione per le condizioni di salute di Totò Schillaci, ex attaccante (tra le altre) di Juventus e Inter, ma soprattutto simbolo delle Notti Magiche di Italia ’90 con la maglia azzurra. Schillaci, 59 anni, è ricoverato all’ospedale Civico di Palermo. Da tempo, ormai, combatte contro un tumore al colon. Qualche giorno fa si era diffusa la falsa notizia della sua morte tanto da spingere la famiglia a smentirla con una storia sul suo profilo Instagram.
“Il nostro amato Totò è in condizioni stabili, viene monitorato dai medici giorno e notte”. Il testo si concludeva poi con parole di speranza: “Forza Totò” con un cuore rosso. Segnale che l’ex centravanti, che chiuse la carriera in Giappone al Jubilo Iwata, non sta per niente bene. Con due interventi alle spalle per tumore al colon, Schillaci è in condizioni critiche. In sostanza, la malattia che soltanto un anno fa pensava di aver sconfitto si è ripresentata in tutta la sua aggressività e si è reso necessario il ricovero all’ospedale Civico di Palermo.
Di cosa si sta parlando
La prima diagnosi l’aveva ricevuta nel gennaio 2022. Si tratta, come già accennato, di un tumore del colon retto: è il secondo tipo di cancro più diffuso in Italia (sono state 50.500 le nuove diagnosi nel 2023) e i casi nelle persone giovani, anche prima dei 50 anni, sono in aumento. “A febbraio 2022 mi hanno operato per la prima volta, due mesi dopo la seconda – aveva raccontato nelle interviste rilasciate al Corriere della Sera –. Due operazioni chirurgiche importanti. Non ho più il retto e lo sfintere. Però tra morire e avere questi problemi, meglio qualche piccolo problema. Sei mesi dopo mi hanno trovato una piccola macchiolina sulla cervicale, me l’hanno bruciata la radioterapia”.
Da quel giorno Schillaci ha iniziato un iter importante con controlli a scadenze regolari. Fino a quest’ultimo ricovero ha condotto una vita normale, partecipando anche al reality Pechino Express. Nessuna notizia della sua malattia fino, appunto, a qualche giorno fa, quando si è diffusa la notizia della sua morte.
Le nuove terapie
Ma ci sono nuove terapie per combattere questo tipo di tumore? Ha risposto al Corriere della Sera Antonio Russo, professore ordinario di Oncologia medica all’Università di Palermo: “Al contrario, ne esistono moltissime. Grazie ai progressi della ricerca abbiamo farmaci biologici capaci di bloccare la crescita del tumore. Diversi studi hanno poi dimostrato l’utilità dell’immunoterapia nell’allungare notevolmente la sopravvivenza dei pazienti che già presentano metastasi. E anche la chemioterapia funziona bene in moltissimi casi, prima o dopo l’intervento, per contrastare il rischio di ricaduta. Tutto però dipende da quanto la malattia è aggressiva e da quanto precoce è la diagnosi”.
Le statistiche sono chiare: in Italia il 65% dei pazienti con cancro al colon è vivo cinque anni dopo la diagnosi e sono sempre di più i malati che, se anche non possono guarire, riescono a convivere anche diversi anni con la neoplasia e una buona qualità di vita.
Il test di prevenzione
Come sempre, anche in questi casi, è fondamentale la prevenzione. Ancora oggi il 20% dei casi viene diagnosticato tardi, quando sono già sviluppate metastasi ed è assai difficile che si possa asportare completamente la neoplasia con un intervento chirurgico risolutivo. “C’è un modo efficace per diagnosticarlo agli inizi e salvarsi la vita: il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci (Sof). I carcinomi colon-rettali si sviluppano a partire da adenomi o polipi che impiegano anni, in media una decina, per trasformarsi in forme maligne ed è in questa finestra temporale che lo screening con il Sof consente di fare una diagnosi precoce ed eliminare i polipi intestinali prima che abbiano acquisito caratteristiche pericolose ed evolvano in un tumore maligno”, ha aggiunto Russo.
E ancora: “Il test Sof, che il sistema sanitario offre gratuitamente ogni due anni a tutti i 50-69enni, potrebbe evitare quasi nove casi di cancro su 10, ma la metà degli italiani non coglie l’opportunità”. I sintomi da non trascurare sono “la presenza nelle feci di sangue rosso vivo (talvolta misto a muco), senso di incompleta evacuazione, defecazione in più tempi ravvicinati, perdita di peso senza causa evidente, senso di spossatezza, febbricola, specialmente nelle ore serali”, ha concluso Russo.
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