Un uomo paralizzato a causa di un incidente in bicicletta è tornato a camminare dopo 11 anni grazie a un impianto rivoluzionario. Il dispositivo in questione è un “ponte digitale” che permette di creare un collegamento diretto tra cervello e midollo spinale per garantire nuovamente una comunicazione tra le due parti e quindi la decodifica del movimento.
Il meccanismo che ha permesso a Gert-Jan Oskam, 40 anni e olandese, di tornare a muoversi, è stato messo a punto da un team di ricercatori internazionale. Tutti i dettagli della ricerca e del lavoro degli studiosi sono stati pubblicati dalla rivista scientifica Nature. L’uomo, con una paralisi agli arti dovuta a un incidente di più di dieci anni fa oggi, grazie al lavoro dei ricercatori del Politecnico di Losanna guidati da Grégoire Courtine, riesce a camminare di nuovo, per il momento con l’aiuto di una stampella.
“Il mio desiderio era tornare a camminare e credevo fosse possibile”, ha spiegato il paziente. “Ho provato molte cose prima, ma ora devo solo imparare a camminare di nuovo, in modo naturale, perché è così che funziona il sistema”.
Il “ponte digitale” impiantato nel cranio dell’uomo è capace di creare un collegamento diretto tra il cervello e il midollo spinale consiste in una “interfaccia cervello-colonna vertebrale” costituita da due array con 64 elettrodi, che ripristina, in modalità wireless, la comunicazione tra il cervello e i nervi spinali bypassando la lesione midollare. Gli elettrodi, posizionati sopra la corteccia motoria, tracciano le onde cerebrali che comunicano la volontà di camminare e che vengono poi trasferite evitando il passaggio dal tessuto danneggiato. In questo modo l’area interessata riuscirà a decodificare l’azione del movimento e favorirà gli stimoli elettrici al midollo spinale.
“Questo sistema – ha affermato il neuroscienziato dell’EPFL Grégoire Courtine, che ha sviluppato il dispositivo insieme a un team multidisciplinare – utilizza un’interfaccia wireless tra il cervello e il midollo spinale (BCI) che trasforma il pensiero in azione“.
“Il dispositivo – ha spigato Jocelyne Bloch, neurochirurgo dell’EPFL – è costituito da sistemi di registrazione e stimolazione completamente impiantati, che stabiliscono un collegamento diretto tra i segnali corticali e la modulazione analogica della stimolazione elettrica epidurale mirata alle regioni del midollo spinale coinvolte nella produzione della deambulazione. Questo avviene in un tempo piuttosto breve: in poche sessioni, tutto è collegato“.
“Questa tecnologia è diversa, il paziente ha il pieno controllo sui parametri della stimolazione, il che significa che può fermarsi, può camminare, può salire le scale”, commenta il co-autore Grégoire Courtine, neuroscienziato. Oskam è il primo paziente che ha sperimentato il nuovo impianto che gli studiosi considerano rivoluzionario. I ricercatori intendono ora proseguire la sperimentazione coinvolgendo altre persone con lesioni del midollo spinale. “Il concetto di un ponte digitale tra il cervello e il midollo spinale apre una nuova era nel trattamento dei deficit motori dovuti a disturbi neurologici”, concludono i ricercatori, che sperano di poter adattare la soluzione anche per altre lesioni del midollo spinale e paralisi dovute ad altre cause, come ad esempio l’ictus.
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