Ottimo per l’estate, saporito e perfetto per preparare piatti freschi, leggeri e veloci, il tonno in scatola nasconde anche alcuni pericoli: ecco quali
il tonno in scatola, una delle soluzioni più utilizzate in cucina da parte degli studenti universitari fuorisede e da chi non ha molto tempo per prepararsi da mangiare, è un alimento gustoso, facile da utilizzare e perfetto per condire piatti come la pasta fredda, le insalatone, i panini e molto altro. In queste settimane, però, una brutta notizia ha scosso tutti gli amanti del tonno in scatola e ha lanciato l’allarme sui possibili rischi che questo alimento rappresenta per la salute. Vediamo tutto ciò che c’è da sapere a riguardo.
Il tonno in scatola venduto nei supermercati e nei negozi alimentari in Italia potrebbe contenere livelli pericolosi di mercurio, una sostanza altamente dannosa per la salute. A lanciare l’allarme è Bloom, una ONG francese, la quale ha pubblicato i risultati di test eseguiti da un laboratorio indipendente su 148 confezioni di tonno in scatola disponibili in Germania, Regno Unito, Spagna, Francia e, appunto, in Italia.
Le analisi hanno rivelato la presenza di mercurio in tutte le confezioni esaminate. Tuttavia, secondo quanto evidenziato dall’ONG, oltre la metà delle scatole supera il limite consentito per alcune specie ittiche, come il merluzzo, e una scatola su dieci contiene quantità di mercurio che eccedono anche la soglia massima permessa per il tonno (1 mg/kg). “Considerando i rischi per la salute associati all’assunzione di mercurio, anche a basse dosi – sottolinea l’ONG – tutti i prodotti con livelli superiori a 0,3 mg/kg dovrebbero essere ritirati dal commercio”.
Il consumo di mercurio, in particolare sotto forma di metilmercurio (il composto che si accumula nei pesci e nei molluschi), comporta diversi rischi. Questa sostanza è una neurotossina potente e l’esposizione può causare danni al cervello e al sistema nervoso, specialmente (ma non esclusivamente) influenzando lo sviluppo neurologico del feto e dei bambini piccoli. Inoltre, il metilmercurio è classificato come possibile cancerogeno dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC).
L’indagine sul tonno in scatola condotta da Bloom ha evidenziato che su 148 confezioni di tonno acquistate casualmente in cinque Paesi europei (Germania, Regno Unito, Spagna, Francia e Italia), tutte contenevano mercurio. Nello specifico, oltre il 57% delle scatolette analizzate superava il limite massimo di mercurio fissato dalle normative europee (Regolamento UE 617/2022) per alcune specie di pesci, come acciughe, sardine, merluzzo, sgombro e salmone, pari a 0,3 mg/kg.
Una confezione su dieci, inoltre, oltrepassava la soglia massima di tolleranza specifica per il tonno, che è di 1 mg/kg. “Questo limite elevato non è stato definito per proteggere la salute umana, ma per favorire gli interessi economici dell’industria del tonno – denuncia Bloom –. La soglia consentita per il tonno è tre volte superiore rispetto ad altre specie ittiche, senza alcuna giustificazione sanitaria per questa differenza”.
L’ONG ha sottolineato che il livello di tolleranza stabilito per il tonno corrisponde ai tassi più elevati di contaminazione rilevati in questa specie. “Di conseguenza, la popolazione è esposta a una contaminazione diffusa, con rischi significativi per la salute. Il tonno è il pesce più consumato in Europa e queste soglie, stabilite dalle autorità pubbliche europee, contraddicono l’obbligo di protezione della salute pubblica, consentendo la vendita del 95% del tonno pescato nonostante l’elevato rischio di contaminazione da mercurio”.
La Ong approfondisce spiegando che “il mercurio, le cui emissioni globali sono aumentate significativamente negli ultimi due secoli, si è accumulato in grande quantità negli oceani. Nei pesci si trasforma nella sua forma più tossica, il metilmercurio, che finisce sugli scaffali dei negozi e, successivamente, nei pasti di milioni di famiglie. Essendo un predatore all’apice della catena alimentare, il tonno accumula metalli pesanti attraverso le sue prede, provocando un livello di contaminazione da mercurio molto più elevato rispetto a specie ittiche di dimensioni inferiori”.
È stato inoltre evidenziato che “il mercurio è una neurotossina estremamente potente che si lega al cervello e risulta difficile da eliminare”, come afferma Julie Guterman, ricercatrice presso la Ong e autrice principale dello studio. “Poiché le soglie normative sono state fissate a monte, produttori e rivenditori possono ora immettere legalmente sul mercato prodotti contaminati. Far credere alle persone che il consumo di tonno sia sicuro dal punto di vista sanitario è un inganno inaccettabile, con conseguenze potenzialmente molto gravi”.
Di fronte a questa situazione, Bloom ha sollecitato la Commissione europea a “stabilire una soglia più restrittiva per il tonno (sia fresco che in scatola), equiparandola al limite più rigido imposto ad altre specie, ovvero 0,3 mg/kg. Considerando che il tonno è il pesce più consumato in Europa, ciò giustifica la necessità di una regolamentazione uniforme. Inoltre, gli Stati membri dovrebbero attivare clausole di salvaguardia per bloccare immediatamente la vendita di prodotti a base di tonno con livelli di mercurio superiori a 0,3 mg/kg nei propri territori”.
In aggiunta, si è richiesto che “governi e comunità proteggano i gruppi più vulnerabili vietando i prodotti a base di tonno nelle mense scolastiche, asili, case di riposo, reparti maternità e ospedali”.
Bloom, insieme a Foodwatch, ha anche lanciato una petizione internazionale indirizzata a dieci dei maggiori rivenditori europei, esortandoli “a tutelare la salute dei consumatori con controlli rigorosi e a imporre un divieto immediato sui prodotti a base di tonno che superano 0,3 mg/kg di mercurio, al posto dell’attuale limite di 1 mg/kg”.
Il metilmercurio, una forma organica del mercurio che si accumula nei pesci e nei molluschi, è estremamente tossico per la salute umana e costituisce un rischio significativo, in particolare (ma non esclusivamente) per lo sviluppo del cervello nei feti e nei bambini piccoli. Questo metallo pesante figura nella lista dell’Organizzazione Mondiale della Sanità delle dieci sostanze chimiche più pericolose per la salute globale, accanto a elementi come l’amianto e l’arsenico, poiché l’esposizione a tutte le sue varianti (metallico, inorganico, o organico come il metilmercurio) rappresenta una grave minaccia per il nostro organismo.
Il metilmercurio, la forma più pericolosa, è una potente neurotossina. Le persone esposte a elevati livelli di questa sostanza, spesso a causa del consumo di pesci con alti livelli di contaminazione, possono subire gravi danni alla salute. È anche classificato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) come potenzialmente cancerogeno.
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