Diverse patologie otologiche dell’orecchio medio – come le otiti, croniche semplici o colesteatomatose, l’otosclerosi, e la perforazione timpanica – sono spesso diagnosticate in ritardo. Le persone tendono ad adattarsi ai sintomi di questi disturbi, come la progressiva perdita dell’udito, fino a quando non risultano invalidanti. Al contrario, come per tutto quello che riguarda la nostra salute, una diagnosi precoce è fondamentale per trattare le patologie otologiche in maniera efficace e mininvasiva. Ma cosa intendiamo quando parliamo di otite media? Innanzitutto, con orecchio medio si intende quell’area dell’orecchio composta da membrana timpanica e apparato di trasmissione (catena ossiculare). Ed è destinato alla trasmissione del suono dall’orecchio esterno, quindi da padiglione auricolare e condotto uditivo, all’orecchio interno, dove verrà trasformato in impulso nervoso.
Quindi, l’otite media è una patologia che interessa quest’area dell’orecchio, causando infezioni e danni a membrana e catena ossiculare. L’otite può essere bilaterale o monolaterale. In presenza di otite è opportuno evitare il contatto con l’acqua perché potrebbe favorire la proliferazione di germi nell’orecchio e peggiorare l’infezione. Sono dunque da evitare i bagni in piscina e al mare, ma bisogna prestare anche attenzione nella quotidianità alle semplici docce.
Un altro (grosso) problema è il timpano perforato. Accade quando la membrana del timpano si lacera. E può essere provocata da un trauma (acustico, pressorio, per penetrazione di corpi estranei come i cotton fioc, o di un grave trauma cranico), ma anche essere conseguenza di episodi ricorrenti di otite media acuta. La presenza della perforazione di un timpano può condizionare la qualità della vita della persona interessata. Anche perché il timpano è fondamentale per l’udito. La sua membrana protegge anche l’orecchio medio da agenti esterni e batteri e quindi dalle infezioni. In caso di perforazione traumatica acuta (post-trauma) i sintomi sono dolore all’orecchio, perdita di sangue, ovattamento auricolare e calo dell’udito. Invece, in caso di perforazione dovuta a eventi infettivi acuti recidivanti sono il calo dell’udito, l’acufene (rumore all’orecchio) e otorrea recidivante.
L’otite cronica semplice può anche evolvere in colesteatoma. Si tratta di un accumulo di detriti di cellule epidermiche in disfacimento e granuli di colesterina, che formano una cisti di colorito bianco perlaceo, che si sviluppa all’interno dell’orecchio medio con proprietà corrosive sulle strutture ossee che formano le pareti dell’orecchio medio e sulla catena ossiculare. Detto questo, il colesteatoma è una patologia infiammatoria molto più grave della semplice perforazione del timpano. La terapia del colesteatoma è chirurgica e prevede l’asportazione di tutto il tessuto infiammatorio e la ricostruzione della membrana e della catena ossiculare.
Invece, l’otosclerosi è un disturbo che comporta una riduzione o perdita dell’udito (ipoacusia). Si tratta di una malattia ereditaria a eziologia multifattoriale e non ancora del tutto conosciuta che nel 70-80% dei pazienti è bilaterale, cioè interessa entrambe le orecchie. A cosa è dovuta? Alla trasformazione distrofica dell’osso che contiene l’apparato recettoriale dell’organo uditivo (capsula otica) e si manifesta, nelle prime fasi della malattia, con il blocco del più piccolo ossicino della catena, la staffa. L’otosclerosi si sviluppa generalmente tra i 20 e i 40 anni e interessa in particolar modo la popolazione femminile, in cui peggiora in alcune fasi della vita, come il primo flusso mestruale (menarca), la gravidanza o la menopausa, a causa dell’influenza nella determinazione della patologia del ciclo estro-progestinico.
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