I tatuaggi sono un po’ come ricordi indelebili impressi sulla nostra pelle. C’è chi li ama, chi li apprezza, chi preferisce guardarli sulla pelle di qualcun altro piuttosto che farsene, ma la verità è che attorno al mondo dei tatuaggi vorticano molti pensieri comuni.
Tra questi, c’è chi pensa che farsi un tatuaggio potrebbe essere un rischio per la propria salute a causa di un’ipotetica correlazione con l’insorgenza di linfomi.
Che cosa sono i linfomi?
I linfomi sono dei tumori del sistema linfatico, ovvero l’insieme di tessuti e cellule adibiti alla difesa dell’organismo da agenti esterni.
Il sistema linfatico è costituito da vasi che hanno il compito di trasportare la linfa, ovvero un fluido che contiene materiale di scarto, liquidi in eccesso, linfociti e cellule del sistema immunitario.
I linfociti, in caso di presenza di infezioni all’interno dell’organismo, aumentano di dimensioni e questo provoca il tipico rigonfiamento dei linfonodi.
In che modo i tatuaggi potrebbero andare ad aumentare la probabilità di insorgenza di linfomi, ovvero tumori legati a questo importante sistema del corpo umano?
La correlazione nascerebbe dall’idea che tatuandoci andiamo ad introdurre nel nostro corpo una sostanza esterna che verrà assorbita dalla pelle e questo potrebbe portare ad una risposta da parte del sistema linfatico con conseguenze negative. Ma è davvero così?
I tatuaggi possono provocare un linfoma?
Una ricerca pubblicata su TheLancet, condotta su dati statistici appartenenti a 12mila svedesi, ha dimostrato come presentassero una probabilità del 21% più alta di sviluppare un linfoma coloro che avevano tatuaggi sul corpo. Ma questo non significa che i tatuaggi siano i diretti responsabili di questa predisposizione.
Ecco un estratto dell’articolo ufficiale:
“Soggetti tatuati hanno un rischio aumentato del 21% di linfoma maligno rispetto a soggetti non tatuati, soprattutto per quanto riguarda due specifiche forme, il linfoma diffuso a grandi cellule B e per il linfoma follicolare.”
Lo studio ha preso in esame informazioni di 12mila pazienti presenti da una banca dati nazionale scremando fino a raccogliere i casi di linfoma maligno registrati tra il 2007 e il 2017, per poi effettuare un’ulteriore scrematura per fascia di età, ovvero considerando solo coloro che appartenevano al range 20-60 anni.
Questa selezione non tiene conto di altri fattori che potrebbero aumentare la probabilità di sviluppare un linfoma. Ad esempio, coloro che vivono in grandi città, con molto inquinamento, avranno più probabilità di sviluppare un tumore a prescindere dall’eventuale presenza sulla loro pelle di uno o più tatuaggi.
In poche parole, i tatuaggi non sono la diretta causa dei linfomi ma dei semplici marcatori di rischio. La correlazione statistica non prova la relazione causa-effetto, perciò i tatuaggi rimangono solo uno die possibili fattori che possono provocare l’insorgenza di linfomi.
Cosa succede al nostro corpo quando ci tatuiamo?
Quando l’ago del attuatore buca la pelle per tatuarci, avviene una risposta da parte del sistema immunitario. Questo perché una sostanza esterna sta entrando nel nostro corpo e, come è giusto che sia, le nostre difese fisiologiche intervengono, questo fa in modo che l’inchiostro arrivi anche ai linfonodi vicini alla zona che abbiamo deciso di tatuarci, ed è il motivo principale per cui gli studiosi hanno scelto di indagare l’ipotetica correlazione tra linfomi e tatuaggi. Ma restano ancora molte domande e dubbi.
Quello che bisogna tenere a mente è che quando scegliamo di fare un tatuaggio, dobbiamo sempre affidarci a persone esperte e a studi in grado di garantire pulizia adeguata degli strumenti e la massima qualità dei prodotti utilizzati.
Infatti, l’utilizzo di inchiostri scadenti potrebbe provocare delle conseguenze gravi, non per forza riconducibili ai linfomi, ma altrettanto nocive per il nostro organismo.