Per moltissime persone l’estate è sinonimo di spensieratezza, ritmi più lenti, ferie e vacanze, gioia per la possibilità di spendere più tempo all’aria aperta. Per altre – e i casi sono meno rari di quanto si pensi – la stagione estiva può portare al peggioramento di alcuni sintomi, come nel caso dell’aumento di ansia, caldo e depressione.
Per qualcuno l’estate significa “talassofobia”.
Per qualcuno, poi, c’è un ingrediente estivo che è davvero poco gradito, lo stesso che molti altri amano e non vedono l’ora di vivere: il mare. Parliamo di chi è affetto da talassofobia, ossia la fobia del mare. Per queste persone, le grandi distese di onde blu rappresentano una paura insormontabile.
Ma cosa significa avere paura del mare? E come capire se si soffre di talassofobia?
Cos’è la talassofobia
Come riporta il dizionario Treccani, la parola talassofobia ha un’etimologia che proviene dal greco thalassa- mare- e phobos- paura, fobia) e si definisce come la “paura ossessiva del mare, dei bagni marini e della navigazione”.
Si tratta di una fobia specifica che causa un timore irrazionale ed intenso ed è accompagnata da un’inmancabile ansia cronica. Nei casi più gravi, come succede per molti tipi di paure, può arrivare a limitare le attività della vita quotidiana. Analogamente ad altre fobie, inoltre, spesso è originata da un evento traumatico e può presentarsi a qualsiasi età.
È riconducibile alla paura dell’ignoto
In generale, il mare, e in particolare l’oceano, può rappresentare una minaccia. Molti lo percepiscono come uno spazio vasto, quasi infinito, senza limiti, che ha il potere di disorientarci, allontanarci dalla terraferma, risucchiarci e persino annegarci.
Tale fobia non va scambiata con paure che sembrano simili, come ad esempio la fobia dell’acqua, che viene definita, in psichiatria, acquafobia, o l’idrofobia, che definisce sia la paura dell’acqua che dei liquidi più in generale e ha come causa primaria la malattia della rabbia.
In cosa si traduce la paura del mare
La talassofobia è una particolare forma di paura per cui, chi ne soffre, ha la fobia dell’acqua profonda, dunque può avere:
- paura di fare il bagno;
- paura di navigare in mare;
- paura del mare profondo, di nuotare al largo dove non si vede il fondo;
- paura della profondità dell’acqua in generale, in mare, in piscina o in un lago;
- paura del mare aperto e ignoto;
- paura dell’oceano;
- paura del mare di notte e scuro;
- paura di andare in apnea.
Andando più nello specifico, ci sono tre ulteriori declinazioni della fobia del mare. La prima è la cimofobia, quindi la paura legata precisamente alle onde del mare, al mare mosso o agitato, e quindi ovviamente del mare in tempesta. Segue la scopulofobia, ossia la paura degli scogli sommersi, la paura di ciò che non si conosce nel mare e di ciò che non si vede dalla superficie o dal punto di “galleggiamento”. Infine si può riscontrare in alcune persone la selacofobia, la paura degli squali, che un noto film ha contribuito a fissare nell’immaginario collettivo come predatori feroci che in realtà sono meno interessati agli esseri umani di quanto è stato più volte raccontato.
Sintomi e cause della “fobia del mare”
I sintomi più diffusi della fobia del mare profondo possono essere:
- vertigini;
- mal di testa;
- nausea;
- tachicardia;
- ansia;
- attacchi di panico.
Alcune di queste sensazioni emergono già soltanto alla vista di uno specchio d’acqua, che non raffigura necessariamente il mare, nei casi più acuti basta anche quello di una piscina.
Le cause
Nel manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, chiamato DSM-5, la talassofobia è classificata tra le fobie specifiche, ciò significa che i sintomi della fobia sono generalmente ben definiti, mentre lo stimolo fobico, quindi la causa scatenante, varia molto da persona a persona.
I moventi della talassofobia possono essere dunque di diversa natura: le cause potrebbero essere in qualche misura genetiche, ma le ragioni sono legate più spesso a esperienze (spesso anche traumatiche) vissute nell’infanzia o in determinati periodi della vita. Infine c’è una questione legata all’educazione e al tempo speso con i propri cari, il quale causa come conseguenza che se i genitori soffrono d’ansia o talassofobia, questi possono trasmettere ai bambini la paura del mare.
Addirittura, di soffrire di talassofobia può capitare anche ai nuotatori professionisti, che quindi si rivelano abilissimi nel nuoto ma al contempo hanno paura del mare aperto o quella di annegare.
Come si supera la paura del mare?
Qualsiasi paura, prima di essere affrontata, va riconosciuta in modo chiaro e consapevole. Esistono test per capire se si soffre di talassofobia, e il più semplice può essere quello di guardare le foto di profondità marine, del mare di notte, ma anche di laghi (solitamente più torbidi e quindi ancora più misteriosi), e vedere quali effetti scaturiscono gli scatti.
Tra i rimedi per gestire e curare la talassofobia, può esserci quello di educarsi a una corretta respirazione, imparando ad usare il diaframma, il quale regolarizza il respiro e favorisce una maggiore calma intervenendo sullo stato ansioso che caratterizza la fobia.
Un altro approccio alla cura della talassofobia è quello di riprendere pian piano familiarità con il mare, quindi esporsi ad esso in modo graduale, iniziando l’avvicinamento con luoghi con fondali bassi e più limpidi possibile, magari con la compagnia di una persona di fiducia con buone capacità di nuoto.
Un percorso psicologico o psicoterapeutico può aiutare notevolmente
Molte fobie, anche diversissime tra loro, scaturiscono a livello psicologico dalla paura di perdere il controllo. Per questo, per andare più in profondità e scavare all’interno del problema, per poi trovare una soluzione, un aiuto psicologico è una delle soluzioni sicuramente più efficaci per individuare le cause della fobia del mare, gestirne i sintomi e provare a risolverla.
Anche tramite un percorso di psicoterapia, di tipo cognitivo-comportamentale, la persona che soffre di talassofobia può risalire alle motivazioni che hanno scatenato tale paura, imparare a gestire le ansie che essa provoca e, con il tempo, poter tornare ad apprezzare i benefici del mare sulla mente e sul corpo, insieme a chi non vede l’ora di trascorrere una giornata al mare.