C’è sempre il pericolo della demenza senile (si calcola che colpirà 139 milioni di persone nel 2050) che incombe su di noi. Ma adesso gli scienziati danno una speranza a tutti e parlano della super memoria dei super anziani. Come riporta il Corriere della Sera, sono stati individuati dai ricercatori dell’Alzheimer Disease Research Unit di Madrid con uno studio pubblicato sul Journal of Neuroscience: “I super anziani sono ultraottantenni con la memoria di cinquantenni e sono la prova che il declino cognitivo legato all’età non è inevitabile”, hanno assicurato. Il dottor Bryan Strange, e la sua squadra, hanno seguito per cinque anni 64 super anziani dalla memoria brillante e 55 anziani tipici, riscontrando nei primi una migliore tenuta della sostanza bianca, più volume in aree del cervello come l’ippocampo e la corteccia entorinale e migliore connettività tra le regioni coinvolte nella cognizione.
Lo studio
Attenzione: questa è una materia ancora da esplorare. Ma i super anziani, quelli del primo gruppo appunto, hanno valori migliori di pressione, metabolismo del glucosio, mobilità e hanno più relazioni sociali, ma sembrano irrilevanti le differenze fra qualità del sonno, alimentazione sana e no, uso di alcol e tabacco e sport praticati o no. Non si possono fare delle stime. Si può camminare in un percorso pieno di ipotesi. Così, senza correre il rischio di cadere in errore, si può ipotizzare che almeno il 10% degli anziani potrebbe avere caratteristiche super. E, come detto, la materia è ancora tutta da esplorare. Quindi, non è escluso che questo 10% possa aumentare nei prossimi anni. Il Corriere della Sera ha sentito diverse personalità con la memoria super. In primis, Amalia Ercoli Finzi, 87 anni, ingegnere aerospaziale, consulente di Nasa, Asi, Esa, volto di tanti talk politici, alle conferenze porta slide di sole immagini, mentre tanti giovani le slide le usano per ricordare i dati.
Si appunta solo le cose essenziali e nel telefono ha salvati soltanto i numeri delle persone che sente raramente perché gli altri li sa a memoria: “La memoria è come un muscolo, va tenuta in attività. Il mio primo ricordo risale a quando avevo due anni: iniziava la guerra, mamma riscaldava l’acqua per il bagno in un catino al sole, ci sono cascata dentro e, mentre lei urlava alla nonna che ero morta, io guardavo il cielo azzurro e pensavo: morire è proprio bello”. Un trucco, però, ce l’ha: “Ricordo le cose per assonanza. Per ricordarmi di uno che si chiama Bottura, l’associo all’architetto Botta”.
Super anziani
In secondo luogo, c’è anche il professore Silvio Garattini, 95 anni. Farmacologo, oncologo, fondatore dell’Istituto Mario Negri di Milano, tiene lezioni, conferenze e snocciola dati a braccio, senza un appunto: “Credo dipenda dal fatto che continuo a studiare tanta letteratura scientifica. Aiuta a invecchiare in una buona condizione fisica. Tre anni fa, ho avuto l’avventura, a Trieste, di cenare con una cinquantina di centenari che stavano tutti bene: uno stava scrivendo un libro, uno componeva poesie… Io salto il pranzo, faccio sei chilometri al giorno, dormo otto ore: è chiaro che ho più possibilità di conservare una buona memoria. Mi meraviglia che lo studio spagnolo non valorizzi gli stili di vita sani, ma è fatto su un campione troppo piccolo”, ha raccontato.
E cosa dire di Corrado Augias, 89 anni? Lui ha spiegato così la sua super memoria: “Per una buona memoria, servono due cose: esercizio e interesse per la cosa da ricordare. Io so ancora molte delle poesie studiate da ragazzo. Coi nipoti, cito Pascoli, D’Annunzio, Carducci. Se hai esercitato molto la memoria prima dei 18 anni, resta buona più facilmente. E io, nello sterminato repertorio della musica sinfonica e lirica, ricordo i brani con facilità perché questa è una mia passione”. Ed eccoci arrivare a Silvana Giacobini, 85 anni, storica direttrice di settimanali, autrice di biografie di celebrità e di gialli: “Ho un hard disk pieno, ho ricordi indelebili, come i cinque incontri con Hillary Clinton e i cinque con Carlo d’Inghilterra, e ho sempre la sensazione di aver dimenticato troppe cose, ma se devo recuperare un ricordo, penso ad altro e il ricordo ritorna”. Un altro suo trucco è cancellare i ricordi brutti, perché inquinano la mente, e tenere soltanto quelli belli: “Mio padre fumava, io detesto il fumo. Gli dicevo: smetti, fa malissimo alla memoria. E lui: il bello è questo”, ha spiegato.