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Spondilolistesi, cause e sintomi della patologia di cui soffre Luigi Mangione

In questo articolo andiamo a scoprire tutto ciò che c’è da sapere a proposito del problema di cui Luigi Mangione soffre fin dall’infanzia

Luigi Mangione, il 26enne accusato dell’omicidio di Brian Thompson, amministratore delegato del gruppo assicurativo statunitense United Healthcare, convive fin dall’infanzia con una patologia chiamata spondilolistesi, una condizione che può essere dolorosa e limitante anche dal punto di vista psicologico. Proveniente da una famiglia agiata di Baltimora, Luigi Mangione aveva interrotto ogni contatto con i genitori da diversi mesi, e il motivo potrebbe essere legato anche alla sua condizione medica. “Luigi – ha raccontato al New York Times un ex compagno di liceo – aveva chiuso con tutti dopo un’operazione alla colonna vertebrale che sembrava non aver risolto i dolori cronici. Quei dolori gli impedivano non solo di praticare sport, ma anche di vivere serenamente una relazione intima con le ragazze”. Le ragioni del suo gesto, quindi, potrebbero dipendere anche da questa condizione, ma cerchiamo di scoprire qualcosa in più proprio sulla spondilolistesi.

Caratteristiche, cause, sintomi e molto altro sulla spondilolistesi

La spondilolistesi colpisce la colonna vertebrale ed è caratterizzata dallo scivolamento graduale e progressivo di una vertebra rispetto a quella sottostante, sia in avanti che all’indietro. Tale spostamento provoca una certa instabilità vertebrale, compromettendo il normale funzionamento della colonna e, in alcuni casi, causando dolore. Le vertebre più frequentemente coinvolte sono quelle delle regioni lombari inferiori, in particolare la quarta e la quinta vertebra lombare (L4 e L5), oltre alla prima vertebra sacrale (S1).

Le cause

Le cause della spondilolistesi possono variare da caso a caso: si va dal deterioramento e dalla degenerazione della vertebra e del disco intervertebrale a traumi spinali, infezioni come la spondilite tubercolare o tubercolosi vertebrale (nota anche come morbo di Pott) e la spondilolisi istmica, che consiste nella frattura dell’arco posteriore della vertebra interessata, spesso associata a una precedente spondilolistesi.

Spondilolistesi | Pixabay @Henadzi_Pechan – Saluteweb

 

I sintomi più comuni

I sintomi della spondilolistesi variano in base all’entità dello spostamento delle vertebre. In alcuni casi, la patologia può essere del tutto asintomatica o presentare solo lievi disturbi. Il dolore lombare, tipico della lombalgia e della sciatica, è il sintomo più comune, peggiorando con attività fisica o prolungata stazione eretta. Questo dolore può essere intermittente o continuo e, non sempre, si estende alle gambe. Nei casi più severi, il dolore può diventare cronico e accompagnarsi a lombosciatalgia e sciatalgia.

Come si effettua la diagnosi

In base ai sintomi riportati dal paziente, il chirurgo specializzato in patologie vertebrali esegue una visita approfondita e prescrive esami radiologici e strumentali necessari per confermare la diagnosi di spondilolistesi. Talvolta, la patologia viene individuata in modo fortuito durante accertamenti svolti per altre ragioni. Gli esami comunemente richiesti includono:

  • Radiografia (RX) statica e dinamica della colonna lombare: utile per analizzare e identificare anche lievi gradi di scivolamento vertebrale (listesi);
  • Risonanza magnetica nucleare (RMN) della colonna lombare: fondamentale per valutare eventuali compressioni dei nervi spinali, spesso coinvolti nella spondilolistesi;
  • Tomografia computerizzata (TAC) della colonna lombare: necessaria per determinare il tipo di spondilolistesi e pianificare il trattamento più adeguato.

Le cure disponibili

Nei casi in cui il dolore risulta essere intenso, il primo approccio al trattamento della spondilolistesi è di tipo conservativo. Questo genere di cura include periodi di riposo, l’assunzione di farmaci antidolorifici e antinfiammatori, e la pratica di ginnastica posturale, da evitare durante le fasi di dolore acuto. Alcuni pazienti possono trovare sollievo utilizzando un busto ortopedico per brevi periodi, previa valutazione medica.

Se le terapie conservative non producono risultati o il dolore diventa più intenso, si può ricorrere alla chirurgia, oggi spesso supportata da tecnologie robotiche. L’intervento più comune è l’artrodesi, una procedura che consiste nella fissazione e fusione delle vertebre lombari per stabilizzarne la posizione. Nei casi in cui la spondilolistesi non presenti sintomi, invece, non è necessario alcun tipo di intervento.

Federico Liberi

Sono laureato in Psicologia dei processi sociali all’Università di Roma “La Sapienza”. La mia più grande passione insieme alla scrittura è il calcio, ma mi piace rimanere informato sullo sport a 360 gradi oltre che sull’attualità e la politica. Nel 2020 è stato pubblicato su Amazon un mio saggio sulla Programmazione Neuro-Linguistica.

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