Può capitare a tutti di passare la notte in bianco o di andare a letto più tardi del solito. Fin quando queste eccezioni restano tali non ci sono grosse conseguenze, ma quando si trasformano in cattive abitudini la situazione cambia. Secondo un nuovo studio, pubblicato sul portale medRxiv e in attesa della peer review (necessaria per l’approdo sulle riviste specializzate), le persone con una routine notturna irregolare correrebbero un rischio maggiore di perdere la vita a causa del cancro o delle patologie cardiache in confronto a quelle che rispettano degli orari precisi.
Lo studio, della durata di sette anni, è stato condotto da un gruppo di ricercatori di varie università (tra cui quelle di Melbourne e Montreal) su numerosi adulti di mezza età o più anziani (dai 40 ai 70 anni). “Per quanto ne sappia, il nostro studio è il più grande mai condotto sugli effetti del sonno irregolare sulla mortalità per tutte le cause”, ha dichiarato Mattew Pase, professore di psicologia presso la Monash University (in Australia) e co-autore dello studio. “I nostri risultati indicano che un ritmo sonno veglia sregolato ha un impatto sulla mortalità a prescindere dalla quantità di ore trascorse dormendo”.
Per svolgere la ricerca, Pase e i suoi colleghi hanno reclutato circa 90mila persone residenti nel Regno Unito e hanno chiesto loro di indossare al polso dei dispositivi per la rilevazione del movimento per circa una settimana. In base ai dati forniti dai device, i ricercatori hanno assegnato un “punteggio di regolarità del sonno” a ciascuna persona coinvolta, basato sulla probabilità che l’individuo in questione fosse sveglio o addormentato nello stesso intervallo di tempo per due giorni consecutivi.
Un gruppo di partecipanti è stato inserito nella categoria “bassa regolarità del sonno”, in quanto i suoi componenti avevano una percentuale del 41% di essere svegli o addormentati nello stesso intervallo di tempo per due giorni di fila. Questa percentuale è risultata del 61% per i partecipanti con una regolarità del sonno nella norma.
Nei sette anni successivi alla raccolta dei dati, 3.010 partecipanti sono morti. Gli autori dello studio hanno riscontrato che le persone con un “punteggio di regolarità del sonno” più basso avevano il 46% di possibilità in più di perdere la vita rispetto agli altri. Tra i partecipanti che sono morti, 1.701 sono deceduti a causa del cancro e 616 per colpa di patologie cardiovascolari. Nel complesso, rispetto a chi dorme regolarmente, le persone con un ritmo sonno-veglia irregolare correrebbero un rischio maggiore del 33% di morire per via del cancro e del 73% di perdere la vita in seguito a una malattia cardiovascolare.
Oltre alla regolarità e alla durata media del sonno, l’analisi ha preso in considerazione fattori come l’età, l’etnia, il sesso, l’eventuale tabagismo, il livello di istruzione, il salario e la possibile presenza di condizioni come il diabete, i disturbi cardiovascolari e il cancro. “Le variazioni nel ritmo sonno veglia possono interferire con i processi del corpo, come la riparazione dei tessuti e il metabolismo, andando così ad aumentare il rischio di sviluppare delle malattie croniche”, ha spiegato Pase. Al momento però si tratta di un’ipotesi, perché il team di ricerca non è riuscito a dimostrare una correlazione effettiva tra i ritmi del sonno poco regolari e l’aumento della mortalità. A conti fatti, potrebbe anche essere vero il contrario: i cambiamenti nella regolarità del riposo notturno potrebbero dipendere dai cambiamenti affrontati dal corpo a causa dello sviluppo di determinate patologie.
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