Smartphone e figli, i consigli per aiutarli ad avere un rapporto sano con la tecnologia

In rete ci sono mille distrazioni e diversivi studiati per catturare la nostra attenzione e farci passare sempre più tempo davanti a uno schermo. Gli adolescenti poi sono fisiologicamente più inclini a seguire gli stimoli attrattivi presenti sul web. Allo stesso tempo, in rete ci sono tante risorse da sfruttare per creare progetti anche importanti.

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Immagine | Pixabay @ StockSnap

I ragazzi devono quindi imparare a mantenere un rapporto sano e bilanciato con la tecnologia. I genitori dal canto loro devono tenere a mente che solo una minima parte dei giovani soffre di effettiva dipendenza da internet, videogiochi e smartphone: la maggior parte dei ragazzi tende solo a farne un utilizzo eccessivo, e necessita di un aiuto nella gestione del tempo. Utilizzo che va regolamentato soprattutto in alcuni momenti della giornata: quelli legati al sonno e allo studio.

Programmare i tempi online

Innanzitutto è importante alternare tempi davanti allo schermo e tempi offline. Ma non solo: bisogna anche pianificare il tempo e le attività che si intendono portare avanti mentre si usano i dispositivi elettronici, in modo da evitare distrazioni. Si tratta di una sana abitudine che è bene assumere fin da piccoli. Per far questo si può prendere spunto dalla cosiddetta “tecnica del pomodoro”, ideata alla fine degli anni ’80 da Francesco Cirillo, sviluppatore software ed imprenditore di origini italiane che prese spunto per questo metodo dai timer a forma di pomodoro usati in cucina. La tecnica prevede delle sessioni di lavoro da 25 minuti, seguite da una pausa di 5 minuti. Ogni quattro sessioni, il tempo per la pausa può salire a 15-30 minuti. Queste tempistiche sono studiate per gli adulti, e vanno adeguate ai bambini, ma l’idea di brevi sessioni di concentrazione seguite da pause (che fungono anche da gratificazioni) resta un modello valido.

Quanto tempo davanti agli schermi?

Anche se è difficile dare delle regole nette, molte organizzazioni internazionali (OMS, American Pediatrics Organization, American Heart Association, Società italiana di Pediatria) concordano nel dare le stesse indicazioni di massima quando si tratta di porre un limite all’utilizzo dei dispositivi da parte dei più giovani. Ecco e tempistiche consigliate: niente schermi prima dei 2 anni; un’ora al giorno dai 2 ai 4 anni; un’ora e mezza/due ore al giorno fino a 10 anni; due ore al giorno massimo di attività ricreativa fino a 14 anni (escluso l’utilizzo scolastico); e infine un’indicazione valida per grandi e piccoli: mai durante i pasti e mai prima di andare a dormire, per non disturbare la digestione e il sonno.

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Immagine | Pixabay @ Mirko Sajkov

I rischi

Passare troppo tempo davanti a uno schermo quando si è nell’età della crescita comporta anche dei rischi. Tra i possibili effetti indesiderati compaiono disturbi cognitivi (ad esempio iperstimolazione e problemi di attenzione) ma anche di tipo psicologico-relazionale, come una minore attitudine al confronto di persona. A questi si aggiungono disturbi fisici quali sedentarietà, riduzione del sonno, fastidio agli occhi e l’assunzione di posture errate.

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