Se affrontato nella giusta maniera risulta una soluzione ideale per chi ha problemi articolari o si affaccia alla corsa per la prima volta
Nel vasto panorama delle discipline sportive, il slow running sta emergendo come una pratica inclusiva e benefica, adatta a chiunque voglia mantenersi in forma senza sottoporre il proprio corpo a stress eccessivi. Sviluppato dal fisiologo giapponese Hiroaki Tanaka, lo slow running si distingue per essere una modalità di corsa particolarmente lenta e delicata, pensata per ridurre al minimo l’impatto sulle articolazioni. Una soluzione ideale non solo per chi ha problemi articolari, ma anche per chi si avvicina alla corsa per la prima volta o desidera un allenamento meno impegnativo.
In un’epoca in cui il benessere fisico è sempre più centrale, lo slow running si propone come una disciplina versatile e accessibile, capace di coniugare sicurezza e efficacia. Non si tratta di una semplice moda, ma di un approccio sostenibile all’attività fisica, che può essere praticato da chiunque, indipendentemente dall’età o dalla forma fisica. Con il giusto equilibrio tra slow running e altre forme di allenamento, è possibile ottenere benefici significativi per la salute, migliorando sia il corpo che la mente.
Caratteristiche e tecnica
La tecnica dello slow runnng si basa su movimenti precisi e controllati. Si tratta di fare passi piccoli e brevi, circa 45 passi in quindici secondi, appoggiando il piede al suolo con il metatarso, anziché con i talloni o le dita. Anche se i talloni possono toccare brevemente il suolo, il peso principale viene distribuito sulla parte anteriore del piede, riducendo così lo stress sulle articolazioni.
La postura è un elemento chiave: la schiena deve rimanere dritta durante tutta la corsa, con il mento parallelo al suolo e lo sguardo rivolto in avanti. Una postura corretta non solo previene infortuni, ma permette anche di mantenere una respirazione regolare e un corpo rilassato. Il ritmo della corsa deve essere sufficientemente lento da permettere di parlare senza difficoltà, un parametro essenziale per misurare l’intensità dell’esercizio.
I benefici dello slow running
I benefici del slow running sono numerosi e si estendono ben oltre la semplice perdita di peso. Uno dei principali vantaggi è la riduzione del rischio di infortuni rispetto alla corsa tradizionale, spesso associata a problemi muscolari, articolari e tendinei. Mentre la corsa ad alta intensità può sovraccaricare il corpo, il slow running offre un’alternativa sicura che permette comunque di bruciare un numero significativo di calorie, superiore persino a quello della camminata.
Questo tipo di corsa è particolarmente indicato per le persone over 55, che possono trarre beneficio da un esercizio che contrasta la perdita muscolare legata all’invecchiamento. Infatti, allenando in modo armonico i muscoli di glutei e arti inferiori, lo slow running aiuta a mantenere la massa muscolare e ad abbassare la pressione sanguigna. Inoltre, studi suggeriscono che questo tipo di attività fisica possa migliorare la memoria, offrendo quindi vantaggi anche a livello cerebrale.
Un trend che spopola sui social
Nonostante le sue origini risalgano a diversi anni fa, lo slow running sta guadagnando popolarità anche grazie ai social media. La tiktoker Ariel Greenstein è una delle principali promotrici di questo approccio alla corsa, dimostrando come sia possibile partecipare a maratone e altre competizioni anche mantenendo un ritmo più lento. Ariel sostiene che lo slow running sia un modo per avvicinare alla corsa anche i più diffidenti, rendendo il mondo del running più inclusivo e accessibile.
Il fenomeno dello slow running si inserisce perfettamente nel contesto attuale, dove l’inclusività e la sostenibilità stanno diventando valori sempre più centrali. La possibilità di praticare un’attività fisica senza la pressione di dover raggiungere prestazioni elevate può aiutare molte persone a superare le barriere iniziali e a integrarsi in una comunità di runner.
Un approccio equilibrato
Nonostante i numerosi vantaggi, gli esperti sottolineano che lo slow running non dovrebbe sostituire completamente la corsa tradizionale. Se da un lato questa disciplina è ideale per migliorare la resistenza aerobica e rafforzare i capillari, dall’altro non stimola altre capacità fisiologiche importanti, come l’aumento della capacità anaerobica e la produzione di acido lattico, che invece si ottengono con corse più veloci.
Il consiglio degli esperti è di integrare lo slow running con sessioni di corsa più intense, in modo da ottenere un allenamento completo che possa migliorare la salute cardiovascolare e muscolare a 360 gradi. Per chi invece si avvicina per la prima volta alla corsa, lo slow running rappresenta un’ottima porta d’ingresso, un esercizio che può essere adattato alle proprie capacità e che offre benefici concreti senza rischi elevati.