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Sifilide, che cos’è? Sintomi e come curarla

Molti avranno sentito pronunciare questa parola almeno una volta nella vita, ma ancora non ne conoscono esattamente il significato. Ci riferiamo alla sifilide, una delle malattie infettive a trasmissione sessuale tra le più diffuse sulla Terra.

Scoperta nel XVI secolo, colpisce moltissime persone ancora oggi e le costringe a doversi confrontare con una serie di sintomi davvero spiacevoli.

Capiamo meglio di cosa si tratta e quali metodologie è meglio adottare per curarsi in maniera efficace.

Cos’è la sifilide

Come anticipato, la sifilide in ambito medico è classificata come una delle malattie infettive a trasmissione sessuale tra le più comuni a livello globale.

Immagine | www.epicentro.iss.it – Saluteweb.it

A causare tale infezione è un batterio chiamato Treponema pallidum, il quale riesce a penetrare nel corpo umano attraverso cute e mucose, spingendosi poi fino ai linfonodi e diffondendosi in tutto l’organismo.

La presenza più massiccia del Treponema pallidum si concentra a livello delle lesioni che il batterio riesce a provocare su cute e genitali, ma esso si trova anche in minori quantità nel sangue della persona affetta da sifilide e in tutte le sue secrezioni corporee.

Ecco spiegato il motivo per cui tale malattia si diffonde solitamente per contatto sessuale oppure per contatto con la pelle.

La sifilide può essere trasmessa anche dalla madre al feto, sia durante la gravidanza che il parto.

Si tratta di una malattia che si sviluppa a più stadi, ognuno caratterizzato dalla presenza di sintomi peculiari e con un diverso decorso clinico.

Inizialmente il soggetto colpito si presenta come asintomatico, ma successivamente inizia a manifestare delle lesioni a livello della pelle e dei genitali, alle quali si legano anche dei sintomi molto simili a quelli propri dell’influenza.

L’infezione tende poi a evolversi e peggiorare con il passare del tempo, motivo per cui è indispensabile curarla con tempestività e nella maniera più corretta.

Se non debitamente contrastata, la sifilide può provare gravi danni a organi e apparati, in particolar modo a cute, cuore e scheletro.

Altra vittima della sifilide è, poi, anche il sistema nervoso centrale, il quale viene colpito nell’ultimo stadio della malattia, provocando disturbi quali demenza, confusione mentale e una paralisi progressiva.

Tutta una serie di motivi che dimostra quanto sia fondamentale diagnosticare il prima possibile questa malattia e curarsi fin fa subito.

Oggi esistono, infatti, diversi antibiotici molto efficaci contro la sifilide. L’innovazione scientifica e lo studio di ricerca hanno reso questa infezione controllabile e, soprattutto, curabile.

Discorso ben diverso da quanto accadeva nel 1500, quando lo scienziato e letterato Gerolamo Fracastoro coniò il termine “sifilide” per identificare una malattia che all’epoca era difficilmente curabile.

Lo fece all’interno della sua opera “Syphilis sive de morbo gallico”, in cui narrò l’esperienza vissuta dal pastore Sifilo, uomo che venne punito con una terribile malattia deturpante dopo aver offeso il dio Apollo.

Da qui il nome sifilide, malattia che spesso viene indicata anche con la parola LUE, derivante dal latino “lues”, ovvero “epidemia, pestilenza”.

Essendo una malattia a trasmissione sessuale, il primo rimedio preso per limitarne il contagio fu obbligare all’astinenza chi aveva contratto tale infezione.

Negli anni, venne poi introdotto l’uso del profilattico, utile a ridurre il rischio di contrarre la sifilide e trasmetterla poi ad altre persone.

Va detto che, fino alla metà del Novecento, tale malattia è stata considerata alla base di una grave epidemia in diverse zone del Mondo.

A renderla curabile è stata la scoperta della penicillina.

Sintomi e cure

A provocare la sifilide è, come anticipato in precedenza, il batterio Treponema pallidum, il quale altro non è se non un microrganismo a forma di piccolo filamento a spirale e con una lunghezza che può variare dai 5 ai 20 micron.

Immagine | Foto di pubblico dominio – Saluteweb.it

Esso possiede la capacità di attraversare le mucose intatte o la cute danneggiata, risultando poi altamente trasmissibile attraverso rapporti sessuali non protetti o contatti orali.

È a livello di genitali e bocca che il batterio trova l’habitat in cui riprodursi facilmente e diffondersi.

Solitamente i tempi di incubazione della malattia vengono indicati tra le due e le dodici settimane, quando si manifestano i sintomi.

Quest’ultimi si differenziano in base allo stato della malattia.

Si parte dalla sifilide primaria, la quale si manifesta dopo circa tre o quattro settimane dal contagio, esattamente nel punto di ingresso del Treponema pallidum.

È qui che fa la sua comparsa una lesione dalla forma tondeggiante e chiamata tecnicamente sifiloma.

La grandezza di tale nodulo è variabile e la sua comparsa non provoca alcun dolore nel malato, ma ha comunque delle conseguenze.

Nel giro di poco tempo la superficie del sifiloma primario, infatti, si erode e si ulcera, lasciando spazio a un fondo di colore rosso vivo e dal quale fa la sua fuoriuscita quello che si definisce come un essudato sieroso, il quale al suo interno contiene i batteri responsabili proprio della sifilide.

Tale sifiloma negli uomini compare solitamente a livello di glande e prepuzio, mentre nelle donne su cervice, vulva o vagina. In entrami i soggetti può comparire poi anche a livello del cavo orale, su labbra, gengive, lingua e faringe, o anche in sede ano-rettale.

Altro sintomo della sifilide primaria è, poi, l’ingrossamento dei linfonodi.

A contraddistinguere la sifilide secondaria, la quale si manifesta generalmente dopo tre o sei settimane, è la comparsa, invece, di sintomi simili a quelli che contraddistinguono l’influenza, come la febbre, l’astenia, la cefalea e un generale senso di malessere.

A questi si lega poi la comparsa di uno sfogo cutaneo generalizzato e che provoca prurito, con la presenza di macchioline rosse simili a quelle tipiche del morbillo.

Terzo e ultimo stadio è quello rappresentato dalla sifilide sintomatica tardiva o terziaria.

Questa fase si caratterizza per la comparsa di manifestazione a livello di cute e viscere, ma soprattutto cardiovascolari e nervose.

Si tratta di una serie di manifestazioni circoscritte, ma fortemente lesive e che finiscono con il colpire in particolar modo l’apparato digerente, le ossa, la pelle e gli organi più importanti.

La conseguenza, nei casi più gravi, può essere la morte del paziente.

In questo stadio a essere colpito è soprattutto il sistema nervoso, il quale inizia a presentare una degenerazione progressiva a livello del cervello e del midollo spinale.

Spesso, per indicare questa fase particolare, viene utilizzato il termine neuro sifilide, nel corso della quale la degenerazione progressiva può portare anche ad alterazioni della personalità, fino alla demenza e alla paralisi.

Ad aggravare le condizioni di salute di un soggetto colpito da sifilide può essere poi la presenza in contemporanea di un’infezione da HIV o da meningite.

Per quanto riguarda il trattamento della malattia, la terapia più indicata è quella antibiotica, con uso della penicillina per via parenterale.

Dosaggio della medicina e durata del trattamento devono essere indicati da un medico specialista.

Fondamentale è anche l’astinenza sessuale durante il periodo di cura e lo svolgimento di test diagnostici sui partner sessuali del paziente.

È opportuno specificare, poi, come la sifilide possa essere contratta anche più volte nel corso della propria vita.

Marco Garghentino

Brianzolo dal 1996, ho sempre pensato che la comunicazione sia la principale arte che l’uomo ha sviluppato nei secoli. Amo lo sport, conoscere il Mondo ed essere informato. Ogni vita ha una storia e spesso vale la pena raccontarla.

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