Hai difficoltà a dormire bene? Bastano 20 minuti di esercizio fisico per recuperare il sonno perduto. Uno studio dell’università di Portsmouth rivela che l’allenamento moderato migliora la funzione esecutiva dopo una nottata di poca qualità. La chiave? Attività fisica regolare
Il sonno è una componente fondamentale della salute umana, essenziale per il benessere fisico e mentale. Durante le ore di riposo, il corpo si rigenera, il sistema immunitario si rinforza e la mente si ricarica. Tuttavia, non è raro sperimentare notti in cui il sonno è compromesso, portando stanchezza e difficoltà di concentrazione durante il giorno. Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Portsmouth suggerisce che dedicare solo 20 minuti di esercizio fisico moderato potrebbe aiutare a recuperare parte del sonno perduto.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Physiology & Behavior, ha esaminato gli effetti positivi dell’esercizio fisico sulla funzione esecutiva, ovvero le abilità cognitive che ci permettono di pianificare, prendere decisioni, risolvere problemi e controllare le emozioni. Gli autori hanno ipotizzato che sia la privazione del sonno che l’ipossia, una condizione caratterizzata da un insufficiente apporto di ossigeno ai tessuti, possano compromettere queste funzioni cognitive.
Al contrario, l’esercizio fisico di intensità moderata sembra migliorare tali capacità.
Per testare la loro ipotesi, i ricercatori hanno reclutato 24 volontari, di cui 19 uomini e 5 donne, suddivisi in due gruppi. L’esperimento si è articolato in due fasi:
I risultati hanno mostrato che tutti i partecipanti hanno registrato un miglioramento dell’umore e delle prestazioni cognitive dopo l’esercizio fisico, suggerendo che anche una breve sessione di attività fisica può fungere da rimedio efficace per mitigare gli effetti negativi di una notte di sonno insufficiente.
Sebbene i risultati siano promettenti, i meccanismi che spiegano perché l’esercizio fisico possa migliorare la funzione esecutiva in condizioni di sonno compromesso non sono completamente chiari. Una delle ipotesi è che l’attività fisica aumenti il flusso sanguigno al cervello e migliori l’ossigenazione dei tessuti cerebrali, contribuendo a una maggiore capacità di concentrazione e a una migliore gestione delle emozioni. Inoltre, potrebbe attivare aree multiple del cervello, favorendo un miglioramento delle funzioni cognitive.
Le implicazioni di questa ricerca sono significative, in particolare per le persone che soffrono di disturbi del sonno o per coloro che lavorano in turni notturni. Integrare brevi sessioni di esercizio fisico nella routine quotidiana potrebbe rappresentare un modo efficace per migliorare le performance mentali e il benessere generale, anche in condizioni di sonno insufficiente. È importante sottolineare che l’esercizio fisico non può sostituire il sonno, ma dovrebbe essere visto come un complemento al riposo.
In conclusione, la ricerca condotta dall’Università di Portsmouth offre una nuova prospettiva sulle strategie per affrontare la privazione del sonno. Dedicare anche solo 20 minuti all’esercizio fisico può avere effetti positivi sull’umore e sulle capacità cognitive, fungendo da alleato prezioso nei momenti di difficoltà legati al sonno.
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