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Punture di insetti, come distinguerle e come curarle

La bella stagione spinge a trascorrere sicuramente più tempo all’aria aperta, aumentando, però, così il rischio di essere esposti alle punture di vari insetti.

D’estate, in Italia, diverse categorie di insetti come zanzare e pappataci, ma anche di aracnidi come zecche e acari, sono endemiche in varie zone dello Stivale.

Un motivo per il quale stare attenti e cercare sempre di proteggersi adeguatamente dal morso o dalla puntura di questi animali, sebbene sia giusto sottolineare come nella maggior parte dei casi essi non rappresentino un reale rischio per l’uomo.

Spesso ciò che viene provocato è, infatti, solamente un gran fastidio, ma esistono dei casi in cui insetti e aracnidi riescono a trasmettere i propri veleni tossici nell’organismo umano, creando delle infezioni che devono essere curate con i giusti rimedi.

Morsi di zecche e ragni

Partiamo dalle zecche, animali che fanno parte della famiglia degli aracnidi e che d’estate possono essere incontrati facilmente in montagna e nelle zone di campagna (raramente in città, ndr).

Le loro punture solitamente non provocano dolore e, per questo, chi è stato morso potrebbe impiegare anche diversi giorni prima di accorgersene.

I primi sintomi si sviluppano, infatti, dopo qualche ora e non è raro che, analizzando la ferita, si noti come la zecca sia ancora attaccata alla pelle. Anche a distanza di giorni.

Immagine | Unsplash @ErikKarits – Saluteweb.it

In questo caso, la prima cosa da fare è eliminare la zecca, badando bene di staccare l’intero corpo dell’animale dal punto in cui si è stati morsi. Testa compresa.

Successivamente è doveroso recarsi dal proprio medico di base, così da potersi sottoporre a un controllo e ricevere le informazioni più adatte su come curare la ferita.

Questa, visivamente, si presenta come una bolla attorniata da un eritema, con la bolla stessa che diventa poi una crosta al passare dei giorni.

Il morso di una zecca, se non trattato propriamente, può comportare l’insorgenza di patologie da non sottovalutare, quali l’encefalite e la malattia di Lyme. A provocarle sono i germi diffusi dalla zecca nella ferita.

Per questo, al fine di scongiurare il rischio di encefalite, è possibile ormai da anni sottoporsi a un apposito vaccino, il quale generalmente viene consigliato e somministrato a chi vive stabilmente nelle zone d’Italia in cui la zecca è endemica.

Per quanto riguarda la malattia di Lyme, invece, essa può essere prevenuta sottoponendosi a una profilassi antibiotica a seguito di un morso di zecca. Una cura che deve, però, essere prescritta esclusivamente da un medico.

Sintomi quali nausea, febbre e cefalea possono essere dei campanelli d’allarme, utili a indicare che si è stati morsi da una zecca.

Passiamo ora ai ragni, il cui morso solitamente è più doloroso di quello di una zecca, ma che, nella maggior parte dei casi, non presenta dei pericoli per chi è stato morso.

In Italia è, infatti, raro trovare dei ragni velenosi, sebbene sia importante prestare attenzione in particolar modo a esemplari quali la vedova nera mediterranea, il ragno violino e la tarantola italiana.

Si tratta di animali presenti in prevalenza nel Centro dello Stivale, così come nel Sud e nelle isole.

Nel caso in cui si pensi di essere stato morso da uno di questi ragni, è sempre bene fotografare l’esemplare e fornire l’immagine al medico che si andrà a consultare. Ciò può, infatti, aiutare a selezionare la cura più adatta.

Per esempio, la puntura del ragno violino non è dolorosa, rispetto a quella della maggior parte dei ragni, e provoca solitamente soltanto una lesione pruriginosa e rossastra, con una sensazione di bruciore e formicolio.

Essa non va, però, sottovalutata, in quando può portare allo sviluppo di un’ulcera e di una necrosi dei tessuti nel giro di due o tre giorni.

Sintomi come dolore e tumefazione in corrispondenza della puntura, febbre, nausea, vomito, alterazione della sensibilità, comparsa di un alone dal colore rosso-blu-violaceo e la presenza di croste, devono essere sempre analizzati con attenzione.

In tutti questi casi è, quindi, opportuno rivolgersi a un medico.

Punture di insetti

D’estate gli animali più fastidiosi e che pungono più spesso l’uomo sono gli insetti, in particolare i pappataci.

Si tratta di esemplari difficilmente individuabili, in quanto non emettono alcun ronzio, e che sono soliti pungere ripetutamente nella stessa zona della pelle.

Solitamente la loro puntura non è pericolosa per l’uomo, ma possono verificarsi casi in cui avvenga una trasmissione di leishmaniosi, con conseguente sviluppo di sintomi quali nausea, febbre e cefalea. In questo caso è necessario consultare un medico.

Immagine | Unsplash @NathanCima – Saluteweb.it

Alcune delle punture più fastidiose e comuni sono quelle di zanzara, a prevenzione delle quali l’uomo può cospargere il proprio corpo con appositi spray repellenti.

Una puntura di zanzara può provocare un certo prurito, spingendo a grattare l’area interessata. Ciò porta a un arrossamento della zona, la quale tenderà a infettarsi più facilmente.

Per questo, a trattamento delle punture di zanzare può essere utile applicare delle creme antistaminiche o cortisoniche, scegliendo il prodotto più adatto dopo aver consultato un medico.

Per alleviare il dolore provocato da questo genere di punture, un rimedio efficace è quello di mettere del ghiaccio in un panno di stoffa e applicarlo sull’area arrossata.

Discorso diverso per quanto riguarda le punture di api e vespe, le quali provocano generalmente un dolore intenso e, nelle persone allergiche, una reazione. Quest’ultima può essere lieve o anche molto grave, in base al livello d’allergia.

Ecco, allora, che si consiglia sempre di recarsi in un Pronto Soccorso o in un ambulatorio medico nel caso in cui si avvertano sintomi quali gonfiore del corpo, difficoltà respiratoria, stanchezza intensa o ipotensione a seguito di una puntura di vespa o ape.

Solitamente le punture prodotte da questi animali si riconoscono per l’eczema e l’edema che si sviluppa sulla pelle, oltre che per il dolore che provocano.

Importante è prestare particolare attenzione soprattutto a punture ripetute, in quando il veleno immesso nel corpo può risultare tossico se a dosi elevate.

Per non essere punti, meglio evitare di fare movimenti bruschi in presenza di questi animali e allontanarsi lentamente, senza dare loro l’impressione di volerle attaccare.

Fondamentale, poi, è affidare la rimozione di nidi di vespe, api o calabroni ad addetti specializzati e dotati della necessaria strumentazione.

Altri animali che possono pungere l’uomo nei mesi più caldi sono le pulci.

L’esposizione a questo tipo di insetto è più frequente quando si possiedono degli animali domestici, i quali potrebbero essere veicolo di trasmissione.

Le loro punture solitamente non sono aggressive, ma possono creare del fastidio, un discorso che vale anche per le cimici del letto.

Esse si trovano solitamente nei materassi e la loro presenza è sintomo di un’infestazione. Per questo, per rimuoverle completamente dall’ambiente in cui si vive è opportuno eseguire una disinfestazione.

Ultimo animale a cui prestare attenzione sono gli acari, anch’essi in grado di pungere gli esseri umani.

I loro morsi provocano piccoli pomfi, i quali restano impressi sulla pelle anche per alcune settimane, senza però provocare generalmente effetti gravi e indesiderati.

Marco Garghentino

Brianzolo dal 1996, ho sempre pensato che la comunicazione sia la principale arte che l’uomo ha sviluppato nei secoli. Amo lo sport, conoscere il Mondo ed essere informato. Ogni vita ha una storia e spesso vale la pena raccontarla.

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