Esiste una malattia infiammatoria cronica della pelle che determina una crescita anomala dell’epidermide. Il suo nome è psoriasi. Le basi patologiche della psoriasi si fondano sull’alterazione della risposta immunologica cutanea e la disregolazione della proliferazione cheratinocitaria. La patologia si presenta con la formazione di placche rilevate di colore rosso ricoperte da squame biancastre, in particolare su gomiti, ginocchia e cuoio capelluto. L’esposizione al sole può essere benefica per le persone con psoriasi: contribuisce alla risoluzione delle manifestazioni cutanee e al miglioramento della sintomatologia locale.
Quindi, uno degli aspetti più interessanti della psoriasi è la sua interazione con il sole. “Molte persone con psoriasi notano un miglioramento delle condizioni cutanee durante i mesi estivi, quando l’esposizione alla luce solare è maggiore. Questo miglioramento è attribuito principalmente ai raggi ultravioletti (UV), frazione della radiazione solare. In particolare, sono i raggi UVB dello spettro ultravioletto, quelli maggiormente coinvolti nel trattamento della psoriasi grazie al loro effetto immunosoppressore e regolatore sulla proliferazione dei cheratinociti”, ha detto al sito dell’Humanitas il dottor Luigi Gargiulo, dermatologo presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.
E ancora: “L’effetto benefico delle radiazioni solari va oltre questa loro modulazione sull’attività immunitaria, infatti, tali radiazioni aumentano la produzione di endorfine, migliorando l’umore e i livelli di stress delle persone con psoriasi e aumentano anche la produzione di vitamina D, nota per la sua attività regolatrice sulle manifestazioni cutanee della patologia”.
Per essere benefica l’esposizione al sole deve essere graduale: “A partire da 10-15 minuti giornalieri e poi aumentando a poco a poco il tempo di esposizione. E con un’adeguata fotoprotezione, rinnovando l’applicazione ogni due ore ed evitando di stare al sole nel corso delle ore centrali della giornata. Ustioni e scottature, infatti, possono scatenare la riattivazione della psoriasi o facilitare l’insorgenza di nuove placche. Inoltre, con il caldo, quando la temperatura corporea aumenta il sudore può peggiorare bruciore, prurito e desquamazione a livello delle lesioni”, ha aggiunto il dottor Luigi Gargiulo. Può essere di aiuto indossare abiti traspiranti realizzati in fibre naturali e utilizzare detergenti delicati adatti per detergere la pelle dal sudore senza irritarla.
“Si consiglia inoltre di consultare il dermatologo in merito alla terapia. I farmaci biologici, capostipiti nella terapia delle forme di psoriasi moderata-severe, non presentano controindicazioni rispetto all’esposizione solare, è bene però avere indicazioni rispetto ad altri tipi di farmaci sistemici. Alcuni, per esempio, potrebbero richiedere una riformulazione del dosaggio, altri ancora come i retinoidi orali, potrebbero essere fotosensibilizzanti esponendo a un maggior rischio di scottature”.
Ma come si cura la psoriasi? I trattamenti disponibili possono essere:
In ogni caso in base al tipo, alla sede e alla gravità della patologia è necessaria la valutazione dello specialista dermatologo.
Ma ci sono altri farmaci che si possono utilizzare? Quelli biologici a oggi rappresentano una prospettiva fondamentale nella terapia della psoriasi: “Questi farmaci non sono altro che anticorpi monoclonali che legano in modo selettivo specifici mediatori della risposta immunitaria coinvolti nella patogenesi della patologia. Tra questi abbiamo sia i più vecchi anticorpi anti TNF-alfa sia i più moderni anticorpi anti IL-17 e anti IL-23. Queste terapie ad oggi sono indicate nei pazienti con psoriasi moderata-severa non responsiva ai tradizionali approcci terapeutici e nei casi di coinvolgimento di sedi sensibili come cuoio capelluto, genitali, viso, unghie e superfici palmo-plantari. Vista la grande efficacia di questi farmaci nel raggiungimento della remissione delle manifestazioni della patologia e visto il loro validissimo profilo di sicurezza, confermato da sporadici e di solito lievi effetti collaterali; essi rappresentano un caposaldo della terapia della psoriasi”, ha concluso il dottor Luigi Gargiulo.
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