Polmonite da Mycoplasma pneumoniae, cos’è e quali sono i sintomi

Il Mycoplasma pneumoniae è un batterio che comunemente provoca infezioni del tratto respiratorio nell’uomo, soprattutto nei bambini. Questo microrganismo è caratterizzato dall’assenza di parete cellulare, distinguendosi così da altri batteri patogeni. Le sue proteine di adesione mostrano una particolare affinità per l’epitelio del tratto respiratorio, rendendolo un frequente agente causale di polmonite. La polmonite da Mycoplasma pneumoniae merita una forte attenzione, data la sua capacità di attaccare soprattutto i bambini, i quali presentano molti più rischi rispetto a una persona adulta. Vediamo, quindi, tutto ciò che c’è da sapere a proposito di questo batterio e della polmonite che causa.

Caratteristiche, sintomi, trattamenti e molto altro sulla polmonite da Mycoplasma pneumoniae

Il termine “mycoplasma”, che deriva dal greco e significa “formato da funghi”, fu attribuito dagli scienziati nel 1944 all’agente patogeno responsabile della polmonite atipica. Solo successivamente si scoprì che non si trattava di un fungo, ma di un batterio privo di parete cellulare rigida. Questa caratteristica gli permette di modificare dimensioni e forma per adattarsi all’ambiente e di resistere a certi antibiotici, come i beta-lattamici (ad esempio, la penicillina).

Polmonite da Mycoplasma pneumoniae
Polmonite da Mycoplasma pneumoniae | Pixabay @Dr_Microbe – Saluteweb

A causa della sua estrema suscettibilità all’essiccamento, la trasmissione da persona a persona del Mycoplasma pneumoniae avviene tramite goccioline respiratorie in condizioni di stretto contatto. Questo batterio è un patogeno esclusivamente umano ed è il più piccolo organismo capace di vivere e riprodursi autonomamente.

Principalmente extracellulare, il Mycoplasma pneumoniae ha sviluppato un organello di attacco specializzato che gli consente di associarsi strettamente alle cellule ospiti, evitando la rimozione da parte dei meccanismi di clearance mucociliare dell’ospite. Attaccandosi e danneggiando le cellule epiteliali respiratorie alla base delle ciglia, il batterio attiva la risposta immunitaria e provoca effetti citotossici locali.

Diffusione

L’infezione da Mycoplasma pneumoniae si verifica più frequentemente durante l’estate e l’inizio dell’autunno, ma può presentarsi in qualsiasi periodo dell’anno. Colpisce bambini di tutte le età, con una maggiore incidenza fino ai 6 anni.

Il Mycoplasma pneumoniae è una causa comune di polmonite acquisita in comunità (CAP), con un’importanza crescente durante l’età scolastica, raggiungendo il 23% nei bambini tra i 10 e i 17 anni. Nei bambini con infezione da Mycoplasma pneumoniae, la concomitanza di altri patogeni è frequente, con una presenza di co-patogeni virali fino al 30% dei casi, soprattutto nei bambini di età inferiore ai due-cinque anni.

La presenza di co-patogeni può spiegare alcune manifestazioni cliniche attribuite al Mycoplasma pneumoniae nei bambini piccoli e spesso influisce sulla gravità della malattia. Il portatore asintomatico è comune e gioca un ruolo nella trasmissione del microrganismo. Inoltre, dopo un’infezione sintomatica, l’infezione asintomatica può persistere per settimane o mesi, anche in pazienti che hanno ricevuto terapia antimicrobica.

Sintomi e complicanze

I sintomi di un’infezione da Mycoplasma pneumoniae variano a seconda della zona colpita (apparato respiratorio o altre parti del corpo), dell’età e delle condizioni di salute del paziente. In molti casi, i sintomi sono lievi o moderati e spesso si risolvono da soli. Tuttavia, l’infezione può anche causare febbre, faringo-tonsillite, cefalea e dolori muscolari; se le vie aeree inferiori sono coinvolte, può portare a polmonite e, raramente, può diffondersi ad altre parti del corpo.

L’infezione da Mycoplasma pneumoniae inizia senza sintomi evidenti per le prime settimane (da 1 a 3) dopo il contagio e, successivamente, provoca manifestazioni non specifiche, come bronchite o rinite. Il sintomo più comune dell’infezione respiratoria è la tosse, inizialmente secca e poi produttiva, con espettorato bianco-giallastro.

Altri sintomi che possono comparire improvvisamente includono:

– Febbre lieve;

– Brividi;

– Malessere generale;

– Mancanza di respiro, soprattutto dopo uno sforzo;

– Mal di testa;

– Inappetenza.

La polmonite causata da Mycoplasma pneumoniae ha generalmente un decorso favorevole: i sintomi tendono a risolversi entro una settimana (eccetto la tosse, che può persistere più a lungo), mentre i segni radiologici possono scomparire entro un mese dall’inizio della malattia.

La principale complicanza della polmonite atipica da Mycoplasma pneumoniae è l’anemia emolitica autoimmune. Altre complicanze meno comuni includono:

– Problemi all’orecchio rari, come la miringite bollosa;

– Artrite;

– Pericardite;

– Condizioni cutanee rare e gravi, come la sindrome di Stevens-Johnson e la necrolisi epidermica tossica;

– Sindrome di Guillain-Barré;

– Encefalite;

– Meningite;

– Insufficienza renale.

Diagnosi

La conferma della presenza di Mycoplasma pneumoniae richiede la rilevazione del microrganismo in associazione con una sindrome clinica compatibile. Nei pazienti ambulatoriali con polmonite acquisita in comunità, solitamente non si eseguono test di laboratorio, poiché il trattamento empirico è quasi sempre efficace, indipendentemente dall’inclusione o meno di un’attività contro Mycoplasma pneumoniae.

Quando è necessario un test, si utilizza la reazione a catena della polimerasi (PCR) su un campione respiratorio, come un tampone nasofaringeo o faringeo. Questo esame, rapido, offre elevata sensibilità e specificità.

Mycoplasma pneumoniae
Mycoplasma pneumoniae | Pixabay @Hailshadow – Saluteweb

I risultati di laboratorio devono essere interpretati con cautela, poiché potrebbero non distinguere tra infezione da Mycoplasma pneumoniae e colonizzazione asintomatica o manifestazioni cliniche dovute a un patogeno virale concomitante.

Trattamenti e prevenzione

Sebbene la malattia possa durare per settimane o mesi, solitamente si manifesta in forma lieve, motivo per cui tende a risolversi da sola, senza utilizzo di antibiotici. Tuttavia, nei casi in cui si sviluppa una polmonite, il trattamento medico prevede la prescrizione di antibiotici appartenenti alle classi dei macrolidi, delle tetracicline o dei fluorochinoloni, considerando l’età del paziente e i modelli locali di resistenza agli antibiotici.

I macrolidi, come l’azitromicina, sono generalmente considerati la scelta migliore, anche se devono essere prescritti con prudenza per evitare lo sviluppo di ceppi resistenti. I fluorochinoloni possono essere somministrati solo agli adulti, mentre le tetracicline, come la doxiciclina, possono essere usate anche nei bambini più grandi. È importante notare che il microrganismo può persistere per diverse settimane nell’orofaringe, nonostante il completamento della terapia antimicrobica raccomandata e la risoluzione dei sintomi clinici.

La resistenza agli antibiotici è emersa nel Mycoplasma pneumoniae dagli anni 2000. Questo problema, segnalato anche in Europa, è particolarmente preoccupante in Asia, dove i tassi di resistenza hanno raggiunto il 90%, mentre negli Stati Uniti la prevalenza della resistenza ai macrolidi è di circa il 10%. Gli studi riportano che i pazienti con infezioni dovute a ceppi resistenti ai macrolidi, che sono gli antibiotici di elezione, possono avere febbre e tosse per un periodo più lungo rispetto ai pazienti infettati da ceppi sensibili ai macrolidi.

L’ospedalizzazione è necessaria quando le infezioni da Mycoplasma pneumoniae causano o aggravano complicanze come polmonite grave, attacchi di asma, encefalite, anemia emolitica, insufficienza renale, alterazioni cutanee come la sindrome di Stevens-Johnson, eritema multiforme, e necrolisi epidermica tossica.

Non esiste un vaccino per il Mycoplasma pneumoniae. Una buona igiene delle mani è, al momento, una prevenzione efficace.

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