Tracce del virus della poliomielite sono state trovate nelle acque reflue di 5 paesi europei. Ecco la situazione
La poliomielite rappresenta ancora una potenziale minaccia per l’Europa. Nel 2024, tracce del virus sono state individuate nelle acque reflue di cinque nazioni europee: Finlandia, Germania, Polonia, Spagna e Regno Unito. Questo è quanto emerge da una ricerca internazionale pubblicata su Eurosurveillance, la rivista del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC). Lo studio sottolinea l’importanza di mantenere attive le attività di monitoraggio ambientale e di aumentare i livelli di copertura vaccinale per evitare nuovi casi di polio. La lotta contro questa malattia ha registrato un’importante accelerazione dal 1988, anno in cui è stata avviata l’iniziativa globale per l’eradicazione della poliomielite. Attualmente, il virus è considerato endemico soltanto in Afghanistan e Pakistan. Ma che cos’è esattamente la poliomielite?
La poliomielite, conosciuta anche come polio, è un’infezione virale altamente contagiosa e di natura acuta, capace di attaccare il sistema nervoso centrale, causando danni ai nervi e provocando paralisi parziale o completa dei muscoli.
Si tratta di una malattia potenzialmente letale. L’Italia è stata ufficialmente dichiarata libera dalla polio nel 2002, insieme a tutti i Paesi della Regione europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Attualmente, nel nostro Paese non esistono evidenze di rischio legate alla trasmissione del virus selvaggio della poliomielite.
La poliomielite è una malattia infettiva causata da un virus, nello specifico dal poliovirus. Questo agente virale appartiene al genere degli enterovirus umani (gli stessi responsabili di alcune infezioni intestinali) e fa parte della famiglia dei picornavirus. Il poliovirus è caratterizzato da un capside e da un genoma composto da RNA a singola elica, lungo circa 7.500 nucleotidi.
In natura, si distinguono tre diversi sierotipi di poliovirus, identificati come PV1, PV2 e PV3, che si differenziano principalmente per la composizione proteica del loro capside.
Una volta penetrato nell’organismo, il poliovirus si comporta come gli altri enterovirus: si stabilisce nell’intestino, dove inizia a replicarsi. A partire da questo momento, la sua presenza può manifestarsi con sintomi più o meno evidenti.
Le complicanze neurologiche e il potenziale rischio di morte rendono la poliomielite una delle malattie più temute. Tuttavia, è importante sottolineare che, nella maggior parte dei casi, questa patologia si manifesta in modo asintomatico o con sintomi lievi, risultando simile a molte altre infezioni meno gravi.
Le ricerche mediche più affidabili sul decorso e sulla gravità della poliomielite indicano quanto segue:
Secondo la comunità medico-scientifica e le fonti accreditate, le diverse forme di poliomielite sono classificate come segue:
La poliomielite paralitica, oltre a compromettere gravemente la respirazione e la capacità di deglutire, può causare deformità e disabilità a carico di anche, caviglie e piedi. Tra le complicazioni associate si annoverano anche ileo paralitico, infezioni urinarie, cuore polmonare, miocardite e altri disturbi simili.
In aggiunta a queste conseguenze, la poliomielite, in qualunque forma si manifesti, può predisporre allo sviluppo, a distanza di anni, di una condizione nota come sindrome post-polio.
Con questo termine, i medici descrivono un insieme di sintomi spesso gravemente invalidanti che si manifestano in alcuni ex pazienti molti anni dopo la guarigione dalla polio (in alcuni casi anche oltre 35 anni). Tra i principali sintomi della sindrome post-polio si riscontrano:
Ad oggi, non è ancora chiaro quale percentuale di ex pazienti colpisca questa sindrome, poiché le statistiche forniscono dati discordanti: alcune indicano un’incidenza del 25%, mentre altre suggeriscono che possa interessare oltre il 50% degli ex malati di poliomielite.
Attualmente, il trattamento per la poliomielite è solo sintomatico, poiché non esiste una cura specifica per eliminare il poliovirus dall’organismo. Le terapie variano a seconda della gravità dell’infezione:
Questi interventi mirano a gestire i sintomi e prevenire complicazioni, non a curare la poliomielite.
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