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Pillola anti depressione post-partum, ecco come funziona

La depressione post partum (DPP) è una forma grave di depressione che può colpire le neomamme dopo la nascita del loro bambino, interessando dal 10 al 30% di loro. Se non adeguatamente trattata, la DPP può evolvere in una condizione cronica, influenzando negativamente non solo la vita della madre ma anche la sua capacità di prendersi cura del bambino e stabilire un legame affettivo sano. Come altre forme di depressione, la DPP si manifesta con sintomi quali intensa tristezza, letargia, perdita di interesse per le attività quotidiane, difficoltà di pensiero e di memoria. Nei casi più gravi, le donne possono avere pensieri di autolesionismo o di far male ai propri figli.

Mani di un bambino | pixabay @Myriams-Fotos

I sintomi della DPP variano a seconda della loro gravità e possono includere anche perdita di appetito, insonnia o ipersonnia, mialgie, mal di testa, irritabilità intensa, affaticamento estremo, perdita di interesse per il sesso e la vita in generale, sentimenti di vergogna, sensi di colpa e inadeguatezza, difficoltà di legame con il bambino, isolamento sociale e pensieri autolesionistici. In assenza di trattamento, la DPP può perdurare per mesi o anche più a lungo, peggiorando progressivamente.

Zuranolone: la nuova frontiera nel trattamento della depressione post partum

Nel dicembre scorso, la Food and Drug Administration (FDA) ha approvato un nuovo farmaco per il trattamento della depressione post partum: lo zuranolone. Questa pillola rappresenta una svolta significativa nella cura della DPP, grazie alla sua azione rapida e alla breve durata della somministrazione. Zuranolone deve essere assunto solo per due settimane, con una dose giornaliera di due capsule da 25 milligrammi ciascuna. Questo lo rende ideale per le neomamme che hanno bisogno di sentirsi meglio rapidamente per poter accudire i loro bambini e costruire un rapporto affettivo fin da subito.

Uno studio clinico di Fase 3 ha dimostrato che i sintomi della DPP si riducono entro tre giorni dall’inizio del trattamento con zuranolone, e l’effetto benefico dura per almeno 45 giorni. Questa rapidità d’azione è un vantaggio rispetto agli antidepressivi standard, che solitamente richiedono settimane per iniziare a funzionare.

Il principale farmaco approvato in precedenza per la DPP era il brexanolone, che richiede un’infusione endovenosa ospedaliera. Questo trattamento comporta rischi significativi, come sedazione eccessiva e improvvisa perdita di coscienza, e richiede che le pazienti rimangano in ospedale fino a tre settimane. Al contrario, zuranolone offre un’opzione di trattamento più accessibile e meno invasiva.

Tuttavia, come tutti i farmaci, anche zuranolone presenta effetti collaterali. Tra questi vi sono sonnolenza (motivo per cui si sconsiglia di guidare per almeno 12 ore dopo l’assunzione), vertigini, diarrea, affaticamento e infezioni del tratto urinario. Una piccola quantità del farmaco può passare nel latte materno, ma non è ancora chiaro se questo possa causare danni al neonato.

Sfide e Prospettive Future

Nonostante l’approvazione e l’efficacia promettente di zuranolone, ci sono ancora diverse sfide da affrontare. Molte donne sono scettiche e timorose di assumere un farmaco nuovo, preoccupate per i potenziali effetti collaterali e per la mancanza di dati a lungo termine. Inoltre, ci sono problemi relativi ai rimborsi delle assicurazioni sanitarie, poiché il costo del farmaco è di 15.900 dollari. Questo è comunque meno della metà rispetto a Zulresso (brexanolone), che costa 35.000 dollari e richiede un’infusione endovenosa ospedaliera di 60 ore.

Attualmente, gli psichiatri americani stanno iniziando a prescrivere zuranolone, ma l’adozione diffusa del farmaco dipenderà dalla risoluzione delle preoccupazioni delle pazienti e delle questioni economiche. Nel frattempo, l’approvazione di zuranolone rappresenta un passo avanti significativo nella lotta contro la depressione post partum, offrendo speranza a molte neomamme che lottano con questa condizione debilitante.

Andrea Zoccolan

Nato a Milano nel 1990, mi sono occupato per circa dieci anni di giornalismo e comunicazione in ambito sportivo, per poi passare alla cronaca. Innamorato delle inquadrature di Yorgos Lanthimos, dei libri di Emmanuel Carrère e delle geometrie di Thiago Motta, la mia vera debolezza resta la cucina cinese

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