Tutti noi almeno una volta nella vita abbiamo sentito parlare del pavimento pelvico, ma cos’è esattamente? Ecco tutto ciò che c’è da sapere a riguardo
Il pavimento pelvico è un gruppo di muscoli situato tra la vagina, il perineo e l’ano, che svolge diverse funzioni fondamentali, soprattutto per il benessere femminile. Numerosi fattori possono indebolire e ridurre la tonicità delle strutture muscolari del pavimento pelvico, causando sintomi spiacevoli come dolore, infezioni vaginali e urinarie ricorrenti, incontinenza e prolassi. Ma quali sono le caratteristiche del pavimento pelvico? E perché è così importante? Ecco tutto ciò che c’è da sapere a riguardo.
Il pavimento pelvico è una zona romboidale che si estende dalla sinfisi pubica al coccige, chiudendo inferiormente la cavità addomino-pelvica. Questo gruppo muscolare circonda e sostiene strutture come l’uretra, la vescica, la vagina e l’apparato ano-rettale. Lateralmente, i suoi confini sono identificabili a livello delle tuberosità ischiatiche. Per molto tempo, il pavimento pelvico è stato trascurato per diverse ragioni. Innanzitutto, è una parte del corpo relativamente “nascosta” e non facilmente visibile, quindi meno soggetta a una consapevolezza quotidiana, come accade con un arto. In secondo luogo, questa regione è centrale per funzioni come la defecazione, la minzione e la sessualità, temi spesso circondati da pudori sociali e tabù culturali, che hanno contribuito al suo ulteriore ignoramento.
Anche la medicina ha sviluppato solo di recente una maggiore comprensione dell’importanza e del ruolo centrale del pavimento pelvico. Ad esempio, è solo da poco che si è iniziato a discutere della prevenzione delle lacerazioni perineali durante il parto e delle conseguenze dell’episiotomia. Solo negli ultimi anni si è posta maggiore attenzione, sia teorica che pratica, su problematiche come il prolasso e l’incontinenza femminile.
Gli approcci riabilitativi “conservativi”, relativamente recenti, stanno finalmente guadagnando il riconoscimento che meritano, dimostrandosi spesso efficaci, tanto da integrare o addirittura sostituire interventi chirurgici o farmacologici tradizionali. Per quanto riguarda la sessualità femminile, è solo da pochi decenni – e ancora non del tutto – che le viene riconosciuto un valore ludico e relazionale, oltre che riproduttivo. Non sorprende, quindi, che anche in quest’ambito il pavimento pelvico sia stato a lungo trascurato.
Una scarsa consapevolezza e percezione del proprio perineo, anche tra le giovani donne, può spesso portare a una diminuzione della capacità di provare piacere durante i rapporti sessuali. Questa condizione tende naturalmente a peggiorare con l’avanzare dell’età, specialmente con l’arrivo della menopausa e i cambiamenti fisici, ormonali e psicologici che essa comporta.
La poca familiarità con il proprio pavimento pelvico porta a una progressiva e inevitabile perdita di tono, sensibilità e controllo muscolare. Non sorprende quindi che molte donne si rendano conto dell’importanza di questa parte del corpo solo in momenti cruciali della loro vita, come durante il parto, quando un perineo non preparato adeguatamente può essere soggetto a episiotomia o lacerazioni dolorose. Oppure nel post-parto, quando molte neo-mamme affrontano fastidiosi problemi di incontinenza. Anche in età avanzata, molte donne sperimentano per la prima volta cosa significa il prolasso.
Oggi, grazie alla terapia e alla riabilitazione, è possibile risolvere diversi problemi al pavimento pelvico. Ma quali sono i trattamenti disponibili?
La chinesiterapia consiste nell’esecuzione di semplici esercizi di contrazione e rilassamento dei muscoli del pavimento pelvico, mirati a favorire la consapevolezza e il rafforzamento del sistema di supporto degli organi pelvici. Esercizi regolari per il pavimento pelvico aiutano a mantenerlo in buona salute.
Gli esercizi di Kegel, in particolare, che aumentano il flusso sanguigno ai muscoli di questa zona, si sono rivelati efficaci anche nel migliorare le sensazioni di piacere sessuale per la donna.
L’elettrostimolazione, invece, è consigliata nei casi in cui non si riesca a contrarre volontariamente i muscoli perineali. Questa tecnica passiva utilizza elettrodi che inviano impulsi elettrici – completamente indolori – per stimolare i muscoli del pavimento pelvico.
Il Biofeedback, infine, impiega strumenti che registrano le contrazioni o il rilassamento muscolare, che la donna potrebbe non percepire. Questo segnale viene convertito in un’immagine visiva, permettendo alla paziente di vedere le proprie contrazioni o rilassamenti e imparare a eseguirli correttamente.
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