Pappataci, ecco cosa bisogna fare in seguito alla puntura

Cosa fare in caso di punture di pappataci: rimedi per la salute e come curarle nel migliore dei modi attraverso poche semplici mosse

I pappataci – noti anche come flebotomi – sono insetti alati appartenenti al gruppo degli ectoparassiti. Sono insetti di rilevanza sanitaria poiché capaci di trasmettere malattie infettive a esseri umani e animali, tra cui la più nota è la leishmaniosi.

In Italia, tra le diverse specie di pappataci che possono fungere da vettori di parassiti, virus e batteri, si annoverano il Phlebotomus papatasi, il Phlebotomus perniciosus e il Phlebotomus perfiliewi. I pappataci femmine pungono esseri umani e animali per nutrirsi del loro sangue, necessario per la riproduzione e la deposizione delle uova.

Il volo dei pappataci è caratterizzato da un movimento “saltellante”, perciò le punture si concentrano spesso nella parte inferiore del corpo (gambe, caviglie, ecc.).

Pappataci, ecco cosa bisogna fare a seguito di una puntura

Al momento della puntura, è difficile accorgersene, ma successivamente può comparire una lesione maculo-papulosa che può essere dolorosa e/o pruriginosa. Questa reazione è provocata dalla saliva dell’insetto, iniettata durante il pasto.

In alcuni casi, dopo la puntura, può comparire una forma eritematosa, probabilmente dovuta a una reazione allergica alla saliva dei pappataci. In presenza di una reazione cutanea di questo tipo, è consigliabile consultare un medico.

In caso di punture di pappataci, è importante evitare di grattare o sfregare la zona colpita, anche se si avverte prurito. Grattarsi potrebbe, infatti, portare a lesioni cutanee e aumentare il rischio di infezioni.

Pappataci, ecco cosa bisogna fare in seguito alla puntura
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Per alleviare prurito e dolore, è possibile utilizzare prodotti specifici per il trattamento delle punture di insetti, come creme a base di principi attivi con effetto antinfiammatorio, disponibili in farmacia. Essendo farmaci, è consigliabile consultare il proprio medico prima di utilizzarli.

Tra i rimedi naturali, il gel di aloe vera può essere utile grazie alla sua azione lenitiva ed emolliente, offrendo sollievo dalle punture dei pappataci.

Se la lesione causata dalla puntura provoca dolore o se compaiono manifestazioni allergiche, è fondamentale rivolgersi al medico.

I pappataci sono vettori di vari parassiti, batteri e virus che possono causare malattie infettive, a volte molto gravi, sia negli esseri umani che negli animali. Vediamo le principali malattie che possono essere trasmesse attraverso le loro punture.

La leishmaniosi è probabilmente la malattia più conosciuta trasmessa dai pappataci. Questa patologia può colpire sia gli animali, in particolare i cani, sia gli esseri umani.

La leishmaniosi è causata da protozoi appartenenti al genere Leishmania. Questi parassiti entrano nei pappataci quando pungono un animale infetto e, attraverso un’altra puntura, possono essere trasferiti a animali sani o esseri umani, configurandosi così come una zoonosi.

Una volta trasmessi, i parassiti possono provocare diverse forme di leishmaniosi:

  • Leishmaniosi cutanea: la forma più comune, si manifesta quando il parassita resta localizzato nella cute, provocando una lesione che può ulcerarsi.
  • Leishmaniosi muco-cutanea: si verifica quando il parassita colpisce cute e mucose, causando lesioni cutanee e alle mucose della cavità orale e del naso.
  • Leishmaniosi viscerale: la forma più grave, che se non trattata adeguatamente, può essere fatale. I sintomi coinvolgono diversi organi e apparati.

Nonostante la leishmaniosi possa essere grave nell’uomo, la prognosi è spesso favorevole. Tuttavia, nei cani, la malattia può essere letale se non trattata tempestivamente.

La febbre da pappataci, o “febbre dei tre giorni”, è un’altra malattia infettiva che può colpire l’uomo dopo una puntura di pappataci. Questa febbre è causata da Arbovirus trasmessi attraverso questi insetti.

Il virus entra nei pappataci dopo aver punto un individuo infetto e può essere trasmesso ad altri individui sani durante un successivo pasto di sangue.

La malattia si manifesta principalmente nei mesi estivi, motivo per cui è anche chiamata “febbre estiva”. I sintomi sono simili a quelli influenzali, con febbre (di solito dura tre giorni), mal di testa, debolezza, dolori muscolari e articolari, brividi, vertigini e nausea.

Altre malattie infettive trasmesse dai pappataci includono encefaliti, meningiti e meningoencefaliti causate dal virus Toscana. Questo virus, appartenente al gruppo degli Arbovirus, prende il nome dalla regione Toscana, dove è stato isolato per la prima volta.

L’infezione da virus Toscana è associata alla comparsa di patologie del sistema nervoso centrale, soprattutto nei mesi estivi, quando i pappataci sono più attivi. La meningite causata da questo virus tende a essere meno grave rispetto ad altre forme, ma non deve essere sottovalutata. I sintomi includono febbre, forte mal di testa e rigidità del collo.

I pappataci sono insetti simili alle zanzare e appartengono all’ordine dei ditteri. Le femmine sono ematofaghe, il che significa che si nutrono di sangue sia umano che animale.

Gli adulti di pappataci sono molto piccoli, circa 1,5-3 millimetri, con un colore giallognolo e un corpo, incluse le ali, coperto da una fine peluria. Hanno occhi grandi e neri, e le ali pelose hanno una forma lanceolata.

I pappataci non sono in grado di volare controvento, perciò non si allontanano molto dai luoghi di riproduzione. Sono attivi principalmente di notte e preferiscono climi caldi e umidi. In Italia, i pappataci sono diffusi nelle zone costiere, ma anche in aree collinari, a seconda delle temperature.

Durante il giorno, i pappataci si rifugiano in luoghi bui e umidi, come crepe nei muri, tane di animali, sotto fogliame o dentro cortecce. Di notte, escono per nutrirsi di sostanze zuccherine e linfa delle piante, mentre le femmine cercano sangue per riprodursi.

Nonostante abbiano ali, i pappataci non sono abili volatori, e il loro volo è spesso descritto come “saltellante”. Possono vivere sia all’aperto che all’interno delle abitazioni, trovando rifugio dietro mobili, sotto materassi, e in crepe nei muri.

Ecco alcuni consigli per evitare le punture di pappataci e la trasmissione di malattie infettive:

  • Arieggiare e illuminare le stanze, specialmente in estate, poiché i pappataci preferiscono ambienti caldi, bui e umidi.
  • Installare zanzariere a trama fitta, poiché i pappataci sono più piccoli di altri insetti volanti.
  • Usare repellenti specifici per prevenire le punture.
  • Riparare crepe o fessure nei muri che possono essere rifugi per i pappataci.
  • Mantenere il giardino pulito, eliminando ristagni d’acqua, fogliame e residui vegetali.
  • Se necessario, utilizzare insetticidi specifici come i piretroidi, con cautela in presenza di gatti, poiché sono tossici per i felini.

Per prevenire la leishmaniosi nei cani, che può essere fatale, ecco alcuni suggerimenti:

  • Vaccinare il cane contro la leishmaniosi.
  • Usare repellenti specifici per cani, anche se vaccinati.
  • Limitare le passeggiate del cane all’aperto durante le ore crepuscolari e notturne, quando i pappataci sono più attivi.
  • Far dormire il cane in casa, se possibile.
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