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Osteoporosi, che cos’è e quali sono i sintomi

L’ osteoporosi è un progressivo indebolimento delle ossa che può portare a fratture frequenti, soprattutto in persone over 65. Immaginatela come una malattia che va piano piano a “consumare” le ossa, facendo perdere densità al loro interno.

Si tratta di una malattia che colpisce il 14% degli uomini over 65 e il 23% delle donne over 40, si stima infatti che, nelle donne, aumenti il rischio che si presenti con l’arrivo della menopausa.

Ma a cosa è dovuta questa fragilità ossea e quanto tempo ci impiega per manifestarsi? Scopriamolo.

L’osteoporosi: che cos’è e come si manifesta

Punti più colpiti dall’osteoporosi – Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 – saluteweb.it

Le ossa smettono di crescere tra i 16 e i 18 anni, e da quel momento in poi vanno incontro ad un invecchiamento fisiologico. La diagnosi di osteoporosi avviene attraverso Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC), che sfrutta i raggi X per misurare l’effettiva densità minerale ossea, che è quella che ne va a definirne la robustezza. La MOC, così, riesce a mettere in luce eventuali punti più deboli e più predisposti a frattura.

Inoltre, ad oggi viene utilizzata anche la tecnica di assorbimenti a raggi X (DEXA), che somiglia ad una radiografia ma sfrutta meno raggi e si utilizza principalmente per osservare la densità ossea dell’anca e della colonna vertebrale.

Diverse tipologie di osteoporosi

L’osteoporosi può essere di due tipologie differenti. Una legata all’invecchiamento fisiologico, l’altra correlata all’insorgenza di ulteriori patologie.

Osteoporosi primitiva: si verifica principalmente nelle donne in post-menopausa e nei pazienti più anziani, ed è dovuta al calo di estrogeni, o androgeni nell’uomo, e all’abbassarsi dei livelli di calcio e vitamina D, la vitamina che consente al calcio di fissarsi e andare a irrobustire le ossa.

Osteoporosi secondaria: deriva dall’assunzione di alcuni farmaci che come controindicazione hanno quella di fare perdere massa ossea, oppure come effetto collaterale di altre patologie come il morbo di Cushing.

Possibili fattori di rischio relativi all’osteoporosi

Gli studi hanno dimostrato che l’osteoporosi è caratterizzata da una certa familiarità, quindi si può ereditare una predisposizione a svilupparla. Inoltre, essere sottopeso, fare abuso di alcol o di sigarette, sono elementi che vanno a ridurre la massa ossea e a favorire il suo manifestarsi.

L’osteoporosi può andare ad intaccare tutto lo scheletro del corpo oppure concentrarsi in alcuni punti specifici, in cui la densità ossea è più carente. I punti che va a colpire più di frequente sono: colonna vertebrale, bacino, polso, femore ed omero.

Non bisogna sottovalutare il suo progredire, infatti può arrivare ad essere così grave da comportare la rottura delle costole dopo solo un colpo di tosse, e la frattura del femore può addirittura risultare mortale: comporta un tasso di mortalità tra il 5 e il 25%.

I principali sintomi legati all’osteoporosi

Di solito l’osteoporosi resta silente e asintomatica per anni, fino ad una frattura improvvisa che comincia a fare sorgere alcuni dubbi sullo stato di salute delle ossa di chi la subisce.

Alcuni dei sintomi che possono manifestarsi sono:

  • Dolore osseo cronico: un dolore che si manifesta tendenzialmente a partire dalla parte bassa della schiena, nel collo e nelle articolazioni, e resta appunto cronico: persistente.
  • Debolezza muscolare: improvvisa fatica a svolgere attività quotidiane, senso di stanchezza e difficoltà a svolgere semplici movimenti.
  • Postura curva: la curvatura della spina dorsale, nota anche come cifosi, può essere un fattore di rischio e un sintomo dell’avanzare della malattia.
  • Fratture frequenti: l’osteoporosi porta ad avere ossa fragili che tendono a rompersi anche dopo cadute di lieve entità che, apparentemente, non potrebbero giustificare un danno fisico simile.
  • Perdita di altezza: l’osteoporosi può provocare delle fratture vertebrali, che possono portare a fare perdere alcuni centimetri di altezza.
  • Gengive che tendono a ritirarsi: si tratta di un segnale che indica un’osteoporosi avanzata. Infatti, sottolinea una sofferenza da parte delle ossa della mascella.
  • Unghie fragili e deboli: indice che i livelli di calcio sono bassi e, di conseguenza, le ossa più deboli.

L’osteoporosi si può curare?

Qualora la MOC rivelasse una riduzione di piccola entità della densità della massa ossea, può essere sufficiente introdurre nella dieta più cibo ricco di calcio e vitamina D, o eventualmente degli integratori appositi.

Se invece il paziente avesse già subito una frattura o dimostrasse livelli di osteoporosi troppo alti, la situazione potrebbe richiedere una terapia farmacologica specifica più intensiva, soprattutto con il progredire dell’età. Questi farmaci vanno a rallentare la perdita di materiale ossea, ad aumentare la densità delle ossa riducendo il rischio di fratture.

Nel caso di osteoporosi secondaria, invece, è necessaria una diagnosi più approfondita, per capire come gestire le complicazioni dovute alla presenza della malattia scatenante.

Osteoporosi e prevenzione: come tutelare le ossa

Prevenire è meglio che curare, lo sappiamo tutti. E questa regola vale anche per l’osteoporosi.

Per allontanare il rischio di sviluppare l’osteoporosi, è consigliabile avere uno stile di vita attivo e seguire una dieta equilibrata.

Ecco alcuni accorgimenti da tenere presenti per tutelarsi dall’osteoporosi:

  • Fare esercizio fisico almeno 30 minuti al giorno: rafforzare la massa muscolare e migliorare equilibrio e flessibilità, possono essere dei veri toccasana per irrobustire il corpo e diminuire il rischio di cadute.
  • Non fumare.
  • Limitare il consumo di alcol.
  • Mangiare molto yogurt, frutta secca e verdure a foglia verde.
  • Prendere il sole per stimolare la produzione di vitamina D (ovviamente proteggendo la pelle con crema solare e senza esagerare, soprattutto nelle ore più calde).

Felice Strollo, direttore dell’Unità di Endocrinologia e Malattie Metaboliche dell’Istituto Nazionale Ricovero e Cura per anziani di Roma, ha parlato dell’importanza della prevenzione:

“Una vita attiva ritarda e diminuisce la perdita di massa ossea; un numero sempre maggiore di persone, però, non pratica attività fisica. È stato calcolato che quanto più dense sono le ossa nel momento massimo della crescita (intorno ai 25 anni), tanto più sono forti anche in età anziana: conviene, quindi, praticare sport fin da giovani e continuare quando si cresce. Sarà anche importante spingere figli e nipoti a fare attività fisica per fortificare le ossa in tempo utile: questo è il migliore investimento per un futuro sano”

In conclusione, bisogna tenere presenti tre punti fondamentali per proteggersi dall’osteoporosi: introdurre della dieta una corretta quantità di calcio e vitamina D e fare esercizio fisico. Uno stile di vita simile può dare ottimi benefici anche a chi soffre di predisposizione genetica per l’osteoporosi.

Alessia Barra

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