Sono numerosi gli studi che negli ultimi anni hanno dimostrato l’attività terapeutica del verde. Coltivare un orto o fare giardinaggio ha un effetto antistress, aiuta a combattere l’ansia e la frenesia della vita quotidiana, oltre ad incentivare il movimento e la vita all’aria aperta. Tutti benefici che hanno portato, nel corso degli ultimi decenni, a definire una vera e propria “terapia”, quella dell’ortoterapia. Ecco quali sono le sue caratteristiche e i benefici a cui è correlata.
L’ortoterapia, nota anche come Horticultural Therapy, è una terapia occupazionale che consiste nell’impegno di un individuo in un’attività di giardinaggio, orticoltura, cura delle piante con l’assistenza di un terapista esperto. Oggi l’approccio dell’ortoterapia, sperimentato per la prima volta a metà del Novecento in diversi ospedali inglesi e americani, viene utilizzato in diversi ambiti, dai disturbi neurodegenerativi, come l’Alzheimer, all’autismo. L’Horticultural Therapy ha infatti dimostrato di poter stimolare la curiosità, migliorare l’umore e diminuire lo stress, riuscendo a coinvolgere le persone anche a livello emozionale.
Ma non è tutto. Un recente studio italiano ha “sdogato” l’approccio dell’ortoterapia anche contro l’anoressia nervosa di tipo restrittivo, un grave disturbo dell’alimentazione caratterizzato da un peso corporeo eccessivamente basso, dalla riduzione delle calorie ingerite quotidianamente e da un’intensa paura di prendere peso. Una ricerca pilota, condotta da un team di ricercatori del dipartimento di scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell’Università di Pisa, ha dimostrato che l’ortoterapia aiuta a diminuire lo stress in pazienti con anoressia nervosa di tipo restrittivo e ne migliora la percezione corporea e il disagio affettivo.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulle pagine della rivista specializzata Nutrients. Lo studio ha coinvolto un campione di ragazze adolescenti con una diagnosi di anoressia nervosa di tipo restrittivo e con un indice di massa corporea minore di 16, a cui è stato chiesto di seguire per dodici settimane un percorso di ortoterapia, oltre al trattamento clinico convenzionale.
All’inizio e alla fine del trattamento le ragazze hanno ricevuto una valutazione psichiatrica ed è stato loro somministrato un test di identificazione olfattiva per valutare sia la sensorialità relativa agli odori, sia lo stress indotto. Confrontando i risultati con quelli ottenuti da un gruppo di pazienti sottoposte al solo trattamento clinico convenzionale, è emerso che i livelli di risposta allo stress sono migliorati nel tempo solo nel gruppo che ha svolto ortoterapia.
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