La recente approvazione alla Camera dei Deputati del testo unificato noto come “legge sul diritto all’oblio oncologico”, avventa nell’agosto del 2023, rappresenta un passo significativo nel panorama legislativo italiano, che mira a prevenire le discriminazioni e a garantire i diritti delle persone che hanno superato malattie oncologiche. Questo testo, ampiamente discusso e sostenuto da varie fazioni politiche, ha ottenuto un consenso unanime con 281 voti favorevoli e nessuna opposizione, riflettendo un raro grado di accordo in un contesto politico spesso caratterizzato da divisioni.
Gli obiettivi della legge
L’obiettivo principale di questa legge è quello di assicurare ai pazienti oncologici sopravvissuti la possibilità di godere dei loro diritti in modo paritario rispetto al resto della popolazione. In pratica, ciò significa garantire loro accesso ai servizi finanziari, bancari e assicurativi, nonché alle procedure di adozione dei minori e agli esami pubblici, senza la necessità di divulgare informazioni sulla loro storia clinica pregressa.
La questione dell’oblio oncologico è stata sollevata a causa della prassi comune, fino ad ora, di richiedere informazioni mediche dettagliate ai cittadini per la stipula di vari contratti e per l’accesso a diversi servizi. Questo ha portato spesso a discriminazioni nei confronti dei pazienti oncologici sopravvissuti, che si sono visti negare opportunità e servizi a causa della loro storia clinica.
Il concetto di ‘guarigione’
Per comprendere appieno l’importanza di questa legge, è essenziale esaminare il processo di guarigione dai tumori. Contrariamente ad altre patologie, il concetto di guarigione nel contesto oncologico è più complesso e richiede un periodo di osservazione prolungato per accertare l’assenza di recidive. Ad esempio, mentre per alcune forme di cancro come il melanoma la guarigione può essere dichiarata entro dieci anni dalla conclusione del trattamento attivo, per altre come i linfomi non-Hodgkin o le leucemie, potrebbe essere necessario un periodo di osservazione ancora più lungo, anche oltre i vent’anni.
Cosa comporta l’oblio oncologico
La legge proposta stabilisce quindi un divieto di richiesta di informazioni sulla salute riguardanti patologie oncologiche passate da parte di individui la cui terapia si è conclusa senza recidive per almeno dieci anni (o cinque anni nel caso di tumori diagnosticati prima dei ventun anni di età). Questa disposizione si applica a una serie di procedure, tra cui l’adozione, i contratti assicurativi e bancari, nonché le procedure concorsuali. Inoltre, le condizioni contrattuali che violano questo divieto sono considerate nulle, garantendo una protezione legale ai pazienti oncologici guariti.
È importante sottolineare che questa legge non solo mira a eliminare la discriminazione nei confronti dei pazienti oncologici sopravvissuti, ma rappresenta anche un passo significativo verso la sensibilizzazione e la consapevolezza riguardo alle sfide e ai bisogni delle persone colpite da questa malattia. L’approvazione definitiva di questa legge potrebbe quindi avere un impatto positivo non solo sulle vite dei pazienti direttamente coinvolti, ma anche sulla percezione sociale del cancro e sulle politiche di salute pubblica in generale.
La legge sul diritto all’oblio oncologico rappresenta un importante progresso nella tutela dei diritti delle persone che hanno superato il cancro. La sua approvazione unanime alla Camera dei Deputati riflette il riconoscimento della necessità di garantire pari opportunità e dignità a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro storia clinica.