Obesità, più di un miliardo di persone convivono con questa malattia

Più di un miliardo di persone sul nostro pianeta convivono con questa malattia. Tra i bambini e gli adolescenti, i tassi di obesità sono più che raddoppiati dal 1990 al 2022. In sostanza, guardando i dati, è una malattia sempre più diffusa ed è collegata a numerose patologie croniche, tra cui diabete di tipo 2, ipertensione arteriosa, fegato grasso, malattie cardiovascolari, problemi respiratori, osteoarticolari, disturbi psicologici e alcuni tipi di tumore. A svelare questi numeri è stato uno studio pubblicato qualche giorno fa, era giovedì 29 febbraio, su “The Lancet”, che ha fatto il punto sulla malnutrizione nel mondo, concetto che comprende i due opposti: obesità e persone sottopeso. Le stime sono basate sull’indice di massa corporea (BMI) e sono state fatte su donne e uomini dai 20 anni in su e bambini-ragazzi tra i 5 e i 19 anni. Per l’obesità e il BMI (misurato in kg/m²) si sono utilizzate le categorie Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità): valore compreso tra 25,0 e 29,9 sovrappeso, oltre i 30,0 obeso. L’analisi, ripresa dal Corriere della Sera, è stata condotta dalla NCD Risk Factor Collaboration (NCD-RisC), una rete mondiale di oltre 1.500 ricercatori e professionisti.

Bilancia
Bilancia | pixabay @Joa70

L’obesità nel mondo

Dati alla mano, i paesi con la più alta prevalenza di obesità nel 2022 sono stati le nazioni insulari di Tonga e Samoa americane per le donne e Samoa americane e Nauru per gli uomini in Polinesia e Micronesia, dove oltre il 60% della popolazione adulta convive con l’obesità. E in Italia, invece? La percentuale di donne adulte obese è del 17,6%, circa sei milioni, con un aumento di punti percentuali del 3% dal 1990. Tra i paesi Occidentali ad alto reddito fanno meglio Olanda, Svezia, Spagna, Austria, Danimarca, Svizzera e Francia. Su questi livelli anche la prevalenza di obesità negli uomini italiani: 18%. La differenza è la crescita maggiore nel tempo, di 7,2 punti percentuali (riguarda 4,9 milioni di uomini). Fanno meglio Svezia, Danimarca, Svizzera, Olanda e Francia. Infine, negli altri paesi? Nel Regno Unito il tasso di obesità è al 28,3% per le donne e al 26,9% per gli uomini; negli Stati Uniti raggiunge il 43,8% per le donne e il 41,6% per gli uomini; in Cina siamo al 7,8% nelle donne e all’8,9% per gli uomini. Invece, in Giappone il tasso di obesità è il terzo migliore su 200 Paesi, ma solo nelle donne, con il 3,6% di prevalenza. Gli uomini fanno registrare un 7,6%.

I minori in Italia

Non sono incoraggianti, ma almeno sono stabili, i dati sui minori nel nostro paese. Nell’indagine dai cinque ai 19 anni risulta il 7,7% per le ragazze e 12,1% per i ragazzi con una crescita di tre punti percentuale. Meglio di noi Portogallo e Francia (anche Spagna nei maschi). Nel Regno Unito abbiamo 10,1% e 12,4% per ragazze e ragazzi e in Usa 19,4% e 21,7%. “Approcci personalizzati e modifiche dello stile di vita rimangono il cardine della cura dell’obesità”, ha detto all’Ansa la professoressa Anna Tagliabue, presidente della SINU – Società Italiana di Nutrizione Umana. “Un’alimentazione corretta deve essere varia, frugale, con il consumo di alimenti nella loro forma naturale e meno processata possibile, che vanno consumati lentamente e con consapevolezza. Le evidenze scientifiche hanno dimostrato che non esiste un approccio dietetico ottimale per tutti, ma è necessario adattare le strategie di perdita di peso alle esigenze individuali, considerando preferenze, abitudini, livello culturale e contesto sociale. Sono altrettanto importanti gli altri aspetti dello stile di vita quali attività fisica quotidiana, durata adeguata di riposo, seguire i ritmi ‘fisiologici’ del nostro organismo, rispettando orari dei pasti e del sonno”.

Esercizi fisici
Esercizi fisici | pixabay @happyveganfit

Quali sono le cause?

Le cause principali che portano all’obesità sono un’alimentazione ipercalorica e l’inattività fisica, che generano uno squilibrio tra calorie assunte e calorie bruciate. L’attività fisica, infatti, consente non solo di bruciare calorie durante l’attività, ma anche di incrementare il metabolismo basale a riposo. Evitare la vita sedentaria. Inoltre, una dieta salutare e ipocalorica è fondamentale per ridurre l’apporto calorico in relazione all’attività fisica svolta, oltre a contribuire a prevenire numerosi problemi (come, ad esempio, l’ipercolesterolemia) e le loro conseguenze. Detto questo, ci sono inoltre varie altre cause, anche correlate tra loro, che possono portare all’insorgenza dell’obesità.

Ci possono essere delle predisposizioni genetiche che influenzano il modo di metabolizzare e accumulare il grasso corporeo; uno stile di vita familiare come le abitudini alimentari sbagliate che partono proprio dal contesto nel quale si vive; fattori socio-economici perché spesso l’obesità è correlata a contesti socio-economici più disagiati, in quanto si tende a consumare cibi poco controllati, di scarsa qualità e ipercalorici e non si ha la possibilità di svolgere l’attività fisica adeguata; patologie associate; farmaci perché alcune terapie, come quelle per il tono dell’umore, possono influire sul peso; disturbi di sonno che causano cambiamenti ormonali che portano all’assunzione di carboidrati per fornire l’energia adatta ad un corpo non correttamente riposato e molto stressato.

L’obesità provoca delle malattie

Non è finita qui. L’obesità può provocare malattie come l’ipercolesterolemia e l’aumento dei trigliceridi; il diabete di tipo 2 (resistenza all’insulina, l’ormone prodotto dal pancreas che serve a controllare il quantitativo di glucosio nel sangue); ipertensione; sindrome metabolica (insieme di fattori di rischio come l’ipertensione, ipercolesterolemia, iperglicemia, circonferenza addome); patologie cardiache (il cuore risulta affaticato dal lavoro a cui viene sottoposto dato che è costretto a pompare più sangue per far fronte alle esigenze di una quantità maggiore di tessuti); ictus; neoplasie; sindrome delle apnee ostruttive durante il sonno (l’eccesso di grasso contribuisce a impedire il corretto funzionamento dei muscoli della faringe durante il sonno); calcoli biliari; problemi ginecologici; steatosi epatica non alcolica (le steatosi sono patologie da accumulo di grassi nel fegato); osteoartrite perché un soggetto obeso ha difficoltà a compiere movimenti e questo lo porta a condurre una vita sedentaria, con impigrimento delle articolazioni. Infine, l’obesità ha anche un forte impatto sulla qualità di vita. A volte anche devastante.

Il motivo? Spesso questi soggetti mostrano disabilità dovute all’impossibilità di compiere movimenti a causa del peso eccessivo che grava sulle articolazioni, depressione e vergogna a causa della non accettazione del proprio corpo, colpevolezza per aver permesso a se stessi di raggiungere una tale condizione, isolamento sociale, minore possibilità di trovare lavoro perché spesso impossibilitati fisicamente a svolgere determinate mansioni.

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