In questo articolo andiamo a scoprire tutto ciò che c’è da sapere a proposito di un virus invernale che sta colpendo tantissime persone in tutto il mondo: il norovirus
Il norovirus è uno dei principali responsabili delle infezioni gastrointestinali di questa stagione invernale, con numerosi focolai segnalati in diversi Paesi a livello globale. Gli Stati Uniti, che risultano tra le Nazioni più colpite, stanno affrontando quella che è stata definita una “quadrupla epidemia” (“Quad-demic”), in cui il norovirus rappresenta una delle principali minacce sanitarie. Secondo i dati diffusi recentemente dai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, all’inizio di gennaio sono stati registrati 128 focolai, un numero più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo di tre anni fa. Anche nel Regno Unito si è alzato il livello di allerta per la diffusione del virus. Scopriamo qualcosa in più a proposito del norovirus.
I norovirus sono virus a RNA a singolo filamento, appartenenti alla famiglia dei Caliciviridae, noti per essere tra i principali agenti responsabili delle gastroenteriti di origine alimentare. La loro diffusione raggiunge il picco durante la stagione invernale. Questi virus, presenti in tutto il mondo, sono estremamente contagiosi e patogeni, con una carica infettante minima di appena 10 particelle virali. La trasmissione avviene con particolare facilità in comunità che condividono gli stessi punti di distribuzione alimentare, come mense scolastiche, ospedali, carceri, industrie, hotel e navi da crociera.
Lo studio dei norovirus ha rappresentato una sfida per la comunità scientifica. A causa delle loro ridottissime dimensioni, la loro osservazione è stata per lungo tempo possibile solo attraverso il microscopio elettronico. Inoltre, l’impossibilità di coltivarli o isolarli ha reso necessario il ricorso al dosaggio degli anticorpi nel sangue per il loro riconoscimento.
L’infezione da norovirus si manifesta spesso in modo improvviso. Il periodo di incubazione varia generalmente tra le 12 e le 48 ore, mentre i sintomi tendono a persistere per circa uno o due giorni, raramente superando le 72 ore.
Quando la carica virale intestinale raggiunge un livello sufficiente a scatenare la malattia, possono comparire:
In alcuni casi possono presentarsi anche sintomi simil-influenzali, tra cui febbre lieve, mal di testa e dolori muscolari, spesso accompagnati da spossatezza e debolezza generale. È stata inoltre riportata la temporanea perdita del senso del gusto.
I norovirus possiedono un’elevata resistenza, risultando particolarmente durevoli sulle superfici contaminate, dove possono sopravvivere fino a una settimana grazie alla loro capacità di resistere all’ossigeno. Tuttavia, come molti altri virus, sono sensibili alle alte temperature (superiori ai 60 gradi centigradi) e vengono facilmente eliminati tramite processi come la cottura degli alimenti, la pastorizzazione e la sterilizzazione di utensili e contenitori da cucina.
Per prevenire la trasmissione dell’infezione, è fondamentale rispettare le principali norme igieniche e di sicurezza alimentare previste dal protocollo HACCP. In particolare, è consigliato:
Dal 2020 è disponibile un vaccino che utilizza una particella costituita dalle proteine del capside del norovirus, riproducendone la struttura senza contenere RNA. Questa caratteristica impedisce al vaccino di replicarsi o provocare infezioni, offrendo una forma di protezione contro il virus.
La gastroenterite causata da norovirus ha generalmente un decorso lieve e autolimitante nella maggior parte dei casi, ad eccezione delle situazioni più complesse, come quelle che coinvolgono individui immunodepressi, pazienti oncologici o anziani vulnerabili.
Nei soggetti con un sistema immunitario compromesso, l’infezione può diventare persistente, manifestandosi con o senza sintomi evidenti. Nei casi più seri, un’infezione prolungata può determinare una forma di enteropatia correlata al norovirus, provocando atrofia dei villi intestinali e difficoltà nell’assorbimento dei nutrienti.
Il trattamento della gastroenterite si basa principalmente su un’alimentazione mirata a controllare i sintomi e a preservare lo stato nutrizionale. In alcuni casi, può essere utile un’integrazione di minerali per compensare eventuali carenze. L’uso di farmaci antiemetici e antidiarroici può essere preso in considerazione per alleviare i disturbi, mentre l’efficacia dei probiotici rimane oggetto di dibattito.
È fondamentale mantenere un’adeguata idratazione e consumare alimenti facilmente digeribili. Inoltre, può essere utile includere cibi in grado di favorire la consistenza delle feci.
Dato che la malattia tende a risolversi in pochi giorni, è possibile ridurre temporaneamente la varietà della dieta senza il rischio di incorrere in squilibri nutrizionali significativi.
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