La nebbia cognitiva può essere una delle conseguenze del Covid-19. Secondo l’OMS, il 10-20% di chi ha contratto il virus soffre di Long Covid, che è caratterizzato da sintomi come disturbi respiratori, disturbi neurologici, cognitivi infiammatori, ansia e depressione e dolori muscolari. Nonostante la guarigione, infatti, questi sintomi persistono anche nei mesi seguenti con notevole impatto sulla qualità di vita. Uno dei sintomi più comuni è proprio la nebbia cognitiva, come confermano alcuni recenti studi: “Circa il 30% di pazienti riferisce disturbi di memoria, il 20% di attenzione“.
Cos’è la nebbia cognitiva
Per nebbia cognitiva o brain fog in inglese si intende quel complesso di sintomi cognitivi che provocano stanchezza persistente, difficoltà a pensare lucidamente e deficit di attenzione. Questi sintomi possono essere associati a diverse patologie come disturbi psicologici, malattie neurodegenerative oppure, come spiega la dott.ssa Elisa Morrone, psicologa e psicoterapeuta di Humanitas Psico Medical Care, “possono essere causati da trattamenti eccessivamente invalidanti come la chemioterapia“. La nebbia cognitiva può essere una conseguenza del Covid-19. Alcune persone nonostante siano ormai guarite possono continuare ad avvertire sintomi debilitanti. Questo disturbo si chiama così proprio perché la sensazione è quella di una sorta di nebbia mentale, quindi confusione e scarsa lucidità, sintomi che persistono anche per diverse settimane o mesi.
“È anche uno dei sintomi presenti nei pazienti che soffrono di ipersonnia idiopatica, un disturbo del sonno caratterizzato principalmente da eccessiva sonnolenza diurna, bisogno eccessivo di dormire, sensazione di confusione mentale al mattino al risveglio“, chiarisce la dottoressa.
I sintomi più comuni della nebbia cognitiva
Ecco alcuni dei sintomi comuni associati alla nebbia cognitiva:
- Difficoltà di concentrazione,
- difficoltà a pensare in modo chiaro e ad articolare i pensieri in modo coerente,
- confusione mentale e difficoltà a elaborare le informazioni,
- scarsa memoria,
- annebbiamento mentale.
La sensazione che avverte chi soffre di nebbia cognitiva è quella di confusione persistenze, come quando si è appena svegli e il cervello non si è ancora attivato. “I pazienti con Long Covid che soffrono di nebbia cognitiva vivono costantemente una sensazione di confusione mentale, molto simile a questa sensazione, rendendo difficile lo svolgimento delle attività quotidiane soprattutto quelle più impegnative: guidare, fare operazioni economiche importanti, lavorare. Dobbiamo anche considerare che circa il 30% di pazienti con long covid soffrono anche di depressione, nonché di insonnia, che sicuramente amplificano questa sintomatologia“, ha spiegato la dottoressa.
Come curare la nebbia cognitiva
“L’approccio multidisciplinare – valutazione neuropsicologica, psicologica e neurologica – è la strada da perseguire sia ai fini diagnostici che terapeutici. Percorsi di riabilitazione cognitiva strutturata e “costruita” insieme al paziente possono essere un ottimo inizio per abbreviare la durata del sintomo, ritornare il più velocemente possibile alla vita precedente l’infezione. È altrettanto fondamentale il trattamento dei sintomi legati al tono dell’umore e del sonno, per poter ‘recuperare’ il più velocemente possibile sfruttando sia gli interventi psicologici che farmacologici“, continua la dottoressa.
Un recente studio ha dimostrato che i sintomi legati alla nebbia cognitiva tendono a migliorare in maniera naturale nel tempo. È importante consultare un professionista per una valutazione completa e per identificare la causa e stabilire un piano di trattamento appropriato.