Mangiare la carne rossa al sangue fa male alla salute?

“Cottura?” “Al sangue”. Spesso è un botta e risposta che si sente al ristorante, davanti a un menù con qualche bel piatto di carne tra le proposte. Sul gusto inconfondibile di una carne appena cotta non c’è dubbio. Qualcuno si palesa invece quando c’è da riflettere su quanto male o bene possa fare come alimento cotto in questa maniera. La paura di contrarre dei batteri che danneggino l’intestino c’è in caso di cibi crudi. Ma mangiare carne rossa al sangue fa davvero male alla salute?

Carne rossa
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Differenza tra carne rossa e carne bianca

Con la carne bianca, come il pollo, è sempre doverosa una cottura dopo averla maneggiata con molta cura, a causa delle composizioni organiche che obbligano a un consumo dell’alimento che non sia crudo per evitare batteri. Salmonella ed Escherichia coli, per esempio, sono agenti patogeni che possono causare disturbi intestinali anche di grave entità e in alcuni casi si eliminano completamente con la cottura. In altri, invece no. Per la carne di manzo, e in particolare le bistecche, è infatti via libera su questo aspetto.

La carne rossa al sangue fa male?

Il mito è subito da sfatare: la cottura “al sangue” per la carne definita come rossa non è nociva. Le bistecche possono essere dunque mangiate al sangue senza correre rischi. I batteri che si possono riscontrare nella carne – qualora ci fossero – sono soltanto superficiali e vengono perciò abbattuti con una breve cottura in padella o alla griglia.

Discorso diverso per altri tipi di carne invece, come i macinati: essendo composti di carne trita e perciò da tanti pezzi diversi, Salmonella ed Escherichia coli potrebbero annidarsi all’interno in maniera causale. Il rischio è dunque raddoppiato o triplicato per questi agenti patogeni e sarebbe meglio cuocere completamente l’alimento, seguendo una precisa cottura a seconda di cosa c’è indicato sulla confezione o etichetta al momento d’acquisto.

Carne rossa
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Quando mangiare la carne rossa

Le carni rosse per eccellenza sono il cavallo, il manzo, il vitello, alcuni tagli del maiale e l’agnello. Essendo ricche di grassi saturi e insaturi, quelle più rosse dovrebbero essere consumate una o massimo due volte al mese. Il motivo è che essendo appunto cariche di lipidi non sono salutari a lungo andare per il cuore e specie per chi soffre di colesterolo.

Caso diverso invece per le parti magre – vitellino, vitello, maiale – con un buon numero di proteine nobili: in questo caso si possono consumare fino a due volte a settimana senza stravolgere i valori nutrizionali. In generale, mangiare spesso carne rossa può essere dannoso per la salute e per i reni, a prescindere dal grado di cottura. Non eliminarla dalla dieta, dunque, ma porre un limite sulla quantità da mangiare settimanalmente.

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