In Italia sono circa 250mila le persone affette da malattie infiammatorie croniche intestinali (Mici), ovvero la malattia di Crohn e la colite ulcerosa. Numero che secondo le stime potrebbe raddoppiare entro il 2030. Si tratta di patologie caratterizzate da una infiammazione cronica della parete intestinale, con conseguenti diarrea, dolore, debolezza e perdita di peso. Tutti sintomi che spesso hanno un grande impatto sulla qualità di vita e sulla sfera psicologica delle persone che ne soffrono, soprattutto in età adolescenziale. Ecco cosa sono le malattie infiammatorie croniche intestinali, quali sono i loro sintomi e come si curano.
Malattie infiammatorie croniche intestinali: incidenza
Come spiegato dall’Istituto superiore di sanità sul suo portale ISSalute, le malattie infiammatorie croniche dell’intestino sono patologie ad andamento cronico recidivante, che si presentano con periodi di latenza alternati a fasi di riacutizzazione. Quanto alla loro incidenza, la malattia di Crohn si presenta prevalentemente nei giovani di età compresa tra 20 e 30 anni, più raramente dopo i 65 anni. Mentre la colite ulcerosa può insorgere a tutte le età ma, generalmente, si manifesta nei giovani adulti. Tuttavia, negli ultimi anni sono sempre più numerosi i casi di entrambe le malattie nei bambini e negli adolescenti.
Colite ulcerosa e malattia di Crohn: differenze
Comprendono, come detto, la colite ulcerosa e la malattia di Crohn. Nello specifico, la prima riguarda solo quel tratto dell’intestino denominato colon, ed è caratterizzata da una infiammazione che parte dal retto e può estendersi nel tempo fino a colpire porzioni più o meno estese del colon. Causa lo sviluppo di ulcere superficiali associate ad una infiammazione cronica del tratto di intestino interessato. La malattia di Crohn, invece, può colpire qualsiasi area del tubo gastrointestinale, dalla bocca all’ano e si caratterizza per la presenza di tratti di intestino infiammati e ulcerati alternati, spesso, a tratti di intestino sano. A differenza della colite ulcerosa, nella malattia di Crohn l’infiammazione riguarda tutto lo spessore della parete intestinale con la formazione di ferite (ulcere) profonde. In tutte e due le malattie, come sottolineato dall’Iss, possono essere presenti infiammazioni anche in altre parti del corpo quali articolazioni, cute, occhio.
Sintomi
Come riferito dagli specialisti dell’Istituto superiore di sanità, la sintomatologia delle malattie infiammatorie croniche dell’intestino varia a seconda della loro gravità e della parte dell’intestino colpita. Generalmente i sintomi comprendono
dolori addominali, diarrea cronica spesso anche notturna, presenza di sangue nelle feci,
perdita di peso, stanchezza, febbre e perdita di appetito. Sintomi che son sempre sono presenti tutti insieme e che talvolta comprendono anche il vomito.
Diagnosi e cura
Al momento, non esiste un esame specifico per identificare le malattie infiammatorie croniche dell’intestino. Per arrivare al loro accertamento si prevedono esami del sangue, delle feci e indagini strumentali, tra cui la colonscopia con visualizzazione retrograda, che consente di evidenziare le lesioni e di prelevare piccoli frammenti di tessuto sui quali effettuare l’esame istologico. Data l’assenza di cure risolutive per la colite ulcerosa o per la malattia di Crohn, gli specialisti prescrivono terapie per l’infiammazione, per alleviare i disturbi, per prevenire le riacutizzazioni della malattia e per evitare la comparsa delle complicazioni. Solo nei casi in cui i soli farmaci non siano sufficienti per alleviare i disturbi o in presenza di complicazioni, viene impiegata la terapia chirurgica che consiste nell’eliminazione delle parti irreparabilmente danneggiate dal processo infiammatorio. Tuttavia, mentre nella colite ulcerosa la rimozione dell’intero colon mette a riparo dal ritorno della malattia, nel morbo di Crohn la rimozione del tratto intestinale infiammato non esclude che la malattia possa tornare in altri tratti dell’intestino.