La malattia di Lyme può portare a problemi al cuore, al sistema nervoso, artrite e altre complicazioni. Negli Stati Uniti in particolare i casi continuano a salire, vengono segnalati circa 470 mila casi all’anno. Vi sono diversi vaccini in fase di sviluppo, tra cui alcuni sviluppati a partire da Pfizer e Moderna.
Questa malattia viene trasmessa dal morso delle zecche dalle zampe nere, e alcuni dei sintomi comportano perdita dell’equilibrio, dolore alle articolazioni, movimenti a scatti delle mani e pelle ipersensibile al tatto. Per la prima volta la malattia è stata riconosciuta nel 1975 a Old Lyme, nel Connecticut, perché un gruppo di bambini ha sviluppato sintomi inspiegabili simili all’artrite reumatoide. Nel 1982 Wilhelm Burgdorfer, entomologo, identificò come colpevole un batterio a spirale prima sconosciuto, chiamato Borrelia burgdorferi. Questo passa all’uomo col morso di una zecca dalle zampe nere. Un altro batterio di Lyme è il Borrelia mayonii. In Europa occidentale ogni anno si verificano circa 200 mila casi.
Mentre si nutrono di ospiti infetti come i topi, le zecche raccolgono i batteri. Il batterio rimane quindi nell’intestino della zecca per mesi fino a che l’artropode si attacca a un’altra vittima per il nuovo pasto. Con l’afflusso di sangue nell’intestino della zecca, i batteri si trasformano, smettono di produrre la proteina OspA che li tiene attaccati all’intestino e consente di spostarsi verso le ghiandole salivari della zecca. Così i batteri passano attraverso la ferita all’interno del nuovo ospite.
Vi sono attualmente sette ceppi della malattia, e i ricercatori stanno cercando di creare dei vaccini. Due vaccini in fase di sviluppo prendono di mira la proteina OspA, creando anticorpi che impediscano agli organismi di sopprimere la proteina quando la zecca si nutre successivamente, così da renderli immobili e incapaci di infettare l’ospite umano.
Il candidato Pfizer/Valneva, VLA15, è il più avanzato ed è in fase di test in uno studio clinico di fase tre lanciato nell’estate del 2022. Tuttavia, le prove nei siti di studio a Nantucket e Martha’s Vineyard sono state bruscamente interrotte a febbraio, squalificando circa la metà dei partecipanti allo studio. Pfizer ha citato la violazione dei protocolli internazionali di buona pratica clinica da parte di un operatore terzo. In una e-mail, un portavoce di Pfizer ha osservato che lo studio dovrebbe concludersi nel dicembre 2025, ma la società ha rifiutato un’intervista fino a quando non avrà nuovi risultati da comunicare.
Moderna sta attualmente applicando la tecnologia dell’mRNA ai vaccini batterici, con un focus sulla malattia di Lyme. La società lancerà la sperimentazione umana quest’estate con 800 partecipanti negli Stati Uniti tra i 18 ei 70 anni. Testeranno due vaccini: il primo, chiamato mRNA-1982, prende di mira la specie di batteri Borrelia che causa la maggior parte dei casi di malattia di Lyme negli Stati Uniti. Il secondo, denominato mRNA-1975, contiene una miscela di sette mRNA mirati alle specie Borrelia che causano la maggior parte dei casi di malattia di Lyme sia negli Stati Uniti che in Europa.
MassBiologics poi, invece di stimolare l’organismo a produrre anticorpi, introduce un singolo anticorpo monoclonale mirato all’OspA. Ciò permetti, nei giorni successivi all’iniezione sottocutanea, di aver assorbito una quantità sufficiente di anticorpi in modo da essere immediatamente immune.
Negli Stati Uniti il rischio è stagionale, perché l’80% delle infezioni avviene tra maggi0o e settembre. Epicentri dell’infezione sono il Mid-Atlantic e il Midwest, ma le zecche dalle zampe nere si stanno spostando a nord, sud e ovest. Dato che il cambiamento climatico porta inverni più caldi, i parassiti si insediano in territori prima inabitabili. Oggi, oltre il 50% della popolazione statunitense condivide il territorio con le zecche nere.
I casi sono rimasti stabili per un decennio, ma il Massachusetts e New York hanno ridotto gli sforzi di sorveglianza a causa delle enormi risorse necessarie per contare così tante infezioni.
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