Il mal di testa è una delle patologie più diffuse tra gli esseri umani adulti. Non esiste un solo tipo di mal di testa, e infatti le cause del disturbo possono essere molteplici e il dolore può manifestarsi in aeree, momenti, intensità e durata differenti. Ed è proprio per questo motivo che è decisamente complicato definire in maniera univoca il mal di testa, ed è anche la regione per cui molto spesso si tende a banalizzare o sottostimare il problema. È vero che il mal di testa, come abbiamo detto, è decisamente comune, ma in alcuni casi sarebbe bene preoccuparsi più del solito. Ecco perché e in quali momenti.
Il mal di testa è uno dei disturbi più dolorosi e, in alcuni casi, invalidanti che esistano. A prescindere dalla intensità del dolore che si prova e dalla durata, spesso, si tende a banalizzare il problema e semplicemente aspettare che questo finisca da solo, o magari con l’aiuto di qualche farmaco analgesico. Non è detto, però, che il problema finisca sempre in poco tempo (come capita la maggior parte delle volte), infatti il mal di testa ha una durata che può variare da pochi minuti a una settimana.
Anche l’intensità, come abbiamo già detto in precedenza, non è sempre uguale. In alcune situazioni, il dolore risulta essere gestibile e non ostacola l’esecuzione delle consuete attività quotidiane, o almeno può essere mitigata con l’implementazione di piccoli adattamenti e/o con l’utilizzo di farmaci. In altre circostanze, invece, gli episodi possono risultare estremamente debilitanti, costringendo la persona a interrompere le proprie attività, a ritirarsi e, in alcuni casi, a restare a letto a causa dell’intensità del dolore che rende impossibile qualsiasi movimento.
Tutti questi fattori, infatti, dipendono dalla tipologia di mal di testa che si ha, le quali sono tutte di durata, gravità e intensità diverse. Ma vediamo per cosa si distinguono e in quali casi è bene preoccuparsi.
Una delle forme di mal di testa maggiormente diffuse, l’emicrania si distingue per via del dolore molto forte e “pulsante”, che viene spesso paragonato a un martello che continua a battere su uno dei due lati del capo e che aumenta a seguito di un movimento. Il dolore coinvolge in principio l’area frontale che si trova subito sopra l’occhio e successivamente si propaga alla fronte e alla tempia. La sensazione dolorosa può anche manifestarsi con sintomi aggiuntivi quali nausea, vomito, sensibilità alla luce (fotofobia), intolleranza ai suoni (fonofobia), avversione agli odori (osmofobia), brividi e pallore. In una percentuale ridotta di situazioni, da 10 a 30 minuti prima dell’attacco o durante l’episodio stesso, si presenta l'”aura”, caratterizzata da sintomi neurologici temporanei e reversibili. La durata dell’emicrania può variare da alcune ore a, nei casi più gravi, diversi giorni (di solito fino a tre giorni). Spesso si verifica al momento del risveglio.
La cefalea tensiva è la forma più comune di mal di testa e si manifesta con una sensazione circolare intorno alla testa, come una morsa che coinvolge entrambi i lati, generando una sensazione di compressione e pesantezza simile a indossare un casco troppo stretto. Nella maggioranza dei casi, il disagio si concentra nella regione occipitale e parietale, ossia nella parte posteriore e laterale del cranio, sopra la nuca. Secondo gli esperti questa cefalea deriva da una contrazione involontaria e continua dei muscoli della nuca, della fronte, delle tempie, del collo e delle spalle. Solitamente, gli episodi hanno una durata variabile che può andare da mezz’ora a una settimana.
Questa cefalea è così debilitante che fino a qualche anno fa veniva denominata anche “cefalea da suicidio”: il dolore è acuto, penetrante e localizzato su un solo lato, interessa soprattutto la zona intorno all’occhio e allo zigomo. A volte si propaga ad altre parti della testa, come tempia, mandibola, naso, arcata dentaria e/o mento. In alcuni casi, addirittura l’intero lato del cranio è coinvolto, fino a raggiungere anche i follicoli dei capelli. Il termine deriva dal fatto che gli attacchi dolorosi si presentano in rapida successione: si raggruppano “come grappoli d’uva” in determinate ore del giorno e stagioni dell’anno. L’attacco, che raggiunge l’apice entro 2-15 minuti, può persistere da 15 minuti a tre ore. Successivamente, la sensazione dolorosa diminuisce rapidamente fino a scomparire completamente. Durante il periodo di grappolo, quando le crisi si verificano, possono variare da una crisi ogni due giorni a molteplici crisi in 24 ore. Tuttavia, la frequenza, la durata e l’intensità degli attacchi sono estremamente variabili da individuo a individuo.
I mal di testa associati ad altre condizioni mediche e quelli derivanti da circostanze specifiche hanno una durata che varia da caso a caso. Ad esempio, la cefalea causata dalla sinusite può perdurare (forse con episodi intermittenti) fino a quando non si risolvono la congestione nasale e l’infiammazione alla radice del problema. Invece, i mal di testa provocati dall’esposizione al freddo, noti come “cefalee da stimolo freddo”, tendono generalmente a risolversi entro una decina di minuti dal ritorno a temperature più moderate.
Ma in quali casi questa patologia è considerata preoccupante ed è necessario andare al pronto soccorso?
Nella maggior parte dei casi, nonostante il dolore e la durata, i mal di testa sono risolvibili, spesso anche in maniera piuttosto semplice. Tuttavia, ci sono alcuni piccoli particolari e segnali che dovrebbero suscitare preoccupazione nel paziente che soffre di mal di testa, suggerendo la necessità di consultare operatori sanitari o recarsi al pronto soccorso. Questi segnali potrebbero indicare la presenza di una condizione più seria dietro il mal di testa.
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