Secondo un nuovo studio europeo pubblicato su The Journal of Headache and Pain, oltre un bambino e un ragazzo su due sarebbero colpiti da cefalee, ossia il 62% dei giovani tra gli 8 e i 18 anni. Nello specifico, il 38% sarebbero femmine, e il 27% maschi. Nonostante questa percentuale sia inferiore negli adulti, il 47% di questi soffrirebbe comunque di una qualche forma di mal di testa. Questo studio rappresenta una metanalisi senza precedenti nella storia della ricerca: classificata come la più aggiornata, questa raccoglie dati provenienti da 5486 pubblicazioni sulla tematica, e va ad analizzare – a livello mondiale – la prevalenza delle cefalee pediatriche tra i giovani nella fascia d’età tra gli 8 e i 18 anni.
Secondo quanto emerso dallo studio, a comparire maggiormente in questa specifica fascia d’età sono l’emicrania e la cefalea tensiva. La prima colpisce poco più di un ragazzo su 10, quindi l’11% del campione. Diversamente, la cefalea tensiva colpisce quasi un ragazzo su 5, pari al 17% del campione. Negli adulti questo dato corrisponde al 38%.
A coordinare lo studio europeo sono state Agnese Onofri e Simona Sacco, dell’Università dell’Aquila. “Se distinguiamo l’emicrania nelle sue varie forme, vediamo che a soffrire di emicrania senza aura è l’8% dei bambini/ragazzi, il 3% con aura”, ha spiegato all’Ansa Onofri. “L’esordio del disturbo è sempre intorno agli 8 anni, comunque nella preadolescenza”, ha continuato Onofri. Diversamente, la diagnosi per la cefalea tensiva può essere fatta anche intorno ai 6 anni.
“Il bambino che arriva negli ambulatori e riceve una diagnosi di emicrania ha spessissimo una familiarità, quindi pensiamo a una predisposizione genetica almeno nella metà dei casi. Ma influiscono anche problemi scolastici e un sovraccarico di attività, specie quelle sportive“, ha sottolineato l’esperta. “Spesso gli stili di vita del bambino non sono così funzionali, hanno troppo carico sportivo, eccessivo uso di smartphone e dispositivi fino a tarda notte. Inoltre, spesso il bambino che soffre di emicrania e cefalee in generale presenta anche disturbi del sonno come difficoltà ad addormentarsi e risvegli notturni frequenti. È importante anche l’alimentazione, ad esempio evitare di saltare la colazione o evitare troppi carboidrati, lasciando spazio a frutta e verdura”, ha continuato Onofri.
Secondo Onofri, sarebbe utile intervenire, anzitutto, sugli stili di vita del bambino, rivolgendosi – il prima possibile – ad un centro specialistico. Nei bambini, con l’avanzare dell’età, il mal di testa tenderebbe a scomparire: nelle femmine, divesamente, tenderebbe a rimanere anche nell’età adulta. Se nell’infanzia e nella prima adolescenza bambini e bambine sono affetti da emicrania in egual misura, quando intervengono i fattori ormonali – quindi nella tarda adolescenza – la prevalenza tende ad invertirsi, e la diagnosi tende a riguardare principalmente le femmine.
“Ci sono alcuni tipi di cefalee primarie sottostimate in età pediatrica e sarebbe importante rivedere le linee guida diagnostiche, sviluppandone di nuove specifiche per bambini e ragazzi. È cruciale lavorare su questa fascia di età per evitare il cronicizzarsi della cefalea in età adulta”, ha concluso Onofri.
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