Lupus eritematoso sistemico, le caratteristiche e i sintomi della malattia autoimmune

Il lupus eritematoso sistemico (les) è una malattia cronica autoimmune che colpisce soprattutto le donne, con un rapporto di incidenza pari a 9 a 1 rispetto agli uomini. Secondo alcuni studi statistici, la patologia potrebbe avere un tasso di frequenza globale tra i 20 e i 70 casi ogni 100mila persone. In Europa sarebbero circa 3 milioni le persone affette da lupus eritematoso sistemico.

La malattia può colpire quasi tutti gli organi e i tessuti del corpo umano. Nei casi più lievi si “limita” a causare un’infiammazione della pelle e delle articolazioni, tuttavia in quelli più gravi può estendersi ai vasi sanguigni, ai reni, al cuore, al sistema nervoso e ai polmoni. Sebbene il lupus eritematoso sistemico si manifesti soprattutto tra i 20 e i 45 anni, si possono verificare dei casi anche tra i bambini, perlopiù di sesso femminile, e gli anziani.

Una biopsia linfonodale
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La causa del lupus eritematoso sistemico

Nella maggior parte dei casi è difficile individuare la causa specifica del lupus eritematoso sistemico. Tuttavia è noto che l’uso di alcuni farmaci possa causarlo: tra questi ci sono l’idralazina e la procainamide, usate per trattare le patologie cardiache, e l’isoniazide, che serve per il trattamento della tubercolosi. Interrompere l’assunzione di questi medicinali può causare la scomparsa della malattia, tuttavia prima di farlo è bene consultarsi con un medico e valutare tutte le possibili alternative. Gli altri casi di lupus potrebbero essere il risultato di un insieme di fattori, ormonali, genetici e ambientali.

Diagnosticare il lupus eritematoso sistemico non è sempre facile, perché i sintomi che causa tendono a essere simili a quelli di altre malattie comuni. Pertanto, prima di riconoscere la patologia con precisione potrebbe essere necessaria una lunga serie di esami.

I sintomi più comuni

Il sintomo più comune e riconoscibile del lupus eritematoso sistemico è il cosiddetto “eritema a farfalla”, un arrossamento cutaneo che si estende dalle guance al naso. Si chiama così perché la sua forma ricorda quel del lepidottero. In generale, la patologia può causare vari rash che interessano soprattutto il viso, i polsi e le mani. Possono sparire nell’arco di pochi giorni o settimane, ma anche persistere più a lungo o diventare permanenti.

Un altro sintomo tipico del lupus eritematoso sistemico è la spossatezza, che porta a sentirsi stanchi anche dopo un’intera notte di riposo e rende difficile concentrarsi sulle attività quotidiane. Ritrovarsi spesso senza energie potrebbe essere un campanello d’allarme da non sottovalutare, così come una perdita di peso non giustificata da diete o attività fisica e la difficoltà a urinare.

La struttura chimica dell'idralazina
Struttura chimica dell’idralazina (Immagine di pubblico dominio)

Il lupus eritematoso sistemico può anche determinare un ingrossamento dei linfonodi, che diventano anche dolorosi al tatto. È opportuno prestare particolare attenzione a quelli presenti sul collo, dietro le orecchie e sotto la mascella. Più raramente possono essere interessati anche i linfonodi ascellari, addominali, sovraclaveari e inguinali.

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