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Cura di sé

Loiasi, cos’è, come si può prendere e quali rimedi esistono

Cos’è la loiasi, come si contrae il verme oculare Loa loa tramite il morso di mosche infette e quali sono i sintomi, i rimedi e le misure di prevenzione per questa parassitosi

I medici di un piccolo ospedale nella provincia di Padova sono rimasti sorpresi nel fare una scoperta insolita: un verme adulto del parassita Loa loa è stato trovato nell’occhio di un paziente che si era presentato per un fastidio persistente. Questo caso, raro ma significativo, ha messo in evidenza un’infezione parassitaria nota come loiasi, causata dal nematode Loa loa, conosciuto anche come “verme oculare africano”.

Loiasi, di che cosa si tratta?

La loiasi è una parassitosi provocata dal nematode Loa loa, un verme che viene trasmesso attraverso il morso di mosche del genere Chrysops, spesso chiamate mosche dei cervi o mosche delle mangrovie. Questi insetti prosperano nelle zone umide delle foreste pluviali dell’Africa occidentale e centrale, dove la loiasi rappresenta un problema di salute pubblica rilevante.

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L’infezione si verifica quando una mosca infetta morde un essere umano, trasmettendo le larve infettive (chiamate larve di terzo stadio o L3) nel flusso sanguigno. Queste larve si sviluppano nel corpo umano, trasformandosi in vermi adulti, che possono migrare attraverso i tessuti sottocutanei e, talvolta, sotto la congiuntiva dell’occhio, causando una sensazione di movimento o irritazione oculare.

Il ciclo di vita del verme Loa loa coinvolge due ospiti principali: l’essere umano e la mosca vettore. Le larve introdotte dal morso della mosca si sviluppano in vermi adulti nel tessuto sottocutaneo umano. Le femmine adulte possono crescere fino a 7 centimetri, mentre i maschi raggiungono i 3-4 centimetri. Una volta maturi, i vermi femmina producono microfilarie, piccole larve che circolano nel sangue durante il giorno e si concentrano nei polmoni di notte.

Il ciclo di vita di questo parassita può durare molti anni: gli adulti vivono circa 10-15 anni, mentre le microfilarie possono rimanere attive per periodi prolungati, circolando nel corpo per anni. Quando una mosca morde un individuo infetto, assorbe le microfilarie, che si sviluppano nella mosca e diventano larve infettive pronte a infettare un nuovo ospite umano.

La loiasi è endemica nelle regioni forestali dell’Africa, in particolare nel bacino del Congo e in Paesi come Nigeria, Camerun, Gabon, Guinea Equatoriale e Repubblica Centrafricana. Le popolazioni rurali che vivono in prossimità delle foreste pluviali sono le più esposte, poiché la mosca Chrysops si riproduce negli ambienti umidi e ombreggiati tipici di queste zone. La trasmissione della malattia è più intensa durante la stagione delle piogge, quando l’attività delle mosche aumenta notevolmente.

La maggior parte delle infezioni da Loa loa è asintomatica o presenta sintomi lievi, ma in alcuni casi la migrazione dei vermi adulti può causare disagio significativo. Il segno più evidente è la migrazione dei vermi sotto la pelle, che provoca gonfiori temporanei noti come “gonfiori di Calabar”. Questi rigonfiamenti sono pruriginosi, dolorosi e si risolvono spontaneamente in pochi giorni. Nelle persone residenti nelle zone endemiche, i gonfiori durano solitamente poco tempo (1-3 giorni), mentre nei viaggiatori i sintomi possono essere più frequenti e gravi, con una possibile reazione allergica alle sostanze rilasciate dai vermi durante la migrazione.

Un altro sintomo distintivo è la migrazione oculare. I vermi possono muoversi sotto la congiuntiva dell’occhio, creando una sensazione di movimento molto fastidiosa per il paziente. Sebbene raramente causino danni permanenti alla vista, possono provocare prurito, irritazione o dolore intenso.

Altri sintomi della loiasi possono includere:

  • Prurito diffuso
  • Dolore articolare (artralgia)
  • Dolori muscolari
  • Febbre e malessere generale
  • Linfoadenopatia (gonfiore dei linfonodi)
  • Eosinofilia (aumento degli eosinofili, un tipo di globuli bianchi associati alle infezioni parassitarie)

Sebbene la loiasi sia generalmente considerata una malattia non preoccupante, in alcuni casi può portare a complicazioni gravi, come infiammazioni croniche o reazioni immunologiche intense. È raro, ma possibile, che il parassita colpisca altri organi vitali, provocando condizioni come:

  • Miocardiopatia (coinvolgimento del cuore)
  • Nefropatia (danni ai reni)
  • Encefalite (infiammazione del cervello)

La diagnosi della loiasi si basa su diversi fattori, tra cui l’anamnesi del paziente (storia di residenza o viaggi in aree endemiche) e la valutazione dei sintomi. I principali test diagnostici includono:

  • Esame del sangue: La presenza di microfilarie nel sangue è il principale indicatore della loiasi. Poiché le microfilarie tendono a circolare durante il giorno, i campioni di sangue devono essere raccolti nelle ore diurne per massimizzare le possibilità di rilevarle al microscopio.
  • Test sierologici: Possono essere utili per individuare la presenza di anticorpi contro il parassita, ma spesso presentano reazioni crociate con altre infezioni filariali, riducendo la loro precisione.
  • Osservazione diretta del verme: La migrazione del verme sotto la congiuntiva o sotto la pelle è un segno diagnostico chiaro. In alcuni casi, il verme può essere rimosso chirurgicamente, soprattutto se è visibile sotto la cute o nell’occhio.

Il trattamento della loiasi si basa principalmente su farmaci antiparassitari, sebbene l’uso di alcuni di questi sia controverso, specialmente in pazienti con alte concentrazioni di microfilarie nel sangue. I principali farmaci utilizzati sono:

  • Ivermectina: Sebbene sia efficace nel trattamento di molte parassitosi, il suo utilizzo nella loiasi è discusso, poiché può scatenare gravi effetti collaterali, specialmente nei pazienti con elevate cariche parassitarie.
  • Dietilcarbamazina (DEC): Questo farmaco è considerato il trattamento di prima linea per la loiasi. La DEC agisce sia contro i vermi adulti che contro le microfilarie, ma può causare reazioni avverse, tra cui febbre, mal di testa e dolori muscolari, specialmente nei pazienti con alti livelli di parassiti nel sangue.
  • Albendazolo: Utilizzato in casi specifici, l’albendazolo riduce lentamente la carica parassitaria senza provocare reazioni avverse gravi.

Nei casi in cui il verme migri nell’occhio, può essere necessario rimuoverlo chirurgicamente con l’ausilio di una pinza, dopo aver paralizzato temporaneamente il verme con un anestetico locale. Tuttavia, è importante agire rapidamente, poiché il verme può muoversi durante il tentativo di estrazione.

Non esiste un vaccino per la loiasi, quindi la prevenzione si basa principalmente su misure comportamentali volte a ridurre il rischio di morsi da parte di mosche infette. Tra le principali strategie preventive vi sono:

  • Utilizzo di repellenti per insetti contenenti DEET (N,N-dietil-meta-toluamide)
  • Indossare abbigliamento protettivo, come camicie a maniche lunghe e pantaloni
  • Evitare le aree ad alto rischio, come le foreste pluviali, specialmente durante il giorno, quando le mosche sono più attive

La loiasi è una malattia tropicale causata dal parassita Loa loa, trasmesso dalle mosche del genere Chrysops. Sebbene molte infezioni siano asintomatiche, i vermi adulti possono migrare sotto la pelle o negli occhi, causando fastidi significativi. La diagnosi si basa su esami del sangue e osservazioni cliniche, mentre il trattamento richiede l’uso di farmaci antiparassitari. La prevenzione rimane la migliore arma contro la malattia, riducendo l’esposizione alle mosche infette tramite l’uso di repellenti e abbigliamento adeguato.

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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